Pareri a confronto

L’Oms dichiara la fine della pandemia. Ma è davvero così?
di CORRADO e FABIO PERRICONE

15 Maggio 2023

L’unica nazione che si è contrapposta a questa dichiarazione è l’India, da non sottovalutare che l’India è la nazione più popolosa al mondo con un miliardo e mezzo di abitanti, perché si trova in pieno rischio per la variante “Acrux”. Dichiarare la fine della pandemia è discutibile perché viene interpretato erroneamente come se la pandemia fosse estinta: il rischio maggiore è collegato al rallentamento della prevenzione a cui bisogna dare il merito di aver rallentato la diffusione della pandemia.

Per esempio l’igiene delle mani è una procedura semplice e veloce quanto efficace, tanto che da quest’anno è stato dichiarato il 5 maggio “Giornata mondiale dell’igiene delle mani”. Per quanto riguarda la prevenzione con la mascherina invece di prendere provvedimenti restrittivi imponendone l’uso, il Ministero della Sanità italiano ne propone solamente l’uso nelle strutture sanitarie lasciando il libero arbitrio, mentre la quasi totalità della popolazione non ne fa proprio più uso.
I vaccini autorizzati in uso, fondati in realtà sulla terapia genica, sono più di un centinaio (cit. farmacologo Marco Cosentino) con la conseguenza della produzione di varianti, alcune delle quali si sono dimostrate particolarmente rischiose.

Si è dimostrato scientificamente che detti vaccini avrebbero potuto danneggiare anche il sistema immunitario: ipotizzare lo studio dell’immunità attraverso la tipizzazione linfocitaria. Riguardo allo studio dell’immunità solamente da poco tempo altri studi si sono dimostrati fondamentali ai fini dell’inquadramento della pandemia e speriamo anche della risoluzione della stessa. L’immunità è correlata totalmente all’attività immunitaria, oltre alla difesa immunitaria legata alla produzione di anticorpi (immunoglobuline) di pertinenza sierologica, esiste però anche una seconda difesa immunitaria legata invece alla presenza dei linfociti T. Un’indagine fondamentale per lo studio dell’immunità è la tipizzazione linfocitaria per avere un quadro completo dello stato immunitario in quanto ci dà la visione anche se parziale della normofunzionalità tramite lo studio funzionale dei linfociti. I linfociti sono globuli bianchi (leucociti) che hanno un ruolo essenziale nella risposta immunitaria.
La tipizzazione linfocitaria ci permette di approfondire il loro ruolo, grazie alla presenza di antigeni di superficie, ognuno dei quali ha una funzione diversa.

I linfociti T vengono suddivisi in CD3, che rappresentano i linfociti totali, linfociti CD4, cosiddetti linfociti Helper che aiutano i linfociti B a produrre anticorpi, linfociti T Suppressor CD8, i linfociti CD16 & CD56 definiti anche Natural Killer, responsabili dell’immunità innata, una funzione particolare hanno i linfociti B (CD19) che hanno un ruolo chiave nella produzione di anticorpi. Un ruolo a parte è quello del gruppo dei linfociti CD8 attivati, anch’esso può essere valutato con la tipizzazione linfocitaria, attraverso la citofluorimetria, tale gruppo nel meccanismo della protezione ha il ruolo di determinare l’eliminazione del virus già al primo contatto. Essendo l’indagine limitata a questo gruppo viene etichettata come SEVEN TEST.

Da mettere in evidenza che la Fondazione Mediterraneo aveva già suggerito di attuare queste indagini con la diffusione a livello globale, proponendo anche un antidoto frutto della collaborazione di tutte le nazioni del mondo.

Prof. Corrado Perricone - Ematologo e già responsabile del Centro di Immunoematologia dell'AORN Santobono Pausilipon, già componente del Consiglio Superiore della Sanità. Responsabile del comitato scientifico della “Fondazione Mediterraneo”

Dott. Fabio Perricone - Ginecologo, esperto di Medicina della Riproduzione ed Endocrinologia Andrologica - Medicina Clinica e Sperimentale. Membro del comitato scientifico della “Fondazione Mediterraneo”.