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COVID È BOOM DI CASI –
verso un nuovo lockdown?

Solo pochi giorni fa il governo escludeva un nuovo blocco completo del Paese, ma i bollettini quotidiani sempre più allarmanti fanno pensare a misure ancora più dure per fermare i contagi.

Evitare di far ripiombare il Paese in un lockdown generalizzato, tenendo conto però dei numeri che stanno crescendo in modo esponenziale. Sono ore frenetiche per il governo Conte che, dopo l’ultimo e molto discusso Dpcm, osserva con una certa preoccupazione la risalita dei contagi da Nord a Sud. Molto dipenderà dal comportamento dei cittadini e dal rispetto delle regole, ma i dati epidemiologici mostrano in modo incontrovertibile che la seconda ondata è ormai cominciata.

Gli effetti delle misure del nuovo Dpcm potranno essere valutati tra almeno 3 settimane, ma l’appello delle Regioni e degli amministratori locali è univoco: intervenire tempestivamente con misure restrittive locali, compresi lockdown mirati, per spegnere i focolai, arginare il contagio diffuso e prevenire il sovraccarico degli ospedali. Altrimenti, persistendo i trend delle ultime settimane – secondo gli scenari previsti dalla nuova circolare del Ministero della Salute – il rischio di restrizioni più ampie – lockdown nazionale incluso – è dietro l’angolo.

Proprio ai governatori il premier ha ricordato che il Dpcm consente loro di “introdurre misure restrittive non appena se ne presentasse la necessità”, paventando per ora questa ipotesi: “Forse più che le Regioni dobbiamo chiudere temporaneamente determinate aree, se si generalizza si crea più danno che beneficio”. Gli occhi sono puntati soprattutto sui trasporti e sulle scuole, ma si raccomanda prudenza anche nelle relazioni con parenti ed amici poiché molti contagi sono di natura intrafamiliare. “Sarà un novembre drammatico” preannuncia il Cts perché “il virus corre veloce”. Ecco allora che si richiedono comportamenti rigorosi anche per evitare che il sistema sanitario entri in sofferenza.