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FNOMCeO e vari Ordini lanciano l’appello
Servono misure più drastiche

16 Febbraio 2021

Mentre prosegue il confronto tra Governo e Regioni, con il nuovo dpcm che slitta almeno a domani, scende in campo la FNOMCeO e vari Ordini per invocare subito provvedimenti adeguati di contrasto al Covid, che possano piegare immediatamente la preoccupante curva dei contagi in Italia.

L’appello è arrivato direttamente dal presidente FNOMCeO, Filippo Anelli, che ha affidato ai social questa riflessione: “Sarebbe utile e necessario che lo Stato e le Regioni mettessero i medici nelle condizioni poter assistere tutti con una migliore organizzazione. Penso alle strutture ospedaliere spesso in deficit di organico, con reparti repentinamente trasformati per assistere gli ammalati Covid”.

Sono attualmente 42mila i contagiati tra medici e operatori sanitari durante il servizio, per questo Anelli ha proseguito, sottolineando: “Penso all’assistenza territoriale abbandonata a sé stessa. Non è accettabile che un medico di famiglia, ad esempio, debba da solo somministrare 800 vaccini o eseguire decine di tamponi in assenza di personale di studio o di un infermiere”, aggiunge Anelli che sottolinea: “Urge una nuova organizzazione dell’assistenza primaria“.

“Servono misure più drastiche per riuscire a piegare la curva epidemica e per consentire a tutti gli italiani di essere curati” ha evidenziato poi il presidente “Il riferimento non è a un vero proprio lockdown in quanto la chiusura delle attività commerciali crea un profondo disagio economico”, ma secondo Anelli dei provvedimenti drastici sono tuttavia necessari.

Chiede invece il lockdown “immediato” l’Ordine dei Medici di Torino, “un provvedimento drastico ma assolutamente necessario a causa dell’aggravarsi dell’emergenza sanitaria”. Dopo le “numerosissime richieste e segnalazioni ricevute nelle ultime ore da medici ospedalieri e di medicina generale. Siamo consapevoli che il provvedimento causa enormi disagi – rende noto il presidente Guido Giustetto – ma è in gioco la stessa tenuta del sistema sanitario”.