Cultura è Salute

“La responsabilità della felicità”
di PASQUALE ANNUNZIATA

23 Settembre 2021

“C’è una profonda bellezza nella scelta di Pasquale Annunziata: la felicità dovrebbe sempre essere una responsabilità, un compito che decidiamo di assolvere, proprio a sottolinearne l’imprescindibile importanza, decidendo tuttavia allo stesso tempo di viverla con quella gioia e gratificazione che solo le scelte di cuore sanno dare”.

Pasquale Annunziata, nato a Napoli, vive a Siena, dove continua a svolgere la sua attività di neurologo già divisa negli anni scorsi tra la ricerca scientifica accademica e la clinica. Ha partecipato a diversi concorsi nazionali di poesia ottenendo vari riconoscimenti quali il Terzo premio al Premio letterario nazionale “La serpe d’oro” dell’Associazione Medici Scrittori Italiani nel 1994, finalista alla XIII edizione del Premio letterario nazionale “Giovane Holden” nel 2019 ed una menzione di merito al V Premio internazionale “Salvatore Quasimodo” nel 2020. Alcune sue poesie sono state pubblicate in antologie letterarie nazionali edite da Giovane Holden Edizioni, 2019 e Aletti Editore, 2020. Dopo aver pubblicato decine di articoli scientifici su svariate riviste internazionali di neurologia e neuroscienze, ha deciso di raccogliere i versi scritti negli ultimi anni nella sua prima completa silloge poetica: La responsabilità della felicità.

Com’è nata l’idea della silloge poetica e di cosa tratta?

Questa silloge poetica raccoglie i versi da me scritti negli ultimi anni. Si tratta di poesie che affrontano varie tematiche che ruotano attorno alla ricerca della felicità verso la vita, verso gli altri e verso il proprio io. Infatti le poesie sono suddivise in tre parti che richiamano queste tre prospettive.

In che modo, a suo avviso, si può essere responsabili della felicità propria e altrui?

Tutto dipende dalle nostre scelte e dalle nostre azioni che possono rendere felici o infelici sia noi stessi che gli altri. Credo che Blaise Pascal abbia scritto che la vita consiste nel saper operare delle scelte. Lui intendeva tra il bene ed il male, ma comunque sempre di scelte si tratta.

In un momento storico segnato dalla pandemia, che ha al contrario portato alla luce sentimenti come ansia, paura, insicurezza e frustrazione, quanto è diventato complesso poter raggiungere la felicità per l’essere umano?

Il libro che meglio di tutti ha descritto la solitudine dell’uomo durante una pandemia (intesa anche come evento non strettamente sanitario) é “La peste” di Albert Camus. Questi eventi di carattere universale (così come le guerre) fanno venire fuori il peggio o il meglio dell’essere umano. Dipende quindi da noi impegnarsi ad essere solidali in questi momenti e capire che questo impegno sia necessario per cercare di raggiungere la felicità, anche se parziale.

Veniamo al suo legame con la scrittura… scrivere per lei rappresenta la felicità? E com’è nata questa passione?

Non voglio scomodare Benedetto Croce che ha scritto che prima dei 18 anni tutti abbiamo qualche scritto nel cassetto ma dopo continuano solo gli scrittori ed i poeti. Io non mi ritengo un poeta di professione ma comunque ho avuto la “tracotanza” di continuare. Non so però con quali risultati.

Quanto le è d’aiuto scrivere, anche per prevenire il rischio di burnout?

Scrivere versi é diverso dalla narrativa che può essere “pianificata”. La poesia richiede dei “lampi” (la classica ispirazione? Non lo so) e la sperimentazione di sensazioni. Tutto questo necessita di un momentaneo “scollegamento” dalla professione medica.

Infine Club Medici promuove il network “Cultura è Salute”. Secondo lei “cultura” è sinonimo di “salute”? Se sì, perchè?

Sicuramente il network “Cultura é Salute” é un’iniziativa intelligente ed originale. La cultura (quella vera) contribuisce ad influenzare lo status di salute soprattutto psichica. La cultura é trasmissione di valori e di conoscenze che sono necessari entrambi per il mantenimento dell’equilibrio dello stato di salute. Ma qui forse mi faccio prendere la mano dal mio mestiere di neurologo!

 Grazie del tempo che mi avete dedicato.