Covid

“CDI narrAZIONI”, la drammaterapia integrata
di SANDRA PIERPAOLI

18 Settembre 2024

Intervista a Sandra Pierpaoli, la Presidente del primo Centro Clinico in Drammaterapia Integrata con sede a Roma.

Quando è nato il primo Centro Clinico in Drammaterapia Integrata e con quale obiettivo?

CDI narrAZIONI è il risultato di un lungo percorso di esperienze cliniche, formative e di promozione sociale, svolto negli anni con utenze diversificate: una lenta costruzione, che si è andata cementando a partire dai primi laboratori e spettacoli teatrali con ragazzi disabili negli anni 90 per proseguire con percorsi rivolti ad anziani, a bambini, genitori, adolescenti e con più di vent’anni di attività clinica individuale e di gruppo con pazienti adulti, nella quale si sono susseguite non solo narrazioni verbali, ma anche e soprattutto narrazioni corporee, espressive, emotive e creative. Alle spalle di CDI narrAZIONI vi è inoltre l’attività formativa, educativa e di promozione sociale dell’APS “Il Boschetto di Pan”, un’associazione attiva dal 2007 al 2020, che ci ha regalato esperienze ricchissime, attraverso progetti rivolti ai giovani, organizzazione di convegni, una preziosa collaborazione con l’Università di Strathclyde di Glasgow, l’esperienza di essere dal 2011 al 2016 una Scuola di Formazione in Arti Terapie,  all’interno di una rete nazionale.

Il più recente incontro con la Medicina Narrativa e soprattutto con Maria Cecilia Cercato, Responsabile del Progetto di Medicina Narrativa presso l’ Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e con Cristina Cenci, ideatrice di PsyDit, una piattaforma digitale che si occupa di metodologie innovative nell’ambito del sostegno psicologico, ha dato vita ad alcuni studi pilota per l’introduzione del metodo in ambito clinico.

A partire dal 2020 la CDI narrAZIONI  ha dunque assunto la sua forma attuale, con la costituzione di un team specialistico di psicologi, psicoterapeuti, artiterapeuti e medici, dandosi l’obiettivo di introdurre l’innovativo metodo della Drammaterapia Integrata e della Drammaterapia Integrata Digitale nei contesti di cura, attraverso la proposta di percorsi di supporto psicologico, di percorsi volti alla promozione del benessere e di percorsi formativi, validati con una rigorosa metodologia di osservazione clinica.

 A livello pratico che tipo di percorsi proponete?

Le nostre proposte di intervento si pongono come un’originale forma di supporto psicologico che valorizza la creatività, rivolgendosi tanto al paziente, quanto al curante e al caregiver professionale e familiare, oltre che come innovativo intervento di sostegno alla genitorialità, all’insegnante e all’educatore. Alcune delle nostre proposte, come ad esempio il ciclo di laboratori all’aperto nei parchi di Roma “Storie di radici e fiori”, hanno una finalità ludica e socializzante, rappresentando in tal caso uno strumento di facilitazione alla promozione del benessere dell’individuo e della comunità.

In ogni caso la Drammaterapia Integrata è volta a sollecitare il potenziale creativo presente in ognuno, qualunque sia la sua fascia d’età e la sua condizione psicofisica. A questo scopo vengono proposti  interventi modulati sulle necessità dell’utenza, coniugando le Arti e le Terapie Espressive, attraverso l’incontro tra l’Analisi Bioenergetica , un approccio psicoterapeutico alla cui base vi è il concetto di identità funzionale tra psiche e soma,  per cui tutto ciò che avviene nella psiche si rispecchia in ciò che avviene nel corpo e viceversa; la Teoria del Sé dialogico di Hermans e Dimaggio, che considera il Sé come una molteplicità di parti (voci, personaggi, posizioni), che hanno la potenzialità di intrattenere relazioni dialogiche l’una con l’altra ; le Arti Terapie (musica, arte plastico pittorica, danza, teatro). La narrAZIONE è intesa come espressione globale del Sé: vengono infatti attivati tutti i canali sensoriali e si fa uso del movimento espressivo e creativo, dell’immaginazione, degli aspetti simbolici e proiettivi, della rappresentazione grafico-pittorica e plastica, della scrittura creativa, del racconto e della drammatizzazione fino ad includere i linguaggi multimediali, quali l’uso della foto e del video.

Come forma di supporto psicologico, la Drammaterapia Integrata prevede l’ideazione e la costruzione mirata di percorsi creativi metaforici, che si possono svolgere in presenza, nel digitale o in modalità mista, in base alla tipologia e alle esigenze dell’utenza; i percorsi sono costruiti ad hoc per ogni singolo intervento, con una funzione di supporto prima e/o durante le diverse fasi di disagio o di malattia. Nella modalità digitale e nella modalità blended al percorso sincrono, che avviene attraverso incontri in presenza o in videochat, si alterna un percorso asincrono, che consiste nella proposta di stimoli multimediali

(immagini, musiche, foto, video narrazioni) e nella creazione di una storia finale, condivisibili sulla piattaforma con il gruppo o con il terapeuta. Ciò consente l’approfondimento e la rielaborazione dei temi che emergono durante il percorso sincrono, offrendo l’opportunità di rimanere in connessione con i linguaggi metaforici e con il gruppo (o con il terapeuta) per tutta la durata del percorso. I percorsi hanno una durata che varia dai due mesi e mezzo ai quattro mesi, in base alla modalità di svolgimento.

Fino ad oggi questa metodologia è stata utilizzata in alcuni innovativi studi pilota, basati sulla creatività come risorsa,  che avevano la finalità di verificare l’applicabilità e l’utilità del metodo per alcune categorie di gruppi di pazienti, al fine di poter replicare gli interventi in contesti analoghi: in modalità in presenza nel progetto pilota DIPSO, svolto presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, rivolto a pazienti oncologiche con neoplasia mammaria  in fase di follow up;  in modalità digitale nel progetto pilota  ReumArt, rivolto a persone con malattie reumatologiche e rare, che si è svolto in partnership con PsyDit e  in collaborazione con Apmarr, con il contributo incondizionato di Pfizer; ancora in modalità digitale nel progetto pilota Parole Fertili-Viaggio nel Paese delle Maschere Narranti, rivolto a donne coinvolte in un percorso di procreazione medicalmente assistita, realizzato  in partnership con PsyDit e  in collaborazione con l’Università di Pavia, con il contributo incondizionato di IBSA.  È stata inoltre utilizzata in percorsi individuali in presenza e digitali, come forma di supporto psicologico, con la proposta di un tema metaforico, sviluppato dall’utente e dal terapeuta in una co-creazione dinamica. La formula individuale è adatta non solo a molte diverse tipologie di pazienti, che stanno affrontando diverse fasi di malattia o disagio, ma a tutti coloro che sono coinvolti in una relazione di cura. È infatti un tipo di supporto psicologico adatto a prevenire il burnout e a ricontattare la parte creativa dentro di sé, come significativa antagonista allo stress e alla responsabilità che comporta un ruolo sanitario o educativo, tanto più in tempi di Covid.

Che tipo di feedback ricevete e perché le arti-terapie sono così importanti? Quanto è di supporto nei processi di cura l’utilizzo integrato dei linguaggi artistici?

In tutti gli studi pilota realizzati è stata effettuata una rigorosa osservazione clinica, mediante la raccolta di dati da parte del team curante, in schede appositamente create, confluiti poi in appositi database. I dati rilevati sono stati poi integrati con la valutazione dei partecipanti, raccolta attraverso questionari in ingresso e in uscita. Ciò ha consentito di constatare l’utilità e l’efficacia del metodo per la grande maggioranza dei pazienti coinvolti. In tutti i progetti i feedback sono stati, infatti, estremamente positivi, mostrando aderenza alle aspettative o addirittura un superamento delle stesse.  Il linguaggio artistico attraverso l’uso della metafora si è dimostrato un importante veicolo, in grado di trasportare dalla dimensione della malattia alla conquista di una nuova prospettiva. È stato apprezzato l’uso della creatività per distogliere la mente da sensazioni negative per riuscire ad acquisire nuovi punti di vista e per immaginare nuove soluzioni. Il percorso è stato valutato ricco di emozioni, mai monotono, stimolante grazie all’uso integrato di diversi linguaggi.

Per molti dei partecipanti le aree di maggiore soddisfazione sono state rappresentate dalle proprie produzioni artistiche, parallelamente all’acquisizione di un maggiore grado di espressività artistica e di abilità drammatiche, con una conseguente e dichiarata crescita di autostima. Il supporto del gruppo, con una metodologia che stimola la creatività e che va a sollecitare le risorse interne, mediante i linguaggi artistici, si è dimostrato uno strumento estremamente efficace nell’attraversare anche le emozioni più difficili, svolgendo un ruolo fondamentale, nel rafforzamento di sé e nella resilienza. Anche i percorsi individuali hanno ricevuto dai pazienti feedback molto positivi, rilevati attraverso la somministrazione di questionari in ingresso e in uscita. I commenti hanno messo in evidenza che il percorso svolto è stato in grado di dare vita ad un significativo processo trasformativo.

Un percorso individuale di Drammaterapia Integrata, infatti, se da una parte rappresenta un intervento di sostegno alle difficoltà, che accompagna la persona a focalizzare e ad affrontare le proprie aree di sofferenza, dall’altra attiva le sue risorse creative e dunque la sua parte “sana”. Quando accompagna una fase di riabilitazione la dimensione artistica può rappresentare un valido strumento che, attivando l’immaginario, permette di superare la dimensione della malattia, per dare luogo ad una ricostruzione di sé e dunque ad una ripartenza, come sottolineato da una paziente in follow up, dopo un intervento chirurgico per un tumore all’endometrio. Nel supportare la fine del ciclo di vita, il percorso individuale di Drammaterapia Integrata ha dimostrato di essere molto efficace nella rielaborazione di ricordi e di emozioni attraverso l’uso di fantasie guidate, il collage e la creazione di dialoghi tra personaggi.

Portate avanti anche dei percorsi di formazione e aggiornamento professionale in Drammaterapia Integrata, rivolti al personale sanitario. A quali figure sono rivolti in particolar modo? Quali i valori aggiunti di questi corsi?

“NarrAZIONI edu” è il progetto formativo di CDI narrAZIONI, che ha come obiettivo quello di sviluppare nel tempo proposte diversificate in modalità blended: un percorso base rivolto a un target non sanitario

(insegnanti, educatori, laureati e/o diplomati in materie umanistiche, psicopedagogiche, artistiche) per formare una figura in grado di condurre percorsi educativi e di promozione del benessere;  un percorso intermedio rivolto ad artiterapeuti, psicologi, psicoterapeuti, counselor, laureati in materie psico pedagogiche, educatori, mirato a formare la figura dell’osservatore clinico nei percorsi di supporto psicologico; un percorso avanzato rivolto a psicologi e psicoterapeuti, che potranno diventare conduttori dei percorsi di supporto psicologico in Drammaterapia Integrata. Nel perseguire questo obiettivo ad oggi raccogliamo manifestazioni d’interesse ad un corso introduttivo alla Drammaterapia Integrata da svolgersi interamente online.

“NarrAZIONI edu” si completa infine con la programmazione in cantiere di corsi di aggiornamento rivolti al personale sanitario, nella convinzione che nell’ottica dell’umanizzazione delle cure sempre di più sia necessario sensibilizzare il curante allo sviluppo di uno sguardo creativo, in grado di valorizzare le risorse del paziente e di configurare insieme a lui prospettive nuove e orizzonti alternativi, a quelli stigmatizzati dalla malattia. Poiché fare arte comporta l’impegno globale della persona e mette in gioco l’intera personalità, i nostri corsi mirano allo sviluppo della capacità di ascolto e di empatia, mentre valorizzano la bellezza delle potenzialità, tanto del curante che del paziente.

Infine la domanda che rivolgiamo a tutti: avete aderito al network di “Cultura è Salute”. Quali valori ne condividete? Perché secondo voi cultura è sinonimo di salute?

Abbiamo aderito con grande piacere al network di “Cultura è Salute”, con cui condividiamo la convinzione che la cultura giochi un ruolo fondamentale nella promozione e nel mantenimento della salute, durante tutto l’arco della vita. Essa infatti sollecita ed accresce importanti competenze psicofisiche, fondamentali per la capacità di resilienza e concorre allo sviluppo di quella capacità estetica ed immaginativa, che offre valore e significato a tutte le esperienze, anche a quelle di malattia.