Cultura è Salute

“Omphalos”, la danza del ventre preziosa per gravidanza e post parto
di MARIA STROVA

1 Dicembre 2021

Intervista a Maria Strova.Autrice del Linguaggio Segreto della Danza del ventre. Pioniera della Danza in Gravidanza e Direttrice Artistica del Teatro del Respiro di Fiano Romano, Roma.

Come nasce l’associazione e con quale finalità?

L’associazione Omphalos è nata nel 2006 a Fiano Romano, per fare conoscere la Danza Orientale e il teatro ad un pubblico sempre più numeroso e dar vita ad un centro culturale dedicato alla formazione e alla ricerca artistica in questo campo. L’obiettivo è migliorare la vita e la salute delle persone, in particolare modo delle donne, attraverso questa danza. Una delle applicazioni più preziose della Danza Orientale è nell’ambito della maternità e della gravidanza.

Lei è pioniera della danza del ventre in gravidanza in Italia. Quali benefici per le future mamme? Come si svolgono i corsi? Quali feedback ricevete dalle donne che la praticano?

Come insegnante, ho creato un corso ad hoc per le donne in gravidanza mentre ero anche incinta della mia prima figlia, Martinica. È stato il primo corso di questo tipo in Italia, era il 1994 quando l’ho proposto per la prima volta e mi ritengo fortunata e felice di avere ispirato molte future mamme a scoprire il valore di quest’arte e il suo utilizzo in gravidanza.

Questo corso ha vinto una sfida molto importante, quella di riuscire a formare i gruppi di preparazione al parto con la danza, in un ambiente dove la prima questione era: ma non è pericoloso danzare in gravidanza? Non fa male al bambino?

La conoscenza del tuo corpo, un istinto ben allenato e un ascolto profondo, sono chiavi importanti per partorire con consapevolezza. Sono risorse sottostimate in un mondo dove la tecnica propone soluzioni che sembrano più all’avanguardia e più indicate di quelle interiori, di quelle donate da madre natura all’inizio dei tempi. Questo corso porta attenzione alla persona, umanizza il processo del dare vita. Un aspetto molto importante su cui si concentra questo lavoro è come può la danza aiutare la donna in gravidanza a gestire la paura del parto. Non siamo molto abituati a vedere una donna incinta senza pensare che qualcosa possa andare male, quasi come fosse una condizione di malattia. Così come non siamo abituati a veder danzare donne incinte, vivaci e felici di tenersi in movimento e di usare il proprio corpo. La paura nell’affrontare qualcosa di nuovo e la bellezza di portare un figlio dentro di sé, ispirano sia stupore che timore. La paura è un grande tema per tutti noi, e in particolare per la donna in gravidanza. Può farti confrontare con aspetti di te stessa che ancora non conosci e che dovrai affrontare per la prima volta partorendo tuo figlio, ma anche partorendo te stessa quando diventerai madre. Il lavoro durante il parto richiede grande coraggio e assertività, non si può partorire bene delegando le decisioni ai dottori e privandosi così dell’esperienza che avresti voluto, facendo “la brava”, stando più ferma e zitta possibile. Sperando di essere partorita da qualcun altro. La vita ti chiede di far sentire la tua voce, usare gli strumenti del tuo corpo e del tuo istinto per partorire bene. La danza ti accompagna virtuosamente scoprendo questi aspetti, grazie alla pratica di movimenti adatti, uniti al giusto respiro.

La danza del ventre, aiuta la futura mamma a sentire e a lavorare tutto il suo corpo, e in particolare il bacino, la culla del bambino, e il seno, il sostegno della vita.

La gravidanza ammorbidisce le articolazioni, le rilassa, ed esercita un richiamo sul corpo che non può essere ignorato. Durante l’attesa la nostra disposizione naturale è di vivere un’esperienza più intima con il nostro corpo, per questo posso dire che paradossalmente – con un ventre così voluminoso non si direbbe – le donne in gravidanza si trovano in un momento privilegiato per sentire la danza del ventre e per percepire il suo messaggio. Durante la gravidanza è preferibile rinunciare alle sfide coreografiche, cercheremo piuttosto qualcosa di nuovo. La familiarità con il corpo che sta cambiando, allenare il nostro istinto a sentire cosa ci fa bene e di cosa abbiamo bisogno per stare bene, sentire i blocchi e imparare a scioglierli, saper respirare a lungo e profondamente, soprattutto quando svuotiamo i polmoni: tutte queste sono chiavi importanti per partorire con consapevolezza.

Non posso insistere abbastanza sul saper respirare e muoversi con consapevolezza nel travaglio e nel parto perché vuol dire gestire il dolore senza bloccare il corpo perdendo il controllo. Il respiro abbinato ai movimenti della danza del ventre è una chiave essenziale per la gravidanza e per un buon parto. Il bacino, la zona più sollecitata tanto nella gravidanza quanto nella danza del ventre, riesce a meravigliarci per tutti i diversi movimenti che è in grado di compiere. Alcuni di questi sono adatti sia come preparazione al parto, sia durante il travaglio, compiuti a piacere dalla donna a seconda di quello che sente di aver bisogno di fare al momento della nascita.

Cosa dicono le donne che partecipano?

Di solito esprimono la conquista di maggiore sicurezza perché sentono di essere entrate più in contatto con la loro capacità di dare alla luce, di accogliere i cambiamenti e le problematiche legate al parto, ed esprimono sollievo perché riescono a gestire le loro paure per lasciare spazio alla gioia in questo momento così delicato e bello.

Quali altri seminari proponete e a chi si rivolgono? 

Condivido con mia figlia Martinica Ferrara la direzione della scuola Omphalos e nel nostro programma didattico ci sono corsi settimanali di Danza Orientale, dal livello base all’avanzato. Periodicamente organizziamo seminari che riuniscono danzatrici da tutta Italia. Oltre ai seminari di danza del velo, ho dedicato molto del mio lavoro ad aiutare le danzatrici nell’aspetto della performance, tengo seminari di Presenza Scenica indirizzati alle danzatrici che lavorano davanti ad un pubblico, grande o piccolo che sia. Si impara a gestire la paura e la voglia di perfezione per poter ottenere maggiore soddisfazione con la propria arte.  Un altro seminario molto amato dalle nostre allieve è quello dedicato alle Ali di Maria, che sono delle ali molto grandi di tessuto leggero e dall’effetto molto scenografico, di cui ho sviluppato moltissimi modelli e creato assieme a Martinica una codifica della tecnica, che permette uno studio graduale per ottenere un meraviglioso effetto in scena: la danza con le Ali di Maria riesce ad evocare molte immagini, ha una forte carica simbolica.

Tra gli incontri intensivi più richiesti c’è quello dedicato al Flamenco Arabo, stile di contaminazione tra flamenco e danza orientale tenuto da Martinica, che è una danzatrice professionista formata sia nella Danza Orientale che nel Flamenco. Il nostro obiettivo è creare spettacoli originali, che permettano al pubblico di uscire dai soliti harem immaginari che ognuno ha in testa riguardo la danza del ventre.

Quanto ed in che modo la danza ed il teatro possono diventare “percorsi” di cura? e che tipo di benessere psicologico, oltre che fisico, consentono di sviluppare?

Un aspetto molto importante nella danza è la naturalità, a me piace parlare di organicità del movimento. Questa qualità in danza la ritroviamo quando la persona asseconda il movimento che nasce naturalmente nel corpo e il modo in cui questo prosegue attraverso figure circolari, transitando da una parte del corpo all’altra. In questo senso esiste come un collegamento tra la danza del ventre e la natura. Ad esempio, molte piante crescono a spirale, con radici salde nel terreno e l’aspirazione ad elevarsi con i rami verso il cielo. Noi siamo simili: quando danziamo, le nostre gambe e piedi sono salde radici, senza di loro non possiamo protrarci verso il cielo.

La danza permette anche di vivere e trarre piacere da concetti essenziali, come l’interdipendenza delle parti del corpo: ci si muove partendo dal centro del corpo e non perifericamente come un pupazzo. L’ombelico, centro simbolico dell’energia nella persona, è il punto da cui si parte per dare vita al movimento. Proprio in virtù della forza di questo punto la nostra associazione si chiama Omphalos, che in greco significa proprio “ombelico, centro del mondo”. Se danzando solleviamo un braccio non è solo quell’arto ad attivarsi, stiamo usando i piedi per piantarci bene a terra, la flessione delle ginocchia per avere equilibrio e radicamento, l’addome si avvicina alla colonna vertebrale per darci forza e stabilità, le spalle si abbassano, il viso si solleva e, infine, il braccio si solleva. Ogni movimento è collegato a tutto il corpo. La danza del ventre praticata in questo modo è molto benefica e piacevole perché coinvolge tutto il corpo partendo dal centro, massaggia gli organi ed evita il rallentamento delle nostre funzioni fisiche.

Quando danzi organicamente, il movimento è ottimista, vorticoso. È emozionante perché collegato in un infinito vortice che cerca un’uscita, che promuove la vita. La danza orientale non pretende un corpo particolare ma invita la donna ad abitare il suo corpo poeticamente, ad esprimere gioia e vitalità. È adatta ad ogni età perché è un tipo di danza che si trasforma con te, ti accompagna nel processo della vita, include il tuo percorso e ti aiuta nelle trasformazioni. In tal senso, questa danza aiuta a stare bene nella propria pelle, amandosi per ciò che si è, accogliendo le trasformazioni che la vita e il tempo ci presentano.

Questo tipo di ascolto e conoscenza personale è fonte di salute e di equilibrio. C’è uno stare bene fisico, collegato al lavoro sul corpo, e uno stare bene psicologico e creativo che disseta la persona che la pratica in tutte le sue sfere.

Gestite inoltre il Teatro del respiro: un accenno alle tante attività… 

La creazione del Teatro del Respiro avviene nel 2011 ed essendo un progetto molto ambizioso è ancora in corso.

Sono quasi vent’anni che lavoro assieme a mio marito Calogero Ferrara, che è medico dentista, e con i nostri figli: Martinica, Leandro e Gabriel, con cui portiamo avanti questo spazio. Il Teatro del Respiro di 99 posti fa parte di un più grande centro culturale, per offrire alle persone l’opportunità di un incontro con l’arte, la cultura e lo spettacolo. Oggi i rischi collegati alla gestione di un teatro sono più grandi delle garanzie di successo, tuttavia abbiamo deciso di continuare e portare il progetto avanti perché ci crediamo ancora. C’è un certo nutrimento che solo lo spettacolo dal vivo in teatro può offrire. Il Teatro del Respiro è uno specchio di quanto l’arte fatta con passione e preparazione sia un mezzo potente perché dopo ogni spettacolo siamo testimoni felici del bene che porta alla comunità: vedere la commozione del pubblico, il viso rilassato delle persone, il loro sguardo vivace, la gratitudine per quanto hanno potuto sperimentare di sé stessi, sia da parte di chi è venuto come spettatore sia di chi ha partecipato come artista sul palco.

Nel teatro i confini di un tipo di espressione artistica e un altro sono spesso labili, è lo spazio degli intrecci e delle relazioni. Il teatro per definizione si fa in comunità e si fa carico della nostra memoria collettiva, di cosa ci rende vulnerabili e umani, vicini gli uni agli altri.  Il teatro è l’incontro con noi stessi. Il teatro del Respiro vuole essere l’azione dell’incontro e stendardo dello stare bene che l’arte e la cultura offrono a tutte le persone.

 Infine perchè avete aderito a “Cultura è Salute” e perchè, secondo voi, la “cultura” è sinonimo di “salute”? 

Ho visto la vostra rivista nello studio di mio marito Calogero, e sono rimasta folgorata. Ho pensato che fosse un’iniziativa potente e piena di opportunità per le persone e per gli artisti, uno spazio molto originale e di grande valore. Sono felice di fare parte della vostra rete, penso che stiate abbattendo una barriera: la separazione tra scienza e cultura e arte. Non sono discipline agli antipodi e con obiettivi diversi, ma credo abbiano invece necessità di conoscersi e collaborare per fare stare bene le persone e farle vivere con dignità e gioia. Cultura e arte sono sinonimi di salute perché permettono ad ogni persona domande importanti e risposte espressive e in divenire. Ci offrono una conoscenza profonda della nostra individualità per condurre una vita più sana e congrua con i nostri desideri. Andare a passo di danza permette di tracciare un percorso graduale e di mettere in relazione il corpo, lo stare nel mondo, il piacere e il dolore. Danzare e creare ci aiutano a plasmare la nostra identità e a fare quello che ci rende felici!

Il CORSO DI DANZA DEL VENTRE IN GRAVIDANZA AD OMPHALOS

Il lavoro del mio corso di Danza del Ventre in gravidanza è basato sui simboli di fertilità che ho presentato nel mio libro Il Linguaggio Segreto della Danza del Ventre, di cui è appena uscita la riedizione e ha come obiettivo liberare le donne dai limiti fisici e mentali, per danzare senza paura del giudizio e utilizzando con consapevolezza il linguaggio profondo della danza del ventre.
Il corso si svolge attraverso seminari che hanno la durata di un fine di settimana e sono rivolti alle donne in gravidanza dal quarto mese in poi, a chi desidera un figlio, alle ostetriche, alle danzatrici e insegnanti di danza che vogliono avvicinarsi a questo campo per poi condividerlo con le proprie allieve in gravidanza.
La struttura del corso è articolata in due parti, quella che guido io è dedicata alla danza, alla creatività, agli esercizi di respirazione guidata e gli esercizi teatrali. L’ostetrica Ornella Fantini, invece, accompagna le donne a conoscere ciò che c’è da sapere sui luoghi del parto, il parto in sé, il ritorno a casa, l’allattamento naturale.
Viene rilasciato un attestato di frequenza e dei suggerimenti professionali affinché ognuna possa proseguire con cura il proprio percorso.