L'intervista

APPELLO AGLI ODONTOIATRI
la pandemia non ipoteca il futuro

26 Novembre 2020

Resistere oggi, per ripartire con più slancio nei prossimi mesi

Il paziente ha voglia di essere curato, nonostante la pandemia e le tante difficoltà per gli studi professionali. Da Luca Gentili, Dental Office Manager presso le cliniche Active Medical Center e Worldent Palenca Clinic, un appello agli odontoiatri affinché trovino la forza di resistere per superare anche la seconda ondata e ripartire con slancio nel prossimo futuro.

Lei segue la parte amministrativa in due grosse cliniche romane. Cosa è cambiato in termini di tenuta economica per gli studi dei liberi professionisti?

È cambiato moltissimo, perché si lavora in maniera meno serena di prima e ci si occupa di più incombenze, con dei costi di gestione maggiori, dovuti soprattutto al monouso e ai dispostivi di protezione. Considerate che una scatola di 50 mascherine chirurgiche, che prima dell’emergenza si pagava circa 4 euro, ora costa anche cinque volte tanto. Fortunatamente, nelle due cliniche che gestisco, erano già presenti dei macchinari di sterilizzazione e sanificazione degli ambienti, eravamo infatti già abituati a dover prevenire infezioni anche peggiori del Covid, quindi eravamo già dotati da questo punto di vista e tutto ciò ci ha consentito di risparmiare. Ma ora, a differenza del passato, la sanificazione viene fatta con frequenza maggiore quindi aumenta il costo di tutto ciò che occorre per portarla a termine: ad esempio l’acquisto delle soluzioni idroalcoliche ecc. Sono tutte spese in più, che a lungo andare pesano non poco.

Quanto sta già incidendo questa seconda ondata?

La seconda ondata sta incidendo, perché a fronte di un boom di appuntamenti verificatosi alla fine del primo lockdown, che ci ha ridato ossigeno, oggi di nuovo si retrocede. Il cerchio si è stretto perché, se prima leggevamo di persone in quarantena sui giornali e l’emergenza toccava principalmente le Regioni del Nord, ora ci tocca tutti quanti da vicino. Non c’è stato certo un dietrofront di massa, i pazienti continuano a prendere gli appuntamenti, ma il problema è proprio che, sempre più spesso, le persone sono costrette a rimandare le cure per cause di forza maggiore, come la quarantena o l’isolamento fiduciario. Alcuni pazienti, soprattutto i liberi professionisti, hanno una liquidità minore di prima. Abbiamo notato che non c’è più una forbice intermedia: o si sta molto bene economicamente e non si bada a spese per curarsi, oppure adesso si vive proprio una situazione di difficoltà e quindi si rinuncia alle visite specialistiche.

Incidono anche le chiusure e le limitazioni allo spostamento verso alcune Regioni?

Certo, soprattutto per i clinici o i collaboratori che vengono da fuori. Meno per i pazienti. Ma il continuo cambio di colore delle Regioni e delle zone ad alto rischio rappresenta un grosso limite per chi lavora negli studi professionali e non può muoversi. Si stanno verificando continuamente casi di collaboratori che dal giorno alla notte rimangono bloccati perché la loro Regione viene dichiarata “zona rossa” o perché magari lavorano in diversi studi ed hanno avuto qualche episodio di contatto con persone positive. Il lavoro in questo senso è decisamente più faticoso e di difficile gestione rispetto a prima. L’organizzazione degli studi è totalmente cambiata, non si lavora più come in passato, gli appuntamenti sono strutturati diversamente ed i tempi delle visite si sono allungati.

La rivoluzione digitale vi può aiutare?

Credo di sì, ma ci si deve lavorare: si è parlato fin dal primo lockdown di teleodontoiatria, che è un’idea ottima, ma che alla fine non è stata sfruttata al meglio.  Non essendo stati costretti al 100% a chiudere, ma essendo stati limitati alle sole urgenze, molti studi hanno continuato a lavorare tradizionalmente. Il vero vantaggio della rivoluzione digitale è soprattutto per chi gestisce la segreteria o è un amministrativo: si possono gestire le pratiche da casa. Per organizzare l’agenda degli odontoiatri e dei loro appuntamenti la teleodontoiatria ha avuto un ottimo impatto. Il mio appello a tutti è che gli studi dentistici devono trovare la forza di resistere! A giugno, quando tutto è stato gradualmente riaperto, c’è stato un boom di richieste e di fatturato, quindi consiglierei agli studi piccoli, che magari sono in difficoltà, di creare delle strutture associate per unire le forze e superare il peggio. Stimo che nel 2022, dopo un 2021 che speriamo possa essere risolutivo del problema, ci saranno tantissimi pazienti da curare e che le persone torneranno volentieri dai dentisti. Ora è il momento di tenere duro!