Sanità e Territorio

Vaccino anti-Covid agli over 80.
Il punto con il Dottor ENRICO TIZZONI

La seconda fase del piano vaccinale italiano risente dei tagli e dei ritardi nella consegna delle dosi. Ma intanto nel Lazio via alle prenotazioni per gli over 80. Ne parliamo con il Dottor Enrico Tizzoni, medico di base.

In una situazione generale di caos, si parte nel Lazio con le prenotazioni del vaccino anti-Covid per gli over 80. Come funzionerà?

La campagna vaccinale per gli over 80 dovrebbe partire da oggi con le prenotazioni sul sito della Regione Lazio, ma già arrivano segnali di ritardi ed intasamento quindi il condizionale è d’obbligo. Il processo in generale prevede appunto la prenotazione online, poi la vera e propria vaccinazione sarà avviata dalla prossima settimana. Si prenota la prima dose, in automatico viene assegnata la seconda, e si “scelgono” delle postazioni dove la Regione farà accedere la popolazione per somministrare il vaccino. Si parla di 100 punti di somministrazioni, ma non è ancora molto chiaro. Penso che si procederà anche con il supporto delle Usca a domicilio, per gli anziani con difficoltà a deambulare e dunque impossibilitati nel potersi spostare. Parliamo del vaccino Pfizer, che prevede una prima dose e poi una ripetizione a 21 giorni di distanza, quindi si deve programmare tutto nei minimi dettagli. Ma bisogna soprattutto essere certi che le dosi arriveranno a sufficienza perché altrimenti sarà difficile rispettare i tempi; finora qualche piccolo problema c’è stato, anche perché più di qualche dose è stata somministrata a chi non ne aveva diritto. Chi ha avuto la vaccinazione comunque viene registrato perciò mi auguro che, se ci sono stati dei “furbetti”, siano identificati. Inoltre il Pfizer è un vaccino problematico per le temperature quindi deve essere somministrato in strutture con frigoriferi a -75 e questo vuol dire doverlo somministrare in tempi molto veloci. Infine bisogna ricordare che questo giro di somministrazioni è previsto non solo per gli ottantenni, ma anche per tutti coloro che compiranno 80 anni entro l’anno dunque parliamo di numeri importanti.

Nel frattempo, dal suo punto di vista, è stato abbattuto quel muro di pregiudizio e di paura nei riguardi del vaccino? Crede che ora la popolazione sia più propensa?

Rilevo in generale ancora qualche dubbio e preoccupazione. Sono sicuramente più propensi a vaccinarsi i lavoratori, ci dicono che vogliono farlo per poter stare tranquilli e riprendere le loro attività in sicurezza, ma anche gli over 80, almeno per la mia esperienza professionale, sono sempre stati abbastanza propensi; questi ultimi infatti sono meno avvezzi alla tecnologia e meno bersagliati da Internet quindi  ci credono anche di più degli altri. Non ho visto molta resistenza per adesso, ma il vaccino non è stato neanche richiesto in modo pressante. L’idea generale di molti cittadini è quella di aspettare altri vaccini, probabilmente per sentirsi ancora più sicuri. Ma di certo non è il caso di AstraZeneca, perché può essere somministrato tra i 18 e i 55 anni, uno studio dice anche i 65, ma comunque non siamo in quella fascia d’età. Il vaccino italiano, quando arriverà, sarà il vero punto di svolta perché molto più semplice anche a livello operativo, senza la necessità di essere conservato a temperature bassissime.

Quali sono le sue previsioni per i prossimi mesi? Cosa si aspetta dalla campagna vaccinale?

Lanciamo questo messaggio: il vaccino è l’unica via di uscita a livello di prevenzione, ma vanno avanti anche gli studi a livello terapeutico per trovare una terapia che sia anche più efficace per combattere il Covid. Già rispetto ai primi casi, adesso la terapia migliora nei risultati e dunque si procederà su questo doppio fronte: vaccini e terapie. Ma ad oggi la vaccinazione è una delle poche soluzioni a questa pandemia. Il problema, se dobbiamo porci una domanda, riguarda la durata della copertura del vaccino: probabilmente il prossimo inverno, noi medici che l’abbiamo già ricevuto, dovremo sicuramente rifarlo. Su questo punto il quadro non è chiarissimo, non sappiamo stabilire la durata della protezione degli anticorpi. Ci sono ad oggi dei ritardi, ma affronterei il problema non solo concentrandomi sugli 80enni: larga parte della popolazione necessita in fretta della vaccinazione, pensiamo ad esempio alla scuola e ai tantissimi casi generati all’interno delle famiglie, nelle quali proprio i ragazzi hanno contagiato i nonni più anziani.  Quello che posso dire è che il vaccino è sicuro ed affidabile, anzi apre la strada a nuovi studi: la nuova modalità Mrna sarà infatti sempre di più una tecnica vaccinale che soppianterà le precedenti. Andiamo avanti con un nuovo approccio, supereremo le vecchie modalità.  L’unico vero problema potrebbe sorgere a causa delle varianti dei virus, ma intanto è importante dare un segnale chiaro: quello di vaccinare più persone possibili, è questa l’unica strada per uscirne.