Sanità e Territorio

La medicina “genere specifica” e la sfida dell’Associazione italiana donne medico di ANTONELLA VEZZANI

24 Febbraio 2023

L’attenzione alle differenze di genere deve indurre innanzitutto ad un cambiamento culturale. Si registra infatti ancora scarsa attenzione al tema anche da parte della classe medica che nell’approccio della pratica clinica punta più alle differenze biologiche e trascura maggiormente quelle di genere, quando invece proprio il “genere” può essere la chiave di volta per sfatare diagnosi tardive e supportare una medicina di alta precisione. Ne parliamo in questa intervista con la Dott.ssa Antonella Vezzani, Presidente di AIDM – Associazione italiana donne medico.

Cosa si intende esattamente per medicina “genere specifico”?

La medicina genere specifica, definita anche medicina di genere, nasce dall’idea che le differenze tra uomini e donne in termini di salute non siano legate esclusivamente alla loro caratterizzazione biologica e alla funzione riproduttiva, ma anche a fattori ambientali, sociali, culturali e relazionali definiti dal termine “genere”.

Il Genere è un costrutto sociale che comprende la totalità̀ dei tratti di personalità̀, delle attitudini, dei sentimenti, dei valori, dei comportamenti e delle attività̀ che la società̀ attribuisce ai due sessi su basi differenti. I ruoli di genere sono le norme comportamentali date agli uomini e alle donne nella vita di ogni giorno, mentre l’identità̀ di genere descrive il modo in cui ci si sente e ci si comporta come maschi o come femmine.

Sia il sesso che il genere influenzano lo sviluppo umano.

Il sesso è un importante modificatore della fisiologia e della malattia attraverso la regolazione genetica, epigenetica, ormonale e le differenze sessuali durano per tutta la vita. Il genere è una variabile altrettanto importante del sesso biologico nella salute umana e influenza il comportamento delle comunità̀, dei medici e dei pazienti. Il genere, a differenza del sesso, è un concetto fluido che può modificarsi nel corso della vita.

L’interesse delle donne medico per la medicina genere specifica nasce dalla consapevolezza che discriminazione e pregiudizio di genere hanno determinato effetti diretti sulla salute delle donne, basti pensare alla violenza domestica, alla difficoltà di diagnosi e terapia dell’infarto miocardico, agli effetti avversi dei farmaci (non studiati sulle donne)  ma anche effetti sulla salute degli uomini che sono stati sotto-diagnosticati in  alcune patologie (es: depressione; osteoporosi), non  sono stati realizzati programmi di screening specifici per il sesso maschile (es tumore della prostata e dei testicoli) e troppo poco è stato fatto per prevenire le morti evitabili maschili legati allo stile di vita.

Applicare la medicina in un’ottica genere specifica è indispensabile per raggiungere la piena soddisfazione dei bisogni di salute e la completa efficacia degli interventi, nel rispetto delle differenze di genere rese evidenti dalla letteratura scientifica fino ad oggi.

Quanto la medicina “genere specifico” è atterrata concretamente nel mondo medico? 

La prima a sollevare l’idea che il pregiudizio di genere potesse compromette la salute delle donne fu Bernardine Healy che, nel 1991, in un editoriale sulla prestigiosa rivista The New England Medicine, affermava che la diagnosi di infarto del miocardio nelle donne era sottostimata. La Healy parla di “Yentl sindrome” ricalcando la storia dell’eroina del romanzo di Singer che deve travestirsi da uomo per poter studiare la Torah, così le donne hanno una maggiore probabilità di essere curate per l’infarto solo quando presentano sintomi uguali a quelli degli uomini. L’editoriale fece molto scalpore e da allora

Da allora molto è cambiato sia nel campo della ricerca che nella pratica clinica, ma l’applicazione, la diffusione e l’insegnamento della medicina di genere stentano a partire. Le cause sono da ricercare nel fatto che la medicina di genere è spesso vista come un’area di interesse specialistica, piuttosto che una considerazione centrale nella ricerca medica.

Come si legge in numerosi report, nelle sperimentazioni cliniche le donne sono ancora sottorappresentate? 

La prestigiosa rivista “Nature”, nel 2010, denunciava come le ricerche cliniche studiavano ancora solamente maschi, sia umani che animali, e invitava i ricercatori ad inserire il genere tra le variabili da esaminare. Pur consapevole delle difficoltà date dal fatto che le donne presentano più̀ variabili, la prestigiosa rivista scientifica affermava che questa «dimenticanza» portava a non sapere, per esempio, come gestire le malattie in gravidanza e a non capire le differenti conseguenze dell’uso dei farmaci in donne e uomini.

Nonostante l’invito delle società scientifiche e dell’Istituto Superiore di Sanità, le donne sono ancora sottorappresentate nelle sperimentazioni cliniche. Le cause sono da ricercare nel fatto che le donne sono più difficili da studiare a causa della oscillazione mensile ormonale, c’è preoccupazione a sottoporre donne fertili alla sperimentazione clinica per i possibili effetti che i farmaci potrebbero avere sulla prole, ma c’è anche difficoltà a mantenere le donne negli studi clinici perché sono sempre molto impegnate, oltre che nel lavoro, anche nell’accudimento famigliare.

In questo senso cos’è l’AIDM e che obiettivi persegue?

L’AIDM è società scientifica riconosciuta dal Ministero della Salute, ha un assetto multidisciplinare che assicura interventi di salute pubblica in tutti gli ambiti della medicina sia nel campo della prevenzione, della diagnosi, delle terapie mediche, chirurgiche, palliative e riabilitative e quanto altro possa essere determinante per la realizzazione degli obiettivi di salute. In questi anni, l’associazione ha svolto una intensa attività di formazione sulla medicina di genere con un coinvolgimento interdisciplinare e trasversale. L’attività̀ è stata così intensa che l’AIDM (I.D.558) è stata riconosciuta dall’AGENAS tra i provider che hanno accreditato più̀ eventi formativi nel 2019.

L’AIDM offre anche uno spazio dove le donne medico possono confrontarsi e discutere dei problemi che le coinvolgono in maniera esclusiva come l’emancipazione e l’empowerment, la progressione nella carriera, il contrasto dei pregiudizi dei colleghi e dei pazienti, la valorizzazione della voce delle donne medico nella comunità scientifica, la conciliazione lavoro-famiglia, la sicurezza nel posto di lavoro e tutto quanto può contribuire a valorizzare il lavoro della donna medico in campo sanitario. Questo nella consapevolezza che per aprirsi una strada nel campo medico è necessario confrontare e condividere le personali molteplici esperienze culturali e professionali.

Dagli anni di Maria Montessori ad oggi come si è evoluta l’Associazione e quali sono le nuove tematiche più stringenti?

L’AIDM (Associazione Italiana Donne Medico) è nata nel 1921 con lo scopo di promuovere la salute della donna e del bambino in un periodo storico dove la condizione femminile era gravata da una forte discriminazione. In una versione aggiornata e moderna dell’associazione lo scopo dell’AIDM è quello di promuovere un approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche che tenga conto anche delle differenze derivanti dal genere.  L’associazione sostiene anche l’attività di ricerca delle associate e, recentemente, è stato intrapreso uno studio dal titolo: Programma di gestione dello stress basato sulla mindfulness nelle giovani donne con sindrome coronarica acuta da dissezione coronarica spontanea.

Quest’anno partecipiamo ad un progetto internazionale che ha ricevuto un finanziamento Horizon 2020. Il progetto dal titolo Victim Protection in Medicine – Exploiting practical knowledge of medical staff to enhance the multi-professional contact with victims of domestic violence. Il Progetto dura 3 anni e porterà alla realizzazione di corsi di formazione online, in lingua italiana, per la formazione del personale sanitario per l’accoglienza delle donne vittima di violenza. Infine, insieme all’Università di Parma, stiamo realizzando un master di secondo livello dal titolo: Medicina genere-specifica: un impulso innovativo alla salute personalizzata e una sfida per i sistemi sanitari. Il master della durata di un anno partirà nel febbraio 2024 e si svolgerà completamente online.

Infine quali sono i terreni comuni sui quali lavorare insieme a Club Medici?

I temi in comune riguardano l’attività di formazione del personale sanitario sia su aspetti specifici legati alla professione, ma anche su temi sociali che coinvolgono il medico come la violenza di genere, la prevenzione delle malattie, aging e disabilità, il contrasto ai fattori di rischio per la salute. La collaborazione con le associazioni di pazienti per facilitare l’incontro tra medici e pazienti, raccoglierne le esigenze e proporre interventi sul SSN e/o eventuali adeguamenti normativi. Entrambi offrono uno spazio dove confrontarsi e discutere di problemi che riguardano la professione del medico e studiare strategie per migliorarne la qualità della vita facilitando la conciliazione lavoro-famiglia, le relazioni intergenerazionali e di genere.