Medico-Paziente

“Occupiamoci di uomini”: la salute sessuale maschile tra tabù e disinformazione

5 Giugno 2024

La sessualità maschile in Italia è un tema – per definizione – caldo, parte integrante dell’equilibrio fisico e psicologico del singolo e della coppia. Se ne parla ancora in maniera sussurrata al proprio medico curante, perché raramente ci si sente a proprio agio e non rappresenta una consuetudine sottoporsi a visite periodiche con uno specialista, come accade per le donne con il ginecologo. Manca un dibattito pubblico aperto che aiuti a scardinare gli stereotipi e i non-valori legati alla virilità tossica, a favore di una nuova relazione fra individui che incentivi il confronto e il dialogo. 

Viviamo in un contesto sociale complesso in cui sono in crescita i problemi legati alla sessualità che minano la salute e la felicità individuale di molte persone, ma allo stesso tempo possono essere alla base di comportamenti devianti e violenti di cui purtroppo i media rendono conto. In questo senso è necessaria una vera rivoluzione culturale che smarchi la sessualità maschile dalle stereotipizzazioni sociali che spesso l’hanno relegata a non poter essere oggetto di discussione e di dibattito. La disfunzione erettile, ad esempio, è ancora – e ampiamente – un argomento tabù, nonostante comprometta la serenità di molti uomini e delle loro relazioni. Un tema celato ad altre persone e condiviso con andrologi, endocrinologi, urologi e sessuologi solo quando è impossibile evitarlo.

La sinergia medico-paziente è ancora lontana dall’essere una consuetudine e la scarsa educazione sessuale in famiglia e a scuola, sin dalla giovane età, non favorisce il superamento di quello che, in Italia, è soprattutto un freno psicologico e culturale. In controluce, suggerisce l’ombra di risvolti comportamentali preoccupanti da parte di chi ne soffre, e – in extremis – conseguenze molto serie, finanche tragiche, che si ripercuotono sulle compagne e sui compagni di vita.  L’Università di Pavia, con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, e SIAMSSocietà Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, con il supporto di Cooper Consumer Health, dopo 25 anni dalla commercializzazione dei primi trattamenti orali per l’impotenza maschile, presentano i risultati di un progetto di ricerca che coinvolge sia specialisti della salute fisica e mentale, sia persone comuni, per capire a che punto siamo e da dove possiamo partire per scardinare uno dei temi proibiti del nostro tempo.

L’OSSERVATORIO POWERED BY COOPER CONSUMER HEALTH 

Presentato a Milano l’Osservatorio “Occupiamoci di uomini – la salute sessuale maschile fra tabù e disinformazione”, powered by Cooper Consumer Health alla presenza della prof.ssa Rossella Nappi, Ordinario di Ostetricia e Ginecologia all’Università degli Studi di Pavia, responsabile della SSD Ostetricia e Ginecologia 2 dell’IRCCS Policlinico San Matteo e presidente AGUI (Associazione dei Ginecologi Universitari Italiani), del prof. Emmanuele A. Jannini, ordinario di Endocrinologia e Sessuologia Medica Università di Roma Tor Vergata, presidente Accademia Italiana della Salute della Coppia (AISC) – SIAMS e del prof. Flavio Antonio Ceravolo, associato di Sociologia e direttore del progetto di ricerca. L’indagine sociologica adottata è implementata con un approccio multi-metodo, articolandosi così in un gruppo di interviste in profondità con medici specialisti sia della riproduzione maschile e femminile, sia della psicologia del singolo e della coppia e in focus group. La ricerca prevede anche il coinvolgimento dei pazienti cercando di comprendere quali tecniche siano applicate per il superamento della mascolinità “tossica” e quali leve possono essere utili per incentivare un dibattito pubblico finalmente libero. Proprio per questo saranno anche condotte interviste nell’ultima fase di indagine con i responsabili di alcuni Centri Antiviolenza. In parallelo, infine, si valuteranno quali modelli e stereotipi siano proposti ancora dai media, a una generazione di distanza dall’immissione sul mercato delle prime molecole che hanno consentito di superare l’impasse dell’impotenza e della sua ricaduta psicologica.

Il prof. Ceravolo e il suo team di lavoro sintetizzano alcuni dei punti più interessanti emersi: “La ricerca ha lo scopo di fornire strumenti di conoscenza e di lavoro a chi deve operare nel settore. L’obiettivo è capire come si possa favorire l’accettazione e la presa in carico di un problema di salute sessuale maschile identificando l’origine degli stereotipi machisti che spesso lo impediscono. La salute maschile non deve più essere un tabù, dobbiamo uscire dalle insidie della mascolinità tossica a cui ormai ci siamo abituati. Ogni uomo dovrebbe sentirsi sereno nel parlarne e nell’informarsi. Come sempre in medicina, peraltro, la tempestiva presa di coscienza di un possibile problema può ridurre i rischi di situazioni pericolose e scongiurare condizioni di solitudine e infelicità che sarebbero davvero evitabili“.

  
La prof.ssa Nappi aggiunge: “La salute sessuale maschile non è appannaggio solo dell’uomo. I partner possono avere due ruoli opposti: vivere il percorso attivamente coinvolti o passivamente trovarsi a subire le conseguenze delle patologie del pene, diventando degli amplificatori dello stress. La differenza sostanziale la fa chiaramente la qualità della relazione. Io mi occupo più da vicino di salute e sessualità femminile da molti anni, e dunque mi piace pensare alla partner come una risorsa e non come un ostacolo sottolineando l’importanza della relazione uomo-donna nel percorso di cura. Quanto più è paritetica, tanto più la mascolinità perde quell’impronta scorretta, deviata e tossica che oggi affligge ancora gli uomini nella nostra società. Le partner possono essere ‘combustibili’ positivi per avvicinare alla prevenzione e alla cura di disfunzione erettile, eiaculazione precoce ecc., proprio per le caratteristiche specifiche delle donne che sono più abituate a discutere le problematiche intime con il ginecologo e dunque hanno maggiore possibilità di comprendere le responsabilità individuali e di coppia nell’insorgenza dei sintomi sessuali“.

Massimo Geromino, General Manager Cooper Consumer Health conclude: “Prendere parte a questa ricerca significa per noi avviare anche in Italia un percorso di conoscenza e informazione dedicato alle patologie della sessualità maschile. Anzi, vogliamo che si torni ad attivare il dibattito e a fare chiarezza su un argomento – erroneamente – considerato tabù nel nostro Paese, e che invece può contare su contributi scientifici importanti e nuove prospettive grazie alla medicina d’avanguardia“. 

L’età è un fattore importante nella considerazione della mascolinità. Nella società contemporanea ci sono due pesi e due misure: un uomo che, suo malgrado, scopre di avere un tumore genitale attorno ai 30/40 anni, e va da un urologo per attivare le cure necessarie, è considerato un soggetto la cui mascolinità è minata, depotenziata e la sua identità di maschio quasi compromessa. La stessa patologia in un uomo in età avanzata incide molto meno sull’idea di potenza che il contesto sociale ha di lui. Questa differenza genera quindi nuovi tabù e barriere nella gestione della salute sessuale maschile. 

L’Osservatorio sulla sessualità maschile e sul suo peso sociologico è un importante strumento di comunicazione perché si torni a parlarne e ad attivare un megafono su una condizione che, ancora prima di essere sanitaria, è culturale. A tal punto che, dalle evidenze dell’Università di Pavia, è necessario coinvolgere nel dibattito anche i Centri Antiviolenza per capire quali chiavi e strumenti vengono messi in atto per disinnescare i risvolti più critici della mascolinità tossica.