Pareri a confronto

Ancora “morti bianche”: viene prima il diritto al lavoro o alla salute?
di GIAN PIERO SBARAGLIA

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, né peggior cieco di chi non vuol vedere!

È successo di nuovo il 28 dicembre a Roma in via Merulana: un operaio edile precipita da un ponteggio metallico che stava allestendo e muore sul posto!

Più volte da questa sede abbiamo denunciato la piaga delle così dette “MORTI BIANCHE”, quelle sul lavoro, che ad oggi, dall’inizio anno, hanno superato quota 1.017 (da Newsletter – OMCEO, del 01 dicembre 2021). Ne abbiamo suggerito con convinzione, ma con altrettanta modestia, ed in forza del nostro erogare Corsi di Primo Soccorso Aziendale, tramite il Centro di Formazione della Assoc. Misericordia di Roma Centro – da noi diretto – anche qualche consiglio, tendente, se non proprio ad evitarle, a fare in modo che non si ripetano con questa infernale frequenza, puntando il dito su quella che noi riteniamo a tutt’oggi, essere una grossa lacuna: la Formazione e l’Informazione da erogare ai dipendenti in tema di Prevenzione e Primo Soccorso Aziendale.

Infatti, proprio dalla nostra esperienza nell’erogare Corsi di Primo Soccorso Aziendale a numerose realtà lavorative, ci siamo accorti, soprattutto attraverso colloqui col personale dipendente, partecipante ai Corsi, delle carenze strutturali, ma soprattutto “FORMATIVE”, in cui operano i dipendenti. A ciò si aggiunga l’assenza di personale competente a verificare la sicurezza dell’ambiente; l’assenza di formazione ed informazione sulla prevenzione e sulla conoscenza da parte dei dipendenti, dei rischi da ambiente di lavoro per la propria salute; l’assenza di una qualche figura Sanitaria nello stesso ambiente di lavoro, per non parlare poi della mancanza di presidi sanitari di primo soccorso. Tutte cose queste, che dovrebbero essere verificate e colmate… non a chiacchiere!

Sembra un’umiliazione o un’umiliante richiesta pretendere da chi lavora e da chi dirige una CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE, che servirebbe a stabilire se si è o no idonei a quel tipo di mansione. È come se un neolaureato in medicina il giorno dopo la laurea e l’abilitazione entrasse in sala Operatoria per eseguire un intervento di Appendicectomia! Non bisogna esser solo medico, ma bisogna seguire corsi adeguati a rendere il medico competente in un settore. E così per tutte le altre professioni. E poi sottolineiamo l’assenza del medico nell’ambiente di lavoro: figura essenziale a monitorare, con la tenuta di una cartella clinica, lo stato di salute dei dipendenti che – pur essendo stati assunti da giovani in perfette condizioni fisiche di salute – col tempo possono contrarre patologie non più compatibili col tipo di lavoro fino a quel tempo eseguito.

Si pensi a chi nel tempo sia diventato diabetico, iperteso, cardiopatico o affetto da patologie che obbligherebbero i dipendenti a non fare più certi tipi di lavoro. Viene fatto tutto il possibile ad oggi? Si risponde in maniera ambigua: “NI”, ma si è subito pronti a puntare il dito in altre direzioni, non su questa, non sulla assenza della Sicurezza Sanitaria, che dovrebbe comprendere sia la FORMAZIONE del dipendente, come anche la presenza di una figura Sanitaria. Ecco la PREVENZIONE! Che non è la salomonica ricerca di più personale di sorveglianza, bensì il colmare la deficienza, quella più volte denunciata da questa sede e che – lo ripetiamo fino alla nausea – della FORMAZIONE e dell’INFORMAZIONE DEI DIPENDENTI E DEI DATORI DI LAVORO, dei rischi connessi al tipo di lavoro e all’ambiente in cui si svolge il lavoro; poi verranno i SORVEGLIANTI per verificare che queste specifiche siano state messe in pratica.

Facciamo alcuni esempi che ogni cittadino può verificare giornalmente:
a chi non è capitato di vedere come viene fatta la pulizia delle nostre strade oggi per la impietosa, ma naturale, caduta delle foglie? Pulizia che viene fatta, in certi casi, da operai privi dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), pur usando mezzi a motore atti allo scopo della pulizia, come i soffiatori a getto d’aria, che obbligherebbero l’uso di una visiera di protezione o cuffie audio protettrici, o come l’uso del decespugliatore, della motosega, anche questi a motore, che non raramente possono far schizzare oggetti che potrebbero ferire gli occhi di chi li usa, ma anche dei passanti? E ancora, che con il loro costante e forte rumore (oltre 80 Db!) minano l’udito dell’operaio per nulla protetto? E quanti cantieri edili vi sono in città, in cui si vedono operai senza casco, senza guanti o scarpe antinfortunistiche, o che movimentano mezzi meccanici senza protezione, o che spruzzano vernice per segnaletica stradale da creare nuvole di aerosol di colore, come ripreso con alcune istantanee dallo scrivente?

Allora non bisogna essere ciechi e sordi per non vedere tutti questi esempi di anormali comportamenti, che di sicuro fanno e faranno da presupposto a sciagure che si potrebbero eliminare con il buon senso, quello di insegnare o di ricordare al dipendente il Decalogo della Prevenzione.  Concludo con un lontano ricordo: nel 1955 la CISL fondò l’Istituto di Addestramento Lavoratori (I. A. L.), ente di formazione, qualificazione e l’aggiornamento professionale, culturale e sociale dei lavoratori, e lo scrivente – per guadagnarsi l’Università – si prestava ad insegnare le materie di “Italiano” e “Matematica” presso l’I.A.L. – CISL – LAZIO. Oggi si fa ancora? Ci auguriamo che si ripeta il miracolo del sordo-muto evangelico con la parola “Effeta!” cioè “Apriti!” (parola pronunciata da Gesù nel Vangelo, guarendo un sordo – muto, Marco 7/34), riferito questa volta a chi esercita il potere e che è alla consolle di guida.

Dr. Gian Piero Sbaraglia,
già Primario di Otorinolaringoiatria,
Consulente Tecnico d’Ufficio Tribunale di Roma,
Direttore Sanitario e Scientifico
Centro di Formazione BLS-D, PBLSD, accreditato ARES-118 e IRC,

Misericordia di Roma Centro