Pareri a confronto

Sofrologia: il metodo per dominare emozioni e aggressività

19 Maggio 2025

di Antonio Bernardi, medico sofrologo

Un “fuoco infernale” di inaudite proporzioni sta devastando tante realtà della vita sociale e familiare, privata e pubblica. Il mondo sembra in preda alle “fiamme”: le guerre, il terrorismo sempre più minaccioso, l’inquinamento di qualsiasi tipo, i disastri ambientali, la corruzione sempre più sfrenata…Secondo alcuni, anche tra gli scienziati, il mondo sta scivolando verso la catastrofe, senza alcuna prospettiva di ripresa. Senza voler negare il progresso del bene di tante persone e di tanti gruppi e comunità, non possiamo chiudere gli occhi di fronte a tanti fenomeni di egoismo, di violenza spietata, di depravazione spaventosa…che manifestano:

  • l’oscuramento delle coscienze,
  • lo smarrimento dei valori umani e cristiani,
  • il progressivo degrado morale di tanta parte della società.

L’umanità appare impazzita…Tutto sembra crollare…Tutto sembra andare alla deriva: la giustizia, la moralità, la famiglia, la dignità dell’uomo e della vita…

San Giovanni Paolo II affermava a Denver: “Se nella lunga vicenda umana vediamo sempre presente lo scontro tra il bene ed il male, tra la luce e le tenebre, tra la grazia di Dio e il potere del maligno, mai, come in questo secolo, tale lotta si è fatta così aspra, palese e decisiva”.

Il filosofo e teologo Carlo Fiore afferma che: “nel post-moderno la verità non esiste, esistono tante verità quanto sono le teste”. Siamo entrati nell’era del frammento, della modernità liquida, in cui nulla è fisso, nulla vi è di certo e di assoluto…tutto è sfuggente, mobile, fluttuante…come la polvere che turbina nell’aria, come qualcosa che domani non ci sarà più. Siamo dei nomadi sperduti, senza più legami, senza regole e sicurezze…la vita rassomiglia a una giostra, in cui Dio (la verità oggettiva) non ha posto. La cultura del frammento aborre da tutto ciò che è impegno, valore duraturo, decisioni e scelte definitive. Si apre così la strada al nichilismo. “Adesso – tutto – subito”: sono gli avverbi di moda delle società occidentali. Ma la conclusione drammatica è il vuoto, la solitudine, la disperazione”. (Carlo Fiore)

I giovani di oggi risentono di queste categorie del “relativismo post-moderno”, e quindi hanno “il senso del frammento” di qui la poca capacità a perseverare, la fatica nel compiere un cammino serio, gli stati d’animo che cambiano continuamente. Fatta questa introduzione tratta da “Il mondo brucia e tu…cosa fai?” di Don Liborio Tambè, vediamo ora come l’uomo, l’individuo può reagire a questo dissolvimento della coscienza e ritrovare la sua vera identità. Abbagliato dalle sue conquiste l’uomo di oggi è tutto proteso verso l’esterno ed ha smarrito la dritta via per inoltrarsi in una selva oscura e non sa più come uscirne. La sua coscienza è sempre più offuscata generando una infermità di massa: aumentano le malattie psichiatriche, i suicidi e gli omicidi, si comunica solo attraverso i “social”, aumenta l’uso di alcool e sostanze stupefacenti. È in atto un processo di disintegrazione che può portare all’autodistruzione della nostra cultura se non si trovano soluzioni urgenti ed adeguate. Chi ci governa dovrebbe essere consapevole di questa catastrofe in atto, ma purtroppo sappiamo che anche molti di loro fanno uso di sostanze psicostimolanti per reggere il ritmo frenetico e nascondere il loro disagio esistenziale in questa società che è sempre più “liquida”, priva di valori, dove conta solo il denaro, il sesso ed il potere. Il lato peggiore è che ci stiamo tutti adeguando perché “tanto non si può fare niente”.

Invece possiamo fare tanto se comprendiamo che l’armonia, il benessere non è fuori di noi, ma dentro di noi, solo che ci scusiamo “perché non abbiamo più il tempo per rientrare dentro di noi”. Ragioniamo dalla cintola in giù, sempre più sazi, ma tristi, angosciati e disperati. Assistiamo così al prevalere delle forze negative esterne (del male) che deformano la bellezza del nostro mondo interiore dove, invece di regnare la luce che illumina il cammino della nostra esistenza, si addensano nubi tenebrose dell’angoscia. Chi può veramente darci una mano concreta per uscire da questo notevole disagio esistenziale è una scuola scientifica fenomenologica il cui nome sintetizza molto bene la sua finalità: Sofrologia da sos=armonia; fren=mente, spirito, coscienza; logos=studio, discorso. La Sofrologia è una disciplina medica che studia la coscienza umana, interessandosi alle sue variazioni e modificazioni, con lo scopo di aiutare l’essere umano a vivere in armonia con sé stesso e con il suo ambiente. È la scienza dell’armonia della coscienza e dei valori dell’esistenza. Ma che cos’è la coscienza? Prima di definirla dobbiamo dire come la Sofrologia considera l’uomo. Ebbene, dal punto di vista filosofico la Sofrologia considera l’uomo un essere originale, indivisibile e trascendente, dotato nelle sue basi esistenziali di una forza, un potenziale energetico che unisce le strutture del corpo alle strutture della mente. Ecco, questo potenziale energetico, questa forza è la coscienza. È questa forza che permette all’uomo di trascendere sé stesso e di entrare in comunicazione con il resto del mondo, con gli altri esseri viventi, con il suo Creatore. La parola coscienza deriva dal vocabolo latino “cum scire”: una conoscenza che accompagna le nostre azioni ed impressioni. Infatti un individuo è in stato di coscienza quando si rende conto di ciò che gli accade, di cosa sta facendo, dove si trova in quel momento. Questo succede poiché il cervello, attraverso le sue cellule e fibre nervose, è collegato a tutto il resto del corpo e, attraverso il corpo, con vari stimoli (visivi, tattili, acustici, ma anche enterocettivi, propriocettivi ed esterocettivi), è stimolato ed informato. Tutte le sensazioni attraverso il corpo arrivano al cervello, che è il nostro computer, dove vengono elaborate. Da questa elaborazione scaturisce un’azione, un comportamento, uno stato mentale, un atto di coscienza. Si capisce da ciò come corpo e mente sono due facce della stessa medaglia: l’uno è il completamento dell’altra. L’armonia, l’equilibrio psico-fisico, sta proprio nel ricomporre questa unità. La Sofrologia non vuole fare altro, con metodiche e tecniche psico-fisiche, che arrivare alla mente attraverso il corpo: la via più naturale e fisiologica che c’è. Infatti questo avviene in noi quotidianamente, soltanto noi viviamo in disarmonia proprio perché recepiamo stimoli negativi. Allora il problema sta proprio nell’invertire la rotta: cioè fermarsi un po’, guardare dentro di noi, interiorizzare sentimenti positivi. La Sofrologia si propone, attraverso metodiche e tecniche psico-fisiche, di rinforzare la personalità potenziando le capacità della coscienza, sviluppando l’unità corpo-mente ed il sentimento del corpo dal quale la coscienza stessa fuoriesce, al fine di condurre l’uomo a trovare un equilibrio psico-fisico, cioè un’armonia interiore che gli faccia accettare serenamente la sua vita e la sua esistenza. In mezzo a questo mare di disperazione ecco una scialuppa per tornare a riva e ricominciare una nuova vita. La nostra società attraversa una grave crisi proprio perché sono venuti meno i veri valori esistenziali, abbiamo bisogno di recuperare la dimensione spirituale, senza la quale l’uomo inaridisce, abbrutisce e regredisce (“prima di avere bisogna essere”).  Naturalmente la Sofrologia, avendo come campo di studio la coscienza, è una scienza fenomenologica, cioè studia ed osserva il fenomeno senza avere la possibilità di riprodurre il medesimo in laboratorio, come avviene per esempio per una malattia infettiva. Bisogna allora partire da una teoria di base, da un’ipotesi di lavoro che deve essere poi valutata e confermata da risultati clinici-pratici. Ecco allora che la coscienza, allorquando diciamo che è una forza, la possiamo quantificare e qualificare. Abbiamo così gli stati di coscienza (che sono le qualità della coscienza stessa) ed i livelli di coscienza (che sono gli aspetti quantitativi della medesima).

Nel ventaglio della vita ideato da Caycedo, i vari simboli indicano:

  • i segni + indicano le strutture sofroniche,
  • i segni – indicano le strutture anafroniche,
  • i segni N indicano le strutture neutre,
  • i segni H indicano le strutture mute.

Lo stato di coscienza ordinaria (dove normalmente un soggetto sano si trova) è lo stato in cui un soggetto si rende perfettamente conto di ciò che fa, di ciò che gli accade, dove si trova e sa rispondere in maniera adeguata, senza frustrazione agli stimoli esterni. Vi è poi lo stato di coscienza patologica caratterizzato dagli stati di ansia e nevrosi sino ad arrivare alla depressione o addirittura alla psicosi, alla schizofrenia. Nello stato di coscienza patologica il soggetto perde l’armonia, l’integrità e l’unità corpo-mente: tale stato è uno stato di coscienza negativo. È lo stato di gran parte degli individui di questa nostra società. Con la sofrologia nasce un terzo stato di coscienza: la coscienza sofronica. È uno stato di coscienza positivo in cui il soggetto potenzia l’unità corpo- mente percependo l’armonia interiore. Consideriamo ora i livelli di coscienza. Abbiamo per prima il livello di veglia: è quello in cui vi trovate ora voi che state leggendo. Poi vi è il livello del sonno: quando si dorme. Vi è infine un terzo livello che si trova tra la veglia ed il sonno e che il prof. Caycedo (fondatore della Sofrologia) definisce livello sofroliminale.

Questo livello sofroliminale lo attraversiamo inconsciamente tutte le sere quando andiamo a letto per dormire. Infatti, per alcuni secondi, noi chiudiamo gli occhi, rilasciamo i muscoli del corpo e poi passiamo nel sonno profondo. Questo livello sofroliminale è molto importante in Sofrologia perché esso è la porta di ingresso per acquisire una coscienza sofronica.  Il grande merito del Prof. Alfonso Caycedo è di aver intuito, attraverso gli studi di neurofisiologia, l’importanza di questo livello di coscienza. Esso può essere raggiunto da ognuno di noi se comiciamo a chiudere gli occhi ed a rilasciare, come attori e spettatori, tutti i muscoli del corpo, dalla fronte ai piedi, prendendo coscienza di questo rilassamento e respirando armonicamente con l’addome. Il raggiungimento del livello sofroliminale può essere rilevato scientificamente da elettrodi posti nel cuoio capelluto, i quali rilevano l’attività elettrica del cervello, similmente a come si fa con il cuore attraverso l’elettrocardiogramma. 

Il livello sofroliminale è molto importante perché a questo livello si è particolarmente percettivi, vengono meno le tensioni della corteccia cerebrale, e quindi il soggetto non si lascia distrarre dal mondo esterno, ma è particolarmente sintonizzato con il suo mondo interno, per cui interiorizza tutte quelle sensazioni vitali positive che gli si propongono. Ecco allora la prima novità della Sofrologia: tutte le metodiche e tecniche psico-fisiche di rilassamento vengono effettuate a livello sofroliminale.

Naturalmente prima di poter eseguire le varie metodiche e tecniche psico- fisiche, il soggetto deve imparare la tecnica di sofronizzazione semplice, che è una tecnica statica che gli permette di acquisire e controllare, per quanto tempo desidera, il livello di coscienza sofroliminale.

Partendo da questa ipotesi di lavoro, non resta altro da fare che ricercare metodiche e tecniche psico-fisiche che maggiormente influiscano in modo positivo sullo stato di coscienza. Ecco allora che, spinto da curiosità scientifica, il Prof. Alfonso Caycedo si reca nel 1964 in Oriente, dove resta due anni e lì studia ed osserva il fenomeno Yoga, Buddismo e Zen. Viene a conoscere i più grandi santoni di queste discipline esistenziali e si rende conto che vi è in essi una grande presa di coscienza, una vera unità corpo-mente, una profonda armonia interiore. Intuita l’essenza del fenomeno, Caycedo nel 1966 torna in Spagna e comincia ad elaborare il suo rilassamento dinamico, che ha più volte rimaneggiato ed ampliato, e che ha come finalità il rinforzo della personalità in tutte le sue aree: l’area psicomotoria, l’area cognitiva o intellettiva, l’area emotivo-affettiva e l’area socio-collaborativa. Inizia così il periodo scientifico vero e proprio della Sofrologia, cioè le ipotesi di lavoro vengono confermate dai risultati clinici-pratici.

Le tecniche Yoga, Buddismo e Zen vengono praticate in Oriente per una finalità religiosa. Gli Orientali credono alla reincarnazione e siccome secondo la loro credenza la vita è sofferenza, attraverso queste tecniche sono convinti di avvicinarsi a Dio che avrà così pietà di loro interrompendo tale ciclo. Nel fare questo però essi raggiungono un livello di coscienza particolare, sviluppando un notevole autocontrollo ed una grande corporeità, cioè un profondo sentimento positivo del loro corpo. Caycedo, nel suo rilassamento dinamico, adatta queste tecniche e metodiche alla mentalità occidentale con una finalità scientifica ben precisa: il rinforzo della personalità. È come se avesse preso dei mattoni di una vecchia casa per fare una casa adatta a persone con diverse esigenze. Cerca infine mezzi oggettivi per confermare scientificamente il suo fine. Si avvale così di test psicologici (che vengono somministrati ai soggetti prima ed alla fine del training in modo da avere un dato obiettivo sul rinforzo della personalità), utilizzo dell’elettroencefalogramma, dosaggio nel liquido cefalorachidiano di sostanze come le encefaline ed altre endorfine (prima e dopo il training sofrologico). Le numerose statistiche elaborate dai diversi centri della Spagna, Francia, Svizzera, Belgio e Italia ci dicono cose interessanti. I pazienti che in gruppo o singolarmente si sono sottoposti all’allenamento quotidiano del rilassamento dinamico di Caycedo, oltre ad avere eliminato i vari disturbi psico-somatici, quali ad esempio mal di testa, emicrania, dismenorrea, fobie, disturbi del sonno, colite spastica, tachicardia, mialgie e così via, hanno sviluppato sentimenti di autostima, di autosicurezza che hanno eliminato la loro timidezza migliorando così le loro relazioni interpersonali.

Molto interessante è stata l’applicazione di queste tecniche ai bambini, dai 6 anni in su, operata dal pediatra Prof. Mariano Espinosa Aroca di Madrid. Egli nel 1974 ha ricevuto a Buenos Aires in Argentina, al 14° congresso mondiale di pediatria dal tema “Un bambino sano per un mondo migliore”, la prima medaglia d’oro per aver messo a punto una Sofrologia pediatrica. Egli presentò una statistica molto interessante, quale per esempio un risultato di successo del 95% in bambini con enuresi notturna, cioè bambini che facevano la pipì a letto.  Ma il risultato pratico, oltre all’eliminazione dei vari sintomi, è l’autostima, l’auto-sicurezza che il bambino elabora allorché rafforza il suo schema corporeo, la sua corporeità. Il bambino allora si rende conto che imparando a rilassarsi è in grado di stare calmo, tranquillo, di migliorare l’apprendimento e così via. L’applicazione di queste metodiche nel campo dello sport ha portato al miglioramento delle prestazioni atletiche, sportive ed agonistiche. Nel campo della scuola il training della memoria permette di studiare a livello sofroliminale così da migliorare il rendimento scolastico ed eliminare i disturbi di concentrazione, memoria, analisi e sintesi. Altrettanto interessante è la preparazione al parto e maternità dove la donna, attraverso la tecnica di sofroaccettazione progressiva, vive dentro di sé l’evento proiettata in una situazione futura, per cui, quando avrà il bambino, troverà minore difficoltà ad accudirlo e nutrirlo perché ha già vissuto dentro di sé, a livello sofroliminale, quella situazione futura. Altra applicazione medico-pedagogica è la riabilitazione post infarto miocardico ed ictus cerebrale. Infine, in centri specializzati, stanno studiando queste tecniche per applicarle ai malati terminali e far accettare loro serenamente la fine della vita terrena. Da quanto esposto vi sarete resi conto di come la Sofrologia, nata nel seno della medicina per creare armonia nell’individuo, abbia poi allargato i suoi orizzonti, sfociando nel campo della pedagogia e della sociologia, poiché l’individuo deve imparare a vivere in armonia non solo con sé stesso, ma anche con gli altri esseri viventi e con la società intera. Diceva Bertold Brecht “Tutte le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte: saper vivere”. Ebbene la Sofrologia, mettendo insieme le conoscenze delle varie scienze e filosofie, cerca di creare una disciplina esistenziale adatta all’uomo moderno, affinché egli arrivi all’arte sublime: saper vivere.  La coscienza è una forza integratrice di una dinamica corpo-mente, è quindi parte di una struttura psico-biologica.  Caycedo, muovendo da questi presupposti, intuisce la presenza nelle strutture molecolari della cellula di elementi psico-biologici che hanno una capacità di risposta specifica se vengono attivati da precisi stimoli. A questi elementi psico-biologici Caycedo dà il nome di unità froniche. Esse nel loro insieme costituiscono le strutture froniche della coscienza. Le unità froniche sono costituite da cariche o valenze positive, negative e neutre. Sono gli stimoli esterni, i vissuti che incidono sulle strutture froniche e ne determinano le valenze positive, negative e neutre. Da ciò capite ora come gli stati di coscienza hanno una diversa valenza. Nello stato di coscienza patologica prevarranno valenze negative, nello stato di coscienza ordinaria c’è un bilanciamento tra le cariche positive, negative e neutre, mentre nello stato di coscienza sofronica prevarranno le valenze o cariche positive.

Diciamo, quindi, che il nostro stato di coscienza scaturisce a seconda di come noi attiviamo le strutture froniche: se attiviamo strutture froniche negative viviamo in uno stato di coscienza patologica, se attiviamo strutture froniche positive viviamo in uno stato di coscienza ordinaria o di coscienza sofronica. Molto importanti diventano poi le strutture neutre, dove ancora non prevale né il positivo né il negativo, ed altri tipi di strutture dette mute perché ancora non attivate.  Sono queste unità neutre e mute che noi possiamo e dobbiamo attivare in modo positivo per crearci strutture sofroniche, cioè positive, e quindi poter percepire e raggiungere l’equilibrio psico-fisico. Quando prevalgono in noi strutture sofroniche (positive), come nella coscienza sofronica (positiva), significa che noi viviamo e che in noi vi sono contenuti gratificanti, piacevoli, armoniosi. Viceversa, se prevalgono strutture anafroniche (negative), prive di positività, come nella coscienza patologica significa che noi viviamo e che in noi vi sono contenuti negativi, frustranti. Le strutture neutre sono rappresentate da contenuti che apparentemente non hanno importanza, non hanno una carica emotivo-affettiva particolare che li colora o li definisce. Essi sono contenuti del presente, ma noi però possiamo renderli positivi o negativi. Un esempio di ciò è la preparazione ad un esame: se siamo preparati ci sentiamo anche gratificati, altrimenti siamo in ansia per l’evento.

Veniamo ora alle strutture mute: esse sono un enorme potenziale energetico dentro le nostre strutture mentali, che il più delle volte resta inutilizzabile. La Sofrologia ci insegna come imparare ad utilizzarlo ed a riempirlo di contenuti positivi così da trasformarlo in struttura sofronica (positiva). L’esempio più lampante di ciò è la percezione del nostro corpo. Molti non sanno sentire né percepire il loro corpo e spesso lo percepiscono in modo totalmente negativo. Si tratta allora di rinforzare lo schema corporeo, cioè l’immagine del corpo accompagnata da un sentimento positivo. La Sofrologia, con le sue metodiche e tecniche, va ad attivare e stimolare in modo positivo soprattutto le nostre strutture froniche neutre e mute. Ebbene vi rendete conto ora come dalla stimolazione delle strutture froniche si determinano modificazioni qualitative della coscienza che si oggettivano, cioè si manifestano nei comportamenti osservabili nei diversi stati di coscienza.  Le strutture froniche però non devono essere considerate come delle strutture psicobiologiche statiche, stabili, predeterminate, predestinate a colorarsi di bianco (carica positiva), nero (carica negativa) o grigio (carica neutra).  Esse in realtà sono dinamiche e potenzialmente atte a diventare positive, negative o neutre, a seconda del contenuto affettivo-emotivo che risiede o circola nelle loro intime strutture. Dagli studi di neurofisiologia sappiamo infatti che ogni informazione o messaggio significativo, ogni contenuto esistenziale, ogni pulsione istintivo- impulsiva passa per primo nelle strutture del talamo, ipotalamo e circuito limbico prima di arrivare alla corteccia cerebrale. Talamo, ipotalamo e circuito limbico sono strutture cerebrali inferiori poste al di sotto della corteccia cerebrale. A questo livello gli stimoli subiscono un’importante elaborazione, per cui essi si trasformano in vissuti caricandosi di una tonalità affettivo-emotiva specifica, diventando così un vissuto gradevole o sgradevole, gratificante o punitivo, piacevole o spiacevole, positivo o negativo. Il vissuto così trasformato viene registrato nelle schede mnesiche della memoria, a livello conscio se la percezione è stata consapevole o a livello inconscio se il contenuto è stato rimosso o non ha raggiunto la soglia della consapevolezza. Sappiamo poi come l’informazione dal talamo passa nelle varie zone della corteccia sino all’area frontale dove si trasforma in idea-motoria da cui nasce un comportamento. Partendo da ciò si capisce come i contenuti piacevoli, appaganti, stimolanti, i vissuti gratificanti, le esperienze positive si ancorano, risiedono e circolano nelle strutture froniche tipiche dello stato di coscienza sofronica. Viceversa, i contenuti caricati di ansia, di angoscia, i vissuti frustranti, i bisogni istintivi primari non appagati, i contenuti stressanti, le situazioni conflittuali si ancorano, risiedono e circolano nelle strutture froniche tipiche dello stato di coscienza patologica. Tutti questi vissuti ricondotti a potenziale energetico circolano nelle strutture cerebrali della nostra memoria e costituiscono i circuiti cerebrali esistenziali, i quali alimentano tutta la nostra personalità, il nostro modo di essere.  Possiamo dire che noi siamo il risultato delle nostre esperienze personali, la nostra personalità viene fuori proprio dalle varie tonalità emotivo-affettive dei vari vissuti e dei vari contenuti. Le metodiche e tecniche psico-fisiche della Sofrologia vanno ad attivare questi circuiti cerebrali che sono collegati con tutte le varie parti del nostro cervello, per cui quando noi li attiviamo in modo positivo è, per esempio, come se lubrificassimo gli ingranaggi di una macchina: come la macchina anche il nostro cervello migliorerà la sua prestazione.  Abbiamo tre tipi di circuiti cerebrali esistenziali:

  1. presenti, dove circolano contenuti consci, cioè che si manifestano alla nostra coscienza;
  2. latenti, dove circolano contenuti preconsci, i quali attraverso un’evocazione possono divenire consci;
  3. giacenti, dove vi sono contenuti inconsci che non affioreranno allo stato conscio, ma che, attraverso il sogno, possono manifestarsi in forma mascherata.
Schema raffigurante i tre circuiti sottocorticali

Vi rendete conto ora come la moderna anatomo-neuro-fisiologia, partendo dall’esistenza di circuiti cerebrali che collegano le strutture corticali e sottocortcali, giunge ad avere una concezione dinamica della coscienza. Partendo da queste considerazioni, il problema che ci si pone è questo: è possibile e, se lo è, con quali meccanismi neurofisiologici possiamo stimolare ed attivare le nostre strutture froniche, i nostri circuiti cerebrali esistenziali? Ciò è possibile anzitutto attraverso l’evocazione ed il ricordo. A livello di veglia però questa riproduzione o “rivissuto” di una esperienza passata non si manifesta in forma esplicita ed eclatante, in quanto vi sono le interferenze emotive presenti e vi è l’azione razionale e frenante della corteccia cerebrale vigilante. A livello sofroliminale, invece, le interferenze emotive e le resistenze corticali razionali sono ridotte al minimo, per cui è possibile sia interiorizzare una situazione positiva sia rivivere, anche a livello biologico, un contenuto carico di tonalità affettivo-emotiva, percependo le stesse sensazioni gratificanti che abbiamo vissuto in precedenza.

Da queste premesse scaturiscono, e ne capite il perché, i principi basilari della Sofrologia.

Essi sono: 

  1. il principio di azione positiva.
    La Sofrologia con le sue metodiche e tecniche psico-fisiche va a stimolare le strutture froniche positive. Questo è molto importante. Noi medici occidentali, infatti, siamo abituati a tenere sempre presente il negativo in quanto le persone si rivolgono al medico solo quando sono ammalate, cioè sono in uno stato negativo. Nella medicina orientale, invece, si mette l’attenzione su aspetti che possono avere caratteri positivi e compensare così i caratteri negativi. Vi espongo alcuni esempi pratici.
    Un bambino è intelligente e vivace, ma per vari motivi può rendere poco a scuola. Allora ci si preoccupa soprattutto del suo rendimento, gli si dice che è un cattivo studente, che dovrebbe confrontarsi col suo amico (più bravo) e così di seguito. Nessuno gli dice che è intelligente, che può utilizzare questa intelligenza, che può stare calmo, che da solo può imparare a stare tranquillo. Ecco, stimolarlo a fargli capire che lui può: questo è il principio di azione positiva, il primo principio fondamentale che usa la Sofrologia. Facciamo un altro esempio. Una persona adulta ha un conflitto, inizia così ad isolarsi dagli altri, a sviluppare un comportamento aggressivo. Nessuno allora riesce più a comprenderlo ed a tollerarlo. 
    La Sofrologia, utilizzando il principio di azione positiva, può insegnargli a riadattare il suo mondo interno dinanzi al disordine che il conflitto gli pone. Si crea quindi un ordinamento psico-fisico dove attiviamo e stimoliamo la sua autostima, l’autocontrollo, l’autosicurezza, il suo senso di armonia e di pace. Ciò gli permetterà di accettare e superare le circostanze che vive. Questa persona inizierà allora ad utilizzare nuovi metodi di comportamento. Ma stimolare il positivo è anche attivare la memoria, la concentrazione, la percezione, le sensazioni vitali e così via. Stimolare il positivo significa in poche parole mettere ordine in noi stessi, dentro la nostra mente.

  2. Il principio dello schema corporeo come realtà vissuta.
    Lo schema corporeo si può definire come l’immagine mentale che abbiamo del nostro corpo, immagine attraverso la quale entriamo in relazione sia con il mondo interno che con quello esterno.
    Esso non è solo immagine fotografica, ma è anche il sentimento che noi abbiamo del nostro corpo attraverso la corporeità che è il vissuto soggettivo del corpo. Lo schema corporeo in pratica è il punto di incontro tra corpo e mente e riveste quindi una grandissima importanza. Dagli studi di neurofisiologia si è visto che uno stimolo, (visivo, tattile etc.), dalla periferia, tramite fibre nervose, attraverso il midollo spinale arriva al talamo dove si carica di una tonalità emotiva-affettiva; da questa struttura sottocorticale si diffonde alla corteccia cerebrale, prima in una determinata zona dove viene sentito, poi in una seconda zona dove viene percepito ed infine in una terza zona, che gli anatomisti hanno chiamato zona dello schema corporeo, dove lo stimolo si corporeizza. Lo stimolo in questa zona non è più una percezione isolata, “estranea”, ma diventa parte integrante della nostra vita psichica, nel momento in cui la sensazione si corporeizza e incide sul dinamismo psichico, riflettendosi sul comportamento. Seguendo ancora il nostro stimolo, infatti, vedremo come dalla zona dello schema corporeo (dove si è caricato di sentimento), esso si proietta alle aree frontali, dove viene elaborato in idea motoria, la quale si trasforma poi in comportamento.  Per capire quello che abbiamo detto facciamo un esempio:
    Un signore è seduto sul divano della sua casa ed accende un cerino per fumare una sigaretta. Ecco però che la fiamma del cerino brucia la cute di un suo dito. La sensazione di bruciore, attraverso le fibre nervose del midollo spinale, arriva al talamo e da qui si proietta all’area sensitiva della corteccia cerebrale.  A questo punto il signore di cui parliamo ha solo una vaga sensazione. Da qui lo stimolo arriva all’area percettiva, la sensazione diventa più nitida, egli percepisce a questo punto il bruciore, ma non sa localizzarlo, non lo sente ancora far parte del suo corpo. Quando lo stimolo arriva alla zona dello schema corporeo, ecco che allora, e solo allora, ha un sentimento dello stimolo: lo sa definire e sa anche dove è localizzato nel suo corpo. Lo stimolo, infine, arriva all’area della corteccia frontale, dove questa idea del bruciore al dito è ora chiara ed il nostro uomo può così rimandare un comando alla periferia che gli permette di buttare il cerino ed impedire così la bruciatura del dito.
    Naturalmente tutto questo avviene in una frazione di centesimo di secondo. Ho fatto questo esempio affinché sia più chiaro il concetto di schema corporeo. Capite allora come è importante che noi ci costruiamo, in modo appropriato, il nostro schema corporeo, cioè un sentimento positivo del nostro corpo. Bene, con il rilassamento dinamico di Caycedo, attraverso esercizi Yoga, Buddismo e Zen, non facciamo altro che portare le sensazioni enterocettive (dei visceri), propriocettive (dei muscoli ed articolazioni), esterocettive (dell’esterno) alla zona dello schema corporeo, cioè alla nostra mente, dove si corporeizzano in modo da avere un vissuto soggettivo positivo del nostro corpo. Entriamo così in rapporto con la nostra intimità e con il mondo esterno percependo una sensazione di armonia e di equilibrio. Ecco allora che il nostro corpo diventa un guscio di protezione dove noi possiamo rifugiarci nei momenti di stanchezza. Nello stesso tempo, in questo rifugio, potenziamo le nostre energie positive che ci permetteranno di affrontare con nuovo vigore le difficoltà ed i disagi esistenziali.

  3. Il principio della realtà obiettiva.
    Il terzo principio fondamentale, anch’esso importante, è il principio della realtà obiettiva.
    La realtà si sa è una sola. La fantasia è l’opposto della realtà. Allora c’è bisogno che noi prendiamo coscienza di come siamo e riusciamo ad accertarci per quello che siamo. È questo in sintesi il principio della realtà obiettiva. Questo terzo principio fondamentale della Sofrologia va riferito soprattutto alla realtà personale e allo stato di coscienza dell’operatore sofrologico, oltre all’interazione che si stabilisce tra il sofrologo ed i soggetti in allenamento. Il sofrologo per primo deve prendere coscienza della propria realtà personale e, se c’è qualche conflitto dentro di sé deve prendere le misure opportune per non interferire in modo negativo con i suoi pazienti. Ecco allora che il sofrologo, per prima cosa, deve fare autoallenamento con le metodiche e tecniche sofrologiche. Infatti il sofrologo, oltre ad essere un medico, è anzitutto un pedagogista e deve perciò per primo sviluppare un equilibrio psico-fisico, un equilibrio emotivo-affettivo, un’armonia interiore, serenità ed ottimismo, coerenza e capacità di interazione con gli altri. Tutto questo è necessario, per far sì che egli non trasmetta i suoi conflitti ai pazienti e, viceversa, identifichi i problemi dei pazienti con il suo problema.
    Dopo questa esposizione dei concetti base della sofrologia vi riassumo in una tabella le caratteristiche della coscienza patologica e della coscienza sofronica. Nella Tab. A sono riassunte le caratteristiche principali della coscienza patologica e della coscienza sofronica.

Tali caratteristiche le ritroviamo nelle diverse personalità dell’individuo.

L’essere umano può percepire:
  • Angoscia vitale
  • Vuoto di esistenza
  • Disarmonia
  • Squilibrio
  • Mancanza di riposo
  • Memoria alterata
    (la memoria subisce più di tutto l’interferenza dovuta all’ansia e all’angoscia)
  • Disturbo della tensione e della concentrazione
  • Percezione anormale
  • Mancanza di pace interna
  • Perdita o mancanza di autostima
  • Tendenza all’esaurimento psico-fisico
  • Insicurezza
  • Tendenza alla persecuzione o delirio
  • Comportamento violento o inibizione di comportamenti
  • Difficoltà nell’addormentarsi.

Tutto ciò si percepisce nel corpo, cassa di risonanza che influenza la mente.
L’essere umano stimola le sensazioni vitali; questo dà un senso al suo spazio interno.
  • Quello che inizialmente è percezione sensoriale si trasforma in sentimento di sé stesso; rafforza il senso della sua esistenza dentro di sé e nel suo spazio vitale.
  • Se sviluppa sicurezza dentro di sé queste sensazioni lo accompagneranno sempre perché sono nell’area della sua coscienza.
  • Può somatizzare dentro di sé la situazione di armonia, equilibrio, riposo psico-fisico.
  • Può attivare la sua memoria.
  • Quando le sue strutture sono equilibrate i suoi circuiti di concentrazione lavorano in forma normo-tonica e può aumentare il campo di percezione.
  • Impara a percepire la pace come armonia biologica; se respira tranquillamente può avere pensieri di pace.
  • Impara a stabilizzarsi emotivamente, a controllare l’aggressività (la iperaggressività è violenza, la ipoaggressività è inibizione).
  • Riesce a vedere con chiarezza il fine di un’azione, prende sonno facilmente.

Sviluppare il benessere psico-fisico significa rafforzare l’unità corpo-mente, cioè rafforzare e potenziare la coscienza. La coscienza infatti è l’energia che integra il corpo nella mente e dà origine ad ogni altra funzione psico-fisica, per cui possiamo dire che coscienza è pensiero, ideazione, riflessione, emozione, sentimento, affetto, attività, movimento, rapporto con gli altri.

Coscienza è tutto questo, ma è soprattutto energia che fa scaturire ed integra queste funzioni e ce ne rende consapevoli. La coscienza è causa ed effetto, principio e fine di ogni processo psico- fisico.

La coscienza è quindi energia che si autoalimenta. Tutti i vissuti e le esperienze personali vengono registrati negli archivi della memoria, il cui substrato morfo-funzionale è rappresentato da circuiti dinamici chiamati circuiti cerebrali. I circuiti cerebrali mettono in collegamento continue zone del cervello vicine e lontane.

Questi circuiti ed i loro contenuti in Sofrologia vengono denominati strutture froniche.

Per capirci, questi circuiti è come se fossero i dischetti o i nastri di un computer dove si registrano programmi. I vissuti ed esperienze positive che portano con sé sensazioni di calma, soddisfazione e serenità, vengono registrati in circuiti cerebrali che si caricano di positività. Questi circuiti cerebrali ed i loro contenuti positivi prendono il nome di strutture sofroniche.

Le esperienze, o vissuti negativi, che portano sensazioni di ansia o di angoscia, si raccolgono in circuiti cerebrali che, caricandosi negativamente, prendono il nome di strutture anafroniche.

Le situazioni ed i vissuti che, invece, non contengono particolari coloriture e tonalità emotive, positive o negative, e perciò sono emozionalmente indifferenti, si raccolgono in strutture cerebrali denominate strutture eufroniche o strutture froniche neutre. Le strutture cerebrali, non ancora attivate e quindi prive di contenuti, si denominano strutture froniche mute. In una situazione di profondo rilassamento, a livello sofroliminale, ai bordi del sonno, siamo capaci di evocare ricordi positivi che avranno una risonanza positiva su tutta la personalità. Le metodiche e tecniche psico-fisiche della Sofrologia non attivano o stimolano soltanto le strutture sofroniche (cioè positive), ma caricano di segno positivo quelle neutre e stimolano positivamente quelle mute non ancora attivate. Le strutture mute sono quei circuiti cerebrali deputati a registrare le sensazioni del nostro corpo. Ecco allora l’importanza di conoscere il nostro corpo, ma non come conoscenza anatomica, bensì di imparare a sentirlo, percepirlo, per avere così un sentimento positivo di esso, così da percepire l’armonia del corpo stesso. Ritengo sia necessario puntualizzare queste teorie di base della Sofrologia, le quali scaturiscono dai più recenti studi di anatomo-neuro-fisiologia del cervello. Infatti, in una scienza fenomenologica come la Sofrologia, teoria e pratica procedono a braccetto: le ipotesi di lavoro devono essere confermate da risultati clinici-pratici, senza di essi faremmo solo filosofia. L’uomo è un essere vivente unico nel nostro universo, perché oltre a crescere ed a riprodursi, è il solo essere dotato di atti coscienti: l’animale sente, ma l’uomo sente di sentire. Ecco la differenza tanto profonda tra l’essere umano ed un qualsiasi animale.

Vi sono nell’uomo, alla base della sua esistenza, tre mondi di fenomeni:

  1. Il mondo dei fenomeni biologici, cioè il nostro corpo materiale con i suoi organi, tessuti e cellule. Esso comprende anche le strutture froniche della coscienza, costituite, come abbiamo visto in precedenza, dai circuiti cerebrali dove circolano e riverberano i contenuti positivi, negativi, neutri e muti.

  2. Il mondo dei fenomeni latenti, dove il potenziale energetico circolante nei circuiti cerebrali trascende il mondo biologico per dare origine a due categorie di fenomeni:
    • le capacità della coscienza, che sono universali e
    • i contenuti della coscienza, che sono individuali.

      Le capacità della coscienza sono l’espressione funzionale dei circuiti cerebrali e portano insite nella loro intimità ogni possibilità funzionale, processo, operazione psichica e facoltà della coscienza. Le capacità della coscienza in questa dimensione si trovano in una forma potenziale e latente, non avendo ancora la possibilità di estrinsecarsi in modo manifesto. Esse si manifesteranno nel mondo dei fenomeni presenti.

  3. Il mondo dei fenomeni presenti, caratterizzato dai vissuti e comportamenti. In questa terza dimensione l’individuo si mette in interrelazione con sé stesso e con la realtà esterna, cioè attraverso il mondo dei fenomeni presenti si compie la trascendenza della coscienza. Si ha cioè la manifestazione fenomenologica del potenziale energetico insito nel mondo biologico, manifestazione fenomenologica che è il comportamento dell’individuo.

Per capire simbolicamente il carattere trascendente della coscienza possiamo considerare l’ago infilato nella stoffa: la punta sta fuori, ma non la comprendiamo senza il resto dell’ago.

Trascendere significa proprio andare oltre rimanendo “in”.

Altro esempio di trascendenza è il profumo di un fiore, per esempio una rosa.

Noi vediamo la rosa e sentiamo anche il suo profumo che ci rimanda ad essa.

Così è la nostra coscienza: è questa forza che circola nel nostro mondo biologico, si manifesta alla nostra mente attraverso processi ideativi che ci permettono di entrare in relazione con il mondo esterno. Così, come dall’acqua allo stato solido scaturisce quello liquido e gassoso e viceversa, così, dalla biologia emerge il mondo delle capacità e contenuti, la cui proiezione al presente ci permette di entrare in rapporto con noi stessi e col mondo esterno attraverso i vissuti ed i comportamenti.

Allo stesso modo, i vissuti del presente ritornano al biologico passando attraverso le capacità. A volte questa forza, la coscienza, è totalmente immersa nel mondo biologico, come avviene la notte quando scendiamo nel sonno. Possiamo dire che, nel momento in cui prendiamo sonno, la coscienza va ad incubarsi totalmente nel mondo biologico. La mattina, invece, quando ci svegliamo si ha un processo inverso: la nostra coscienza risale dal mondo biologico, prima nel mondo dei fenomeni latenti e poi nel mondo dei fenomeni presenti. Infatti noi la mattina apriamo gli occhi, ci stiracchiamo, ci rendiamo conto dove siamo ed entriamo così di nuovo in contatto con noi stessi e con la realtà esterna. Durante il sonno, quando la coscienza va ad incubarsi completamente nel mondo biologico, si assestano nei circuiti cerebrali le valenze (i vissuti) positive o negative. È nel sonno che si fissano nella memoria, in maniera stabile nel tempo, i vari vissuti così che è possibile ricordarli attraverso una evocazione. Da questo punto di vista ha grande importanza il sogno che permette il ristoro ed il recupero della nostra mente: esso ci permette di recuperare il tono fisico e psichico. Inoltre la qualità dei vissuti è importante perché da essi dipende la carica positiva o negativa delle strutture froniche.

Vi rendete allora conto di quanto questo processo di alternanza veglia- sonno (detto anche ritmo nictoemerale) sia molto importante, soprattutto per il bambino. Infatti tutte le esperienze ed i vissuti del giorno, durante la notte si fissano nelle schede mnesiche dei circuiti cerebrali della memoria, per cui ogni mattina successiva il ragazzo, ma anche l’adulto, porta in sé nuove acquisizioni, positive o negative, che si riflettono sulla sua personalità. E poiché nel bambino la personalità si va strutturando quotidianamente, capite l’importanza di sviluppare in lui sentimenti positivi, sicurezza, armonia, autostima, serenità, etc.

Ritengo sia molto importante capire il concetto di trascendenza della coscienza, perché esso ha un risvolto pratico in Sofrologia. La mattina la nostra coscienza emerge dal substrato che l’accoglie la notte, scaturisce dal nostro corpo e si muove nel mondo per interagire con gli altri esseri viventi (fenomeno di valenza). La notte essa tende a ritornare dentro per rimanere accolta alla conoscenza del substrato biologico, il corpo, (fenomeno di retrovalenza) per poi riemergere di nuovo.

Spiegato questo concetto, vediamo ora di calarlo nella Sofrologia. Quando in Sofrologia si impara la tecnica di sofronizzazione semplice si modifica il nostro livello di coscienza per passare da un livello di veglia al cosiddetto livello sofroliminale, cioè un livello di coscienza situato tra la veglia ed il sonno, dove siamo particolarmente percettivi. Per raggiungere il livello sofroliminale bisogna chiudere gli occhi, rilasciare come attore e spettatore tutti i muscoli del corpo e respirare liberamente con l’addome. Ebbene, se ci pensate un po’ e ricordate tutto il discorso che abbiamo fatto, quando ci soffermiamo a livello sofroliminale è come se riportassimo la nostra coscienza ad incubarsi nel nostro mondo biologico. Alla fine della tecnica di sofronizzazione semplice, allorché riacquistiamo il livello di veglia, facciamo l’inversione, cioè facciamo riemergere la coscienza dal mondo biologico al mondo dei fenomeni presenti. Quando noi ci soffermiamo per un certo tempo a livello sofroliminale e sperimentiamo dei vissuti positivi, succede che essi si impregnano nel nostro mondo biologico, attivando positivamente le strutture froniche. A questo punto un piccolo passo indietro. Abbiamo detto che, nel mondo dei fenomeni latenti, si manifestano due categorie di fenomeni: le capacità della coscienza ed i contenuti della coscienza.

Manenza, retromanenza e sofronizzazione – pausa sperimentale a L.S.L.

Le capacità sono universali, mentre i contenuti sono individuali. Questi due fenomeni cerebrali sono le espressioni funzionali e latenti del mondo biologico e costituiscono le possibilità dei circuiti cerebrali. Facciamo un esempio. La memoria è una capacità della coscienza. Nel mondo biologico ci sono i circuiti cerebrali dove circolano le informazioni raccolte dai nostri sensi.

Il modo di memorizzare, cioè la capacità di memoria, è uguale per tutti, sia per me che per voi, cioè è universale. Il ricordo, il contenuto, è legato all’esperienza personale ed è perciò individuale: ognuno di noi ricorda ciò che ha vissuto. La memoria (come modo di raccogliere le informazioni) è una capacità della coscienza ed è universale, mentre il suo contenuto, ciò che si ricorda, è individuale. Le capacità della coscienza sono un patrimonio di tutti gli esseri umani e queste capacità sono immerse nel mondo biologico. Le metodiche e tecniche sofrologiche incidono sulle capacità, non sui contenuti: sono pertanto universali. Infatti la finalità della Sofrologia è proprio quella di sviluppare e potenziare le capacità della coscienza.

Attraverso questo sviluppo si crea il rinforzo della personalità.

Le capacità della coscienza si identificano con le facoltà intellettive, emozionali-affettive, psicomotorie e socio-collaborative.

Le capacità della coscienza sono quindi le facoltà delle quattro aree della nostra personalità: l’area psicomotoria, l’area cognitiva o intellettiva, l’area emotivo-affettiva, l’area socio-collaborativa.

Ecco spiegato perché con le metodiche sofrologiche rafforziamo le capacità della coscienza.

Caycedo fa un elenco di queste capacità:

  1. ritmo nictoemerale (alternanza veglia sonno): molti, allorché soffrono di insonnia, perdono questa capacità. Vi sono determinate metodiche sofrologiche finalizzate alla cura dell’insonnia.
  2. schema corporeo, di cui abbiamo già parlato: è il sentimento che abbiamo del corpo, esso va al di là della razionalizzazione; il vissuto del corpo è la struttura stessa della coscienza.
  3. cenestesi, è il sentimento del corpo in mezzo all’equilibrio, è il percepire l’armonia del corpo.
  4. cinestesi, sentire il proprio corpo in movimento: è la percezione del movimento del nostro corpo.
  5. sensazione, (fine a sé stessa).
  6. percezione, riconoscimento della sensazione.
  7. sentimento, sensazione caricata di un tono affettivo (corporeità).
  8. memoria, è un processo di preterizzazione.
  9. orientamento, sia spazio temporale, sia a livello psichico (orientamento esistenziale, del proprio destino).
  10. pensiero, la capacità umana di pensare è la sfida più grande allo studio fenomenologico, è la dimostrazione più grande della trascendenza della coscienza.
  11. attenzione, focalizzare nella coscienza i contenuti.
  12. concentrazione, capacità di mantenere attenzione in ciò che interessa.
  13. contemplazione, mantenimento dell’oggetto della concentrazione in forma passiva.
  14. associazione, è alla base dell’intelligenza.
  15. linguaggio, è il veicolo reale di presentazione della coscienza, si può presentare in forma orale o scritta.
  16. intelligenza, regina delle capacità.
  17. apprendimento.
  18. comunicazione o comunicatività.
  19. sessualità, in essa si trova la base di conservazione della specie, essa è libido.
  20. conservazione, oltre alla conservazione della specie c’è anche la conservazione esistenziale per cui il soggetto cerca di mantenersi integro.
  21. immaginazione, in Sofrologia si attiva durante la futurizzazione.
  22. emozione, si mettono in moto fenomeni vegetativi, come se si ritornasse al mondo biologico.
  23. affettività, è la trascendenza dell’emozione attraverso la quale il soggetto interagisce con gli altri soggetti, coinvolge una serie di sentimenti.
  24. superamento, è la capacità di selezione della coscienza per condurci ad un miglioramento qualitativo delle altre capacità.
  25. sociabilità o socializzazione, essa è alla base dell’armonia dei gruppi di persone o di un legame di coppia.
  26. futurizzazione, è insita nella dinamicità della coscienza, questa capacità genera sentimenti opposti alla depressione (è la speranza, l’illusione ottimistica per le cose).
  27. comprensione o intendimento.
  28. razionalità.
  29. riflessione.
  30. volontà.
  31. morale, essa sta in ognuno di noi indipendentemente dalla religione, politica, etc.

Quando pratichiamo le metodiche sofrologiche attiviamo tutte queste 31 capacità che ora ho elencato.

ELENCO DELLE CAPACITA’ DELLA COSCIENZA
  1. ritmo nictoemerale
  2. schema corporeo
  3. cenestesi
  4. cinestesi
  5. sensazione
  6. percezione
  7. sentimento
  8. memoria
  9. orientamento
  10. pensiero
  11. attenzione
  12. concentrazione
  13. contemplazione
  14. associazione
  15. linguaggio
  16. intelligenza
  1. apprendimento
  2. comunicazione
  3. sessualità
  4. conservazione
  5. immaginazione
  6. emozione
  7. affettività
  8. superamento
  9. sociabilità
  10. futurizzazione
  11. comprensione
  12. razionalità
  13. riflessione
  14. volontà
  15. morale
Tab B

Le prime sette capacità sono chiamate capacità basiche perché scaturiscono direttamente dal corpo e costituiscono la base su cui si innescano e sviluppano tutte le altre capacità.

Ai bordi del sonno, nel sofroliminale, ad intimo contatto con il corpo, a livello dei fenomeni latenti, molto vicino ai fenomeni organici, le tecniche sofrologiche incidono su due livelli:

  1. attivano le strutture froniche del mondo biologico,
  2. attivano le capacità basiche del mondo latente.

L’azione incisiva delle tecniche sofrologiche sulle strutture froniche e sulle capacità basiche permette un’attivazione ed un rinforzo delle altre capacità in quanto:

  • tutte le capacità si innescano e sviluppano dalle capacità basiche,
  • tutte le capacità sono in interdipendenza ed interrelazione reciproca.

Queste attivazioni delle capacità si riflettono sul mondo manifesto, cioè sul comportamento dell’individuo.

Ricapitolando, abbiamo considerato nell’uomo tre mondi di fenomeni: biologico, latente e presente.

Ebbene la Sofrologia con i suoi metodi e tecniche agisce su questi tre mondi esistenziali:

  1. sul mondo biologico attivando le strutture sofroniche (i circuiti cerebrali), trasformando le strutture froniche negative, neutre e mute in strutture froniche positive;
  2. sul mondo latente attivando le capacità basiche e tutte le altre capacità;
  3. sul mondo presente (manifesto) agendo direttamente sui contenuti manifesti, sui vissuti, sul comportamento.

Per capirci, quando uno si rilassa a livello sofroliminale predispone il suo mondo biologico, con i suoi circuiti cerebrali, a raccogliere, in modo ottimale, i messaggi del proprio corpo. Il rinforzo dello schema corporeo attiva positivamente le strutture froniche e attiva e sviluppa le capacità basiche che, a loro volta, sviluppano ed attivano tutte le altre capacità della coscienza. Tutto questo si ripercuote sul comportamento, sul modo di agire dell’individuo, il quale andrà così rinforzando le aree della personalità man mano che si allenerà con le varie tecniche sofrologiche. In questo modo raggiungerà l’equilibrio psico-fisico, sarà capace di sentirsi in armonia con sé stesso e con gli altri, poiché avrà sviluppato il sentimento del corpo in modo positivo così da non avvertire più disagio in una situazione di vita reale. Quella persona, avendo imparato ad accettare il proprio corpo, si accetterà così com’è.

L’accettazione di sé darà sicurezza e fiducia ed inizierà ad espandere anche verso gli altri questo senso di armonia. Inizierà allora ad utilizzare nuovi metodi di comportamento e tutto ciò gli permetterà di accettare e superare le circostanze che vive.

Ecco quindi a che cosa mira la Sofrologia: far prendere coscienza all’uomo della sua realtà materiale e spirituale per superare il disagio esistenziale che lo attanaglia.

Oggi purtroppo la nostra cultura ci allontana da questa finalità. La società consumistica consuma e disperde anche la nostra coscienza. È in atto una spersonalizzazione di massa non più controllabile.

Gli adulti non sanno più dove “sbattere la testa”, mentre i giovani spesso “bruciano nel nulla la loro esistenza”. Questa società non sa fare altro che proporre falsi miti da imitare, tranquillanti per stare calmi, sostanze stupefacenti per annullare e distruggere la coscienza. La Sofrologia si oppone a tutta questa mistificazione. Essa non vende alcun talismano, né propone sostanze miracolose, ma vuol recuperare l’uomo come persona, la sua dignità umana e divina, la sua forza interiore, la sua coscienza. Si dice giustamente che i vecchi sono dei saggi perché hanno vissuto, hanno fatto esperienza. La Sofrologia propone proprio dei vissuti per recuperare la coscienza dell’uomo. Noi, di fronte ad un uomo che soffre o che è infelice, possiamo fare tutti i discorsi che vogliamo per consolarlo, ma egli ci risponderà sempre: “va bene, ma come faccio?”. La Sofrologia ci dice come fare, ci insegna un metodo per stare calmi, tranquilli, per attutire e lenire il dolore, ci dà la spinta per andare avanti nella vita pur tra mille disagi ed incomprensioni. È un compito arduo e difficile, ma è una battaglia concreta e reale verso questo mondo consumistico che va alla deriva.

Io vi ricordo ancora una volta le parole di B.Brecht: “Vivere è un’arte”.

Allora cerchiamo di vivere da veri artisti e non di “arrangiarci” tanto per tirare avanti; in questo caso saremmo solo degli infelici in mano a tanti manipolatori dello stato di coscienza. La pratica delle tecniche e metodiche sofrologiche, sviluppando nuove reti neurali positive, porta all’acquisizione di una coscienza sofronica, determina un atteggiamento mentale che rende l’individuo più resistente allo stress ed alle aggressioni quotidiane fisiche e psichiche e, pertanto, lo protegge da determinate malattie psico-somatiche. La conquista del corpo conduce gradualmente all’acquisizione di un equilibrio e di un controllo mentale e psichico. La conquista ed il controllo della mente passano attraverso la conquista ed il controllo del corpo. La Sofrologia, sulla base di una valida sperimentazione scientifica, ha dimostrato che le metodiche e le tecniche sofrologiche sono in grado, allorché si praticano in modo conforme, di mobilizzare le riserve genetiche (la mente è più potente dei geni) così da “giungere all’essere umano spersonalizzato (disperso nella massa), per riuscire a salvare la sua individualità, potenziare la sua personalità e renderlo responsabile, senza compromessi politici o religiosi, di fronte a sé stesso e di fronte al suo personale destino”. Cerchiamo di diffondere questa nuova cultura e proposta sofrologica: “Dalla cura della malattia all’educazione alla salute”, per riportare l’uomo sulla retta via. In tal modo l’uomo, allargando ed espandendo la sua coscienza, non sarà più alla mercè della sua biologia, saprà meglio discernere così da scegliere il bene e fuggire il male. Il senso della vita è abitare il tempo che resta per percorrere la strada che conduce alla salvezza.