Medico-Paziente

La fecondazione in vitro
di CLAUDIO MANNA

6 Ottobre 2022

Di Claudio Manna, Direttore del centro “Biofertility” e ginecologo
COSA È

Si tratta di una tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) mediante la quale gli spermatozoi fecondano gli ovociti in un ambiente artificiale che sostituisce le tube di Falloppio.

È la terapia più utilizzata per superare l’infertilità, una condizione che riguarda il 15% delle coppie in età fertile. La prima bambina al mondo nacque grazie a questa tecnica nel 1978 ad opera degli scienziati Robert Edwards, biologo e Patrick Speptoe, ginecologo.

Da allora più di 8 milioni di bambini al mondo sono nati con questa tecnica

Quando si esegue

La fecondazione in vitro è indicata principalmente nelle seguenti condizioni di infertilità:

  • Ostruzione delle tube di Falloppio
  • Problematiche andrologiche di oligo-asteno-teratospermia
  • Endometriosi
  • Cause idiopatiche

Prima di sottoporsi alla fecondazione in vitro le coppie eseguono esami specifici e tra questi:

  • Test genetici
  • Esami infettivologici
  • Ecografia pelvica
  • Spermiogramma
  • Esami ormonali
LE FASI DELA FECONDAZIONE IN VITRO
  • Stimolazione ovarica e monitoraggio della crescita follicolare: si inizia con una stimolazione ovarica mediante diverse forme di ormoni, principalmente gonadotropine, allo scopo di provocare lo sviluppo di numerosi follicoli e ottenere un certo numero di ovociti della migliore qualità possibile. La stimolazione deve essere monitorata sia ecograficamente, per valutare il numero e le dimensioni dei follicoli in crescita, sia mediante dosaggi ormonali frequenti per adattare alla risposta individuale della paziente la dose dei farmaci somministrati;
  • Prelievo ovocitario o pick-up: quando i follicoli hanno raggiunto le dimensioni volute si procede ad aspirarne il contenuto mediante la sonda ecografica vaginale alla quale si applica un sottile ago collegato a delle provette. Sotto un preciso controllo ecografico l’ago di aspirazione raggiunge tutti i follicoli dopo aver attraversato le pareti vaginali
  • Fecondazione degli ovociti e sviluppo degli embrioni: il liquido follicolare raccolto giunge   in laboratorio in condizioni ottimali di temperatura e pH. Anche il liquido seminale raccolto dal partner giunge in laboratorio dove viene opportunamente trattato per selezionare gli spermatozoi migliori. Il biologo valuta il numero e la qualità degli ovociti ritrovati per decidere quali inseminare. Osserva poi la crescita degli embrioni mantenuti all’interno dell’incubatore metabolico prima del loro trasferimento in utero. Sono possibili due tecniche di fecondazione in vitro: la FIVET (Fecondazione in Vitro ed Embrio Transfer) v. foto e l’ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo) v. foto. Con la prima gli spermatozoi si collocano vicino agli ovociti per favorirne la fecondazione, con la seconda viene introdotto meccanicamente in ogni ovocita un singolo spermatozoo. Inoltre si può decidere di crioconservare gli ovociti o gli embrioni qualora il loro numero superi quello necessario ad un solo transfer oppure per altre ragioni mediche
  • Transfer degli embrioni formati: una volta che in laboratorio si sono formati un certo numero di embrioni alcuni verranno trasferiti in utero con un sottile catetere sotto guida ecografica.

Quella descritta rappresenta la tecnica basilare di PMA ma ve ne sono altre che possono essere applicate insieme come la crioconservazione di ovociti o embrioni, l’uso di gameti (ovociti o spermatozoi) appartenenti a persone al di fuori della coppia (PMA eterologa), la Diagnosi preimpianto che si pratica sugli embrioni alla ricerca di loro anomalie genetiche. Tutte queste tecniche sono ammesse dalla legge che non consente, invece, la PMA in soggetti single, la distruzione di embrioni vitali (ad esempio il loro uso a scopo di ricerca).

Non è detto, per varie ragioni, che un ciclo che inizia con la stimolazione ovarica arrivi poi al transfer e tanto meno alla gravidanza o al parto. È possibile che non si sviluppino i follicoli con la stimolazione, che non avvenga la fecondazione degli ovociti, che gli embrioni arrestino la loro crescita.

 In Italia sono attivi 201 centri che praticano la Fecondazione in vitro e nel 2019 furono iniziati oltre 50.000 cicli su oltre 41.000 coppie (dati del Registro nazionale della PMA). Secondo un rapporto della rivista scientifica RBMOnline si eseguono annualmente nel mondo oltre 2,5 milioni di cicli di Fecondazione in vitro

I RISULTATI DELLA FECONDAZIONE IN VITRO

Bisogna considerare che i risultati della fecondazione in vitro dipendono da molti fattori tra cui l’età della donna, che condiziona la qualità degli ovociti, e il numero di precedenti fallimenti. Altro elemento fondamentale per ottenere risultati ottimali è la qualità del Centro di Fecondazione Assistita ed il grado di personalizzazione delle terapie che può offrire.

I risultati in termini di parti per cicli di stimolazione iniziati possono variare tra il 5-10 % (in genere quando l’età della donna supera i 40 anni) ed il 10-40% (quando la donna ha un’età inferiore ai 30 anni). D’altra parte da centro a centro i risultati possono essere anche molto diversi. In Italia l’Istituto Superiore di Sanità ha calcolato che la media di parti per ciclo iniziato calcolata su tutti i cicli di Fecondazione in Vitro del 2019 fu del 10,2% con una età media delle pazienti di 36,8 anni. Purtroppo in Italia questi dati sono pubblicati sempre in modo aggregato e non si può risalire ai risultati centro per centro. Negli Stati Uniti, dove i risultati vengono pubblicati centro per centro, si vedono, infatti, differenze anche molto grandi tra un centro e l’altro.

Nel nostro centro Biofertility nel 2019 i parti per ciclo iniziato erano stati il 18,2 % sul numero di cicli iniziati con un’età media delle pazienti di 37,2 anni ma anche, purtroppo, con un elevata percentuale di casi che avevano fallito prima di giungere a noi.

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