Sanità e Territorio

L’importanza della prevenzione: a Vicenza un “Pronto Soccorso Oncologico”
Intervista a LUCA ROTUNNO

Aperto dal lunedì al sabato, il centro vede impegnati ogni giorno medici e volontari che, oltre ad assolvere i compiti di prenotazione, supportano telefonicamente le persone allarmate e che sospettano di avere una lesione cancerosa. Intervista al Presidente LUCA ROTUNNO.

Di cosa si occupa il “Pronto Soccorso Oncologico” di Vicenza e perché è diventato negli anni un punto di riferimento fondamentale per tanti pazienti di tutta Italia?

Vogliamo dare un aiuto concreto nel campo oncologico dal punto di vista della prevenzione. Il “Centro senologico personalizzato” compie 37 anni perché è stato aperto nel 1983. Garantiamo una consulenza telefonica tutto il giorno, incluso il sabato mattina, quando di solito gli ambulatori sono chiusi. Siamo supportati da 13 colleghi oncologi, specializzati nelle diverse branche della medicina come ginecologia, urologia, otorino, senologia, che hanno dunque una visione a 360 gradi della malattia. Abbiamo inoltre 9 infermieri che ci aiutano per l’attività in presenza. Se i pazienti chiamano per un sospetto tumore, i volontari contattano lo specialista e fissano la visita; il tutto avviene entro 48 ore al massimo, dunque in tempi brevissimi, poi contattiamo la persona e valutiamo il tipo di problema. I cittadini hanno anche la possibilità, in tempo di pandemia, di spostarsi qui a Vicenza con le autocertificazioni, accogliamo tutti a braccia aperte. Ma se una persona è impossibilitata a muoversi, ogni specialista la indirizzerà telefonicamente a livello locale, suggerendo il nome di un altro collega più vicino a livello territoriale. Il messaggio importante, che vogliamo lanciare, è questo: nessuno viene mai lasciato solo, siamo presenti durante l’intero percorso per assicurare ad ognuno la cura più adeguata. Il “Centro senologico specializzato” sta diventando sempre più importante e la sua attività si fonda su 3 pilastri: le visite vengono fatte sempre dallo stesso senologo, che per noi è essenziale per evitare confusione mentale nella paziente ma anche nel medico. Inoltre abbiamo degli strumenti non invasivi, che di solito terrorizzano i pazienti, per studiare l’evoluzione del tumore e capire come poter intervenire. Il terzo aspetto importante, se dovessimo riscontrare con l’eco colon doppler una patologia benigna, ma infiammata, procediamo con degli antinfiammatori naturali ed eliminiamo l’infiammazione, bloccando il passaggio da benigno a maligno. Questo ci consente di conseguire ottimi risultati.  

Un’altra delle caratteristiche che vi distingue è il supporto psicologico costante di ogni persona. In che modo riuscite ad essere presenti, soprattutto ora, con una pandemia in corso?

Il supporto psicologico viene offerto mediante le nostre psicologhe che offrono consulenze alle persone: quando qualcuno viene a fare una visita, è fondamentale infondere ottimismo.  Il Coronavirus, un po’ come il cancro, colpisce più violentemente i pazienti con un deficit immunitario marcato. Bisogna sviluppare il più possibile delle difese immunitarie elevate ed in questo processo anche la mente gioca un ruolo importante. Quando siamo eccessivamente stressati, apriamo la strada alle malattie perché siamo più deboli. Ci tengo a dire a tutti: dovete essere ottimisti! In questo momento storico non è certamente semplice tenere alto il morale perché c’è una grande differenza tra il contatto umano in “presenza” e quello “virtuale”: parlare a qualcuno tramite un pc è indubbiamente più faticoso. Per questo svolgo le mie visite in presenza, guardando i pazienti negli occhi.  Quando invece ci si rapporta online è più difficile entrare nella mente del paziente che si trova in stato di difficoltà.

A proposito di questo, quanto ha inciso e sta tuttora incidendo la pandemia sul vostro lavoro?

Quest’anno lo abbiamo vissuto in frontiera perché con il “Pronto Soccorso Oncologico”, che abbiamo solo noi in tutta Italia, abbiamo sofferto molto in termini di prevenzione oncologica. Tanti ambulatori sono stati costretti a chiudere, tante visite sono state rimandate, le persone si sono trovate in grande difficoltà perché nessuno poteva aiutarle.  L’ansia dell’attesa della visita peggiora psicologicamente lo stato mentale dei pazienti. Abbiamo avuto richieste telefoniche da tutta Italia. Ricordo tanti casi di persone che nel marzo scorso guardavano in tv le immagini dei morti che portavano a cremare ed andavano nel panico; per loro iniziava un vero e proprio calvario perché chiamavano anche 8-9 centri, ma nessuno rispondeva o poteva assisterli. Lo stesso medico di base non poteva andare a casa o svolgere visite in studio. Chi si è rivolto al “Pronto Soccorso Oncologico è stato salvato”. Nonostante la carenza di organico e anche di volontariato, abbiamo comunque sempre lavorato, non ci siamo mai tirati indietro. La soddisfazione maggiore è l’aver esaurito tutte le richieste sia telefoniche che in presenza.

I ritardi che si sono accumulati quest’anno che tipo di conseguenze determineranno?

Il 2021 purtroppo sarà ricordato non solo per il Covid, ma come l’anno che porterà ad un significativo aumento di diagnosi di tumori, di grosse dimensioni, ed anche ad un abbassamento dell’età. Questo sarà il ricordo peggiore che lascerà la pandemia. L’associazione italiana di Oncologia ha diffuso recentemente dei dati, dai quali emerge come aspetto positivo l’aumento di guariti: circa 1-2 pazienti su 4 sono fuori dalla malattia dopo 5 anni e questo è sicuramente positivo. Ma purtroppo ha anche evidenziato che gli screening sono crollati: nel 2020 fino a 3 milioni in meno di screening mammografici ed al colon retto. Questo si riverserà sulla salute. Da questo punto di vista vorrei sottolineare che il nostro “Pronto Soccorso Oncologico” ed il centro istologico hanno salvato tantissime persone: da anni facciamo controlli semestrali ai nostri pazienti e questo ci permette di fare un confronto costante sull’evoluzione della malattia. Su 2000 pazienti controllati, abbiamo trovato solo 3 tumori, dunque una percentuale dell’1,5%. Invece sui pazienti nuovi, che arrivano ora, spesso ci sono ritardi determinanti: su 623 persone abbiamo riscontrato ben 23 tumori quindi l’incidenza sale al 30%. È una differenza enorme e denota quanto sia importante agire in tempo, agire in fretta, affinché la tutela sia sempre tutelata.