Storie

Appunti di viaggio: Positano non è Saint Tropez
di ROBERTO LOLLI

31 Marzo 2022

Se un turista assiste alle processioni religiose di Positano così semplici e puerili, non si rende certo conto di essere nel cuore di una cittadina di mare che fa la voce grossa in Italia e nel mondo in fatto di moda e di mondanità. Il solito profondo “Sud” con le immancabili processioni della Madonna, le luminarie d’antan di lampadine multicolori, le giostrine e il tiro a segno con i fucili ad aria compressa! Chi non se lo ricorda il rumore che fa il pallino di piombo sulla parete di latta dove sono appesi i premi per i migliori tiratori o i profumi delle zeppole fritte, le bandierine o le trombette dei bambini? Le vecchie fiere per la Santa Patrona e lo sposalizio della Madonna con il mare, quando ormai scende la sera e ci sono luci, suoni e odori dappertutto. Eppure nella storia di questo paese c’entrano poeti e scrittori, musicisti e vari artisti che, fino dai tempi della antica Roma son venuti qui ad ispirarsi, a vivere e alcuni a morire.

La Storia, quella grande che ha coinvolto milioni di uomini, è passata di qui: questo incredibile paesetto infatti ha visto intrighi di spie internazionali, trame di politici potenti o strategie di generali vincitori. Questa Madonna la sa lunga su come va il mondo, da mille anni lo sa: Ella ha visto i Borboni e i Napoleonidi, i gerarchi nazisti e i generali americani, i romantici musicisti tedeschi con lo sguardo rivolto al passato o i visionari scrittori americani della beat generation, così diversi dai nostrani pennivendoli con la loro prosa accademica. Il giorno di Ferragosto la statua della Madonna viene portata in spalla per queste strade con la sua faccia immobile e imbellettata, ornata di ori e d’argenti, indifferente come deve essere chi va al di là del tempo e dello spazio, ieratica ed indifferente. Da ogni parte del mondo vengono a Positano per vedere lo spettacolo della vita vera di questi luoghi senza artifici o allettamenti turistici e in questo sta lo stile del posto cioè nella sublime semplicità di quella millenaria quotidianità che pochi possono veramente apprezzare. Ho detto vedere, ma qui è anche possibile vivere questa semplicità e se ci riesci, cosa molto ardua, allora questo diventa il tuo posto del cuore!

Sulla Costa Azzurra ti sembra di essere in un altro mondo.

Soprattutto a Saint Tropez.

Anche qui ci sono pescatori come a Positano, ma le Madonne, qui, non vengono portate in giro per il paese come una bella statuina. Qui in carne e ossa preferiscono fare lo shopping, né le piazze sono in mano a improvvisati venditori di dolci o di giochi da quattro soldi. Qui tutti sono gentili e vi si sente il profumo non delle zeppole, ma del denaro. Degli artisti poi non ne parliamo che qui ci vengono a schiere da una vita, per mettersi in vetrina e prendersi epiche sbornie, soprattutto i nordamericani. Come sempre la Francia vuol esserci sopra di una spanna. Noi ci incazziamo inutilmente e i francesi ne approfittano per ridere alle nostre spalle.

Gli italiani dicono che i francesi sono antipatici e balle di questo genere.

Non è vero: i francesi sono francesi e per certe cose… chapeau!

È la vecchia storia del vino italiano e dello champagne, della pizza e del “patè di foie gras”, delle semplici e oneste cozze italiche contro le loro ostriche afrodisiache: insomma gli italiani si dannano l’anima per difendere posizioni indifendibili.

E l’amour poi? Tutto quello che a Positano è ancor oggi oggetto di meraviglia e di occhiate curiose, anche se ormai per tutte le altre cose non ci si scandalizza più di niente, a Saint è “deja vù” ruotine. Da sempre a Saint Tropez non fanno più notizia anzi destano meraviglia quelle famiglie italiane che vi capitano per caso o perché gli si è rotta la macchina o perché hanno sbagliato strada. Ma che ci stanno a fare questi? I francesi si chiedono a vederli. E l’amour? In Francia è tutto l’amour carnale s’intende, che l’altro lo lasciano ai teologi per non fare delle brutte figure dialettiche. Si sa che i galletti non sanno prendersi in giro, non conoscono l’auto ironia. Paradossalmente per i Francesi l’amour è una cosa troppo seria per relegarlo in un angolo buio come cerchiamo di fare noi, esso permea la vita di loro tutti e guai prenderlo alla leggera. Noi invece lo chiudiamo fuori dalla porta; questo rientra in casa dalla finestra, furtivamente e di notte. Per i nostri cugini è meglio lasciare la cosa ai teologi o ai filosofi e infischiarsene. Per noi invece no! Bisogna assolutamente parlarne al nostro confessore sempre dopo aver fatto l’amore “peccaminoso”, naturalmente.

Questi nostri cugini maledettamente ricchi diventano anche maledettamente chic quando cercano di esibire il meno possibile la loro ricchezza! Ma non è che siano chic, sono solo un po’ tirchi. Alla fine, grazie a tutti questi luoghi comuni, diventano i cugini raffinati ed eleganti e il gioco è fatto: i nordamericani che hanno il Potere impazziscono e se impazziscono loro, tutti impazziscono come sempre succede quando tutti ridono se il Re …. ride. Noi, invece di farci i fatti nostri, ci mettiamo a trinciar giudizi e a fare i confronti con i vecchi tempi quando i Galli si dipingevano il culo mentre noi romani andavamo in giro “togati” e fregnacce di questo genere: il solito ritornello! Noi cerchiamo di alzare il “capino” orgogliosamente, ma non c’è niente da fare che quelli con il loro piede lo ricacciano per terra o sott’acqua. – che se ne stiano buoni a cuccia e non rompano le palle – Pare che dicano.

Ancora non ci rendiamo conto che per conquistare la stima delle persone non devi chiederla, tipo: – Per favore cari cugini, siamo ancora i grandi italiani di una volta del Rinascimento, non ve lo ricordate? Allora dovete rispettarci! – Loro ci mandano a quel paese: – Ma che cazzo dite? Dovete prendervela la stima! Conquistarla con la forza, perché nessuno mai ve la darà per niente – Amenità di questo genere non per niente la Francia è la patria dell’esprit de geometrie! Per troppi francesi, nel loro intimo, siamo “merd” sin tanto che aspettiamo che loro ci dicano: “accomodatevi signori e riprendetevi indietro quello che vi abbiamo tolto e Napoleone in primis vi ha tolto” – Ah!ah!ah!

Pazzia pura! Certe cose non puoi aspettare che te le diano gli altri. Devi riprendertele con la forza e basta. E Saint Tropez è così: tutta gente che le cose se l’è prese senza chiederle a nessuno, con stile, ma se l’è prese e basta. Tutto il resto sono delle fregnacce! Cose che ci hanno insegnate paludati maestri di vita e che ci hanno svirilizzato e reso paurosi di tutto, anche del sesso che questi preti ipocriti dicono essere una cosa sporca. Questi maestri che ci vorrebbero tutti ancora poveri ed ignoranti come una volta: il gregge redditizio e facile da guidare dappertutto fino a portarlo a suicidarsi in massa dentro nel fiume, se necessario. E mentre Napoleone a Saint Tropez è ancora un Dio, se non sbaglio, fuggito dall’Elba sbarcò da quelle parti nella sua resurrezione dopo la batosta di Waterloo per marciare verso Parigi; nel nostro Sud invece rimpiangono ancora oggi quel santo eroe della Pace e dell’Amore cristiano che fu “Franceschiello”: chiaro? E forse i francesi non hanno ancora perdonato quel marmittone dell’esercito borbonico, un certo “Trintacapilli” che fece fucilare il Maresciallo di Francia Gioacchino Murat, che in Positano si dice abitasse nel Palazzo omonimo e che aveva osato proclamarsi “re” al posto del suo amato Franceschiello! Il suddito “schiavo” che elimina chi lo vuole liberare!!

Il viaggio sta per finire e come Positano anche la Còte può essere o diventare un luogo dell’anima, basta non stilare graduatorie tanto stupide quanto inutili. C’è chi preferisce le more chi le bionde e mille altre cose di questo genere, ma la buona educazione e il buon senso insegnano che la cosa peggiore che ci possa essere al mondo è quella di fare “paragoni” e “confronti” sia tra le cose che tra le persone fra loro diverse: almeno questo dovrebbe essere il dogma da rispettare nella vita di tutti i giorni. Ma si sa che noi italiani siamo sempre stati più degli anarchici che dei dogmatici.

Ma può accadere che due luoghi diversissimi tra loro possano essere entrambi luoghi dell’anima? A me succede dannatamente questo!