Cultura è Salute

Una cura a base di risate –
Intervista a Ottavia Cantuti Castelvetri

La presidente della “Federazione Nazionale Clowndottori” ci racconta gli effetti della clown terapia sui pazienti e l’energia positiva che può sprigionarsi, con risultati eccellenti in termini di risposta alle terapie.

Quando è nata l’associazione e con quale obiettivo?

L’associazione è nata nel 2005 per rafforzare e dare voce ad un’attività che in Italia esisteva da meno di 10 anni e faticava ad essere riconosciuta. Lo scopo è di fornire un modello formativo basato su esperienza e studi scientifici che potesse essere preso a modello da chi si approccia a questo tipo di attività. Volevamo approfondire, attraverso la partecipazione a ricerche scientifiche, i vari aspetti della stessa attività, tipo le caratteristiche della personalità di chi fa il clowndottore, l’effetto della formazione sull’attività, gli effetti della clown terapia su pazienti, famiglia e ambiente sanitario. Infine l’associazione si occupa di promuovere la creazione di una figura professionale che dia il giusto riconoscimento ai clown dottori, sia che siano professionisti sia che siano volontari. Tutte le associazioni che fanno parte della federazione nazionale clowndottori condividono il percorso formativo, il codice deontologico, l’obbligo di supervisione psicologica, lo scambio di esperienze e la partecipazione in situazioni di emergenza come i terremoti.

Qual è l’identikit di chi sceglie di impegnarsi come clown dottore oggi in Italia?

È quello di una persona che desidera confrontarsi con il disagio e la malattia attraverso uno strumento positivo e non teme di affrontare un percorso formativo impegnativo e una frequenza di impegni significativa. Infatti chi fa il clowndottore deve fare un corso che prevede l’approfondimento di tanti argomenti diversi, artistici (improvvisazione, clownerie, micromagia…), psicologici e sanitari; una volta terminata la formazione base si inizia l’attività, anche per i volontari in genere almeno due volte al mese, alla quale si aggiungono la supervisione e i ritorni in formazione. Quindi il clowndottore ha bisogno di essere molto motivato perché questa è un’attività che richiede una grande costanza.

Una cura a “base di risate”… in che modo è efficace e perchè funziona?

Una cura clown è a base di risate, ma non sempre e non necessariamente. Fondamentalmente noi accogliamo il sentire del paziente e usando gli strumenti del clown riusciamo a tirare fuori l’energia positiva dello stesso. Questo è quello che permette a chi soffre di stare meglio psicologicamente, ma anche di potenziare la sua risposta alle cure. Parecchi studi dimostrano che gli interventi di clowndottori preparati favoriscono un uso di minori quantità di farmaci, di antidolorifici e accorciano i tempi di dimissione. L’effetto quindi non è solo di benessere psicologico. L’intervento del clown è anche facilitatore dei rapporti, aiuta la relazione tra personale sanitario e pazienti, migliorando l’atmosfera del reparto in generale. I clown infatti lavorano a 360 gradi con i pazienti, con i familiari e con tutto il personale che gira intorno al reparto. Anche i familiari di un  paziente vivono una situazione di stress e di disagio che poi inevitabilmente si riversa sul personale del reparto. I clown gestiscono il disagio di tutti e la maggiore armonia favorisce l’efficacia del processo di cura.

Che tipo di effetti si riscontrano sui pazienti?

I piccoli pazienti, ma anche quelli grandi, diventano proattivi rispetto alle cure, manifestano meno ansia e sono più collaborativi con il personale, riescono ad affrontare anche cure invasive. Si abbatte il timore del camice. La maggiore serenità dei bambini si riflette in una maggiore serenità anche dei genitori che a loro volta collaborano meglio perché gestiscono meglio i loro timori. L’ambiente è più sereno e le cure più efficaci. Ci sono studi che dimostrano che l’accompagnamento dei clown in sala operatoria riduce addirittura le dosi necessarie di anestetico.

Avete aderito a “Cultura è Salute”. Ritenete che arte e salute vanno di pari passo, in uno scambio continuo tra l’una e l’altra disciplina?

Il benessere è prima di tutto uno stato dell’anima. L’arte parla alla parte più profonda di noi e suscita emozioni e riflessioni. L’arte produce bellezza e la bellezza porta benessere. La capacità dell’arte di esaltare il bello e comunicare emozioni è un elemento assolutamente fondamentale per il nostro benessere. Noi usiamo l’arte del clown, che ha la capacità di vedere il mondo con occhi diversi, e questo permette di attivare la forza che crea il nostro benessere, pertanto sì l’arte e il benessere vanno di pari passo.