Pareri a confronto

Rimedi curativi con spot pubblicitari: è ora di dire basta!
di GIAN PIERO SBARAGLIA

9 Gennaio 2023

Nessuno fa niente ed intanto i mass – media continuano a martellare gli utenti con spot pubblicitari che propongono di curare questo o quel disturbo. Diciamolo a gran voce: non è questo un modo per favorire a cuor leggero la così detta “AUTOMEDICAZIONE”? Ma non è forse compito del medico quello di prescrivere terapie adeguate dopo aver visitato un paziente e avergli fatto la diagnosi? Ed invece no! Al riguardo abbiamo due atteggiamenti: il primo è quello di dire con la pubblicità di un prodotto, che è sufficiente “chiedere al farmacista”. Dall’altro sempre tramite spot pubblicitario, ci si limita a fare un grossolano elenco di farmaci per curare magari il mal di testa oppure il mal di gola.

E le istituzioni tacciono, con un silenzio assordante e complice.

Come già detto, tutto ciò favorisce il cittadino al ricorso dell’AUTOMEDICAZIONE, pratica tanto dannosa quanto deleteria, perché fa procrastinare al malato la diagnosi di un suo stato di salute che magari inizia con qualche sintomo leggero e che lo autorizza a provare quel farmaco che ha sentito in TV, ritardando di conseguenza il ricorso al medico curante; inoltre fa in modo che con l’uso del farmaco, autonomamente assunto, venga mascherata una reale diagnosi, rendendo più complesso il lavoro del medico. Questo dato lo riscontriamo ogni giorno, quando nei nostri studi afferiscono pazienti che da qualche tempo dicono di lamentare sindromi vertiginose o mal di gola. Durante l’anamnesi emerge quasi sempre l’aver spontaneamente assunto farmaci e che, dopo averli presi, i sintomi sono continuati fino alla decisione di rivolgersi al dottore.

Ed è inutile negare che in quella circostanza l’Esame Obiettivo può essere alterato dal pregresso uso di certi farmaci, assunti autonomamente dal paziente.

Un esempio per tutti: l’uso gratuito dei colluttori può determinare la scomparsa delle cosiddette “placche alla gola” o meglio di quelle “Pseudomembrane” biancastre, più frequentemente localizzate sulle tonsille palatine, che in certi casi non sono dovute ad affezioni batteriche, ma ai famosi “calcoli tonsillari”, assai frequenti in chi è portatore di tonsille a conformazione “criptica”. Tale conformazione facilita l’annidarsi di residui di cibo con la masticazione, e soprattutto con la deglutizione; viene da sé che in questi casi l’obiettività porta a non formulare bene la diagnosi, rispetto a quando invece il medico – nell’osservare la gola – nota la presenza di queste pseudomembrane le quali, con la vecchia spremitura tonsillare mette il curante sulla via giusta della diagnosi. 

Questo discorso potrebbe essere allargato ad altre patologie, che ci risparmiamo di citare; comunque resta il fatto che dalle istituzioni dovrebbe sollevarsi un forte monito, nei confronti di chi propone questi spot pubblicitari, teso a non favorire l’AUTOMEDICAZIONE”, ma a consigliare uno specifico farmaco solo dopo il parere del curante.

Un’altra problematica che potrebbe insorgere con l’AUTOMEDICAZIONE è che il paziente potrebbe essere allergico ai componenti del farmaco propagandato; allergia di certo nota al curante, ma spesso non valutata dal paziente. E così vale per l’uso smoderato, molto spesso autonomo degli antibiotici!

Si parla tanto in questi ultimi tempi della nascita dell’“Antibiotico resistenza”: non sarà mica frutto dell’indiscriminata abitudine dei cittadini ad usarli, spinti dai soliti suggerimenti pubblicitari? “Qousque tandem abutere Catilina patientia nostra?”.

Dott. Gian Piero Sbaraglia
MEDICO CHIRURGO
Spec. In Otorinolaringoiatria
già Primario Otorinolaringoiatra,
C.T.U. del Tribunale Civ. e Pen. di Roma
Direttore Sanitario e Scientifico

Centro di Formazione
BLSD-PBLSD – Accreditato ARES 118-Lazio e IRC- 

Misericordia di Roma Centro – ROMA.