Cultura è Salute

Ivrea: arte, fiori, profumi e musica classica in Ostetricia
di FABRIZIO BOGLIATTO

L’arte entra in ospedale ad Ivrea grazie al progetto “Symbiosis”, ideato e fortemente voluto dal direttore della Struttura Complessa Ostetricia e Ginecologia, Fabrizio Bogliatto. Il Dottor Bogliatto, nell’intervista rilasciata a “La voce dei medici” spiega il ruolo delle arti all’interno dei reparti ospedalieri, che da semplici luoghi di cura si trasformano in ambienti gradevoli ed accoglienti, che fanno da cornice al momento più significativo dei neo genitori: quello della nascita e del primo incontro con i loro figli.

Il Dott. Fabrizio Bogliatto, ginecologo, Direttore della Struttura Complessa Ostetricia e Ginecologia di Ivrea, ha iscritto la sua associazione Centro Studi Salute Donna alla rete di “Cultura è Salute”, partendo dalla convinzione che non c’è miglior alleato della medicina se non l’arte per garantire il benessere dell’individuo in un ambiente ospedaliero. Dott. Bogliatto, ci spieghi come è arrivato a questa conclusione…

Nell’ambito della ricerca scientifica di portata internazionale lo spazio sanitario non è considerato solamente in relazione alla sua funzione primaria di cura della malattia, ma il suo ruolo è esteso al più ampio obiettivo di miglioramento delle condizioni di benessere dei pazienti e del personale. È infatti diffusa la consapevolezza dell’esistenza di una diretta connessione fra le caratteristiche dello spazio, la qualità delle cure e l’efficacia del servizio erogato. I risultati di un approccio alla progettazione basato sulle conoscenze maturate intorno alle istanze di umanizzazione, possono avere effetti positivi sugli “outcome” dei pazienti in termini di esiti clinici e sul miglioramento delle performance del personale. L’arte è il mezzo principale con cui si riesce a comunicare a livello inconscio e riprodurre attraverso le immagini delle reazioni positive che migliorano lo stato d’animo di chi osserva.

Quali attività e progetti legati all’arte e la cultura ha messo in campo nella sua esperienza lavorativa in ospedale e più in generale in ambito medico?

L’unicità dell’evento nascita e la cura della diade madre-bambino è fondamentale per accogliere una nuova vita e strutturare un imprinting socio-culturale positivo. Presso l’Ospedale di Ivrea è stato realizzato il “Progetto Symbiosis”: le donne sono, naturalmente, al centro del concetto di umanizzazione: è intorno a loro e al loro rapporto con l’ambiente ospedaliero che si concentra gran parte dello sforzo del progetto. Sono molti gli studi scientifici, a dimostrare l’incidenza (positiva o negativa) dell’ambiente ospedaliero sui livelli di stress dei pazienti e le potenzialità ristorative di alcuni fattori ambientali come la luce naturale, il colore, le vedute piacevoli, la musica, con possibilità anche di effetti terapeutici. Il progetto è stato affidato all’artista statunitense Victor Kastelic, coadiuvato dallo studio torinese di design Collaborative Environments con la collaborazione dell’architetto Elena Alutto ed è stato realizzato grazie all’apporto incondizionato di mecenati eporediesi. Per il colore delle pareti viene scelta una tonalità più scura e psicologicamente rilassante, un “torba grigio-verde”. Un colore creato ad hoc e registrato come Symbiosis Green. Le opere d’arte, in accordo con le normative di sicurezza e di gestione della sanificazione degli ambienti, vengono realizzate con la tecnica “Light Box”, ovvero, dipinti luminosi di varie misure, posizionati nei punti strategici del reparto come le sale di attesa, corridoi di passaggio, zone di accoglienza e aree operative. I soggetti sono floreali e costruttivisti a suggerire una crescita organica, complessità, gioia e giochi di colore. Le composizioni sono dipinte su una superficie trasparente e retro-illuminate a comando e possono illuminarsi al passaggio o sosta delle persone, creando così un momento interattivo tra lo spettatore e l’opera d’arte. Il corridoio diventa vivo grazie a una continua illuminazione disattivazione dell’opera d’arte che dà l’impressione di uno spazio vivo e traspirante in simbiosi con le persone che animano l’ambiente. Le luci biodinamiche nel blocco di sala parto e immagini a tutta parete che aprono lo sfondo permettono un’assistenza al travaglio e al parto a misura di donna. Abbiamo anche creato eventi di divulgazione teatrale “Sfumature di donne di Scienza” di e con Sara D’Amario per ricordare il ruolo della donna in ambito scientifico e “L’immagine della donna nell’arte e nella Scienza”.

Come giudica l’iniziativa di Club Medici finalizzata alla realizzazione di un network nazionale di arti e cultura per il benessere? Qual è secondo lei il valore aggiunto della rete?

L’Iniziativa è lodevole e rappresenta il futuro su cui costruire l’assistenza ai bisogni di salute. Arte e cultura in ambito medico non possono che giovare. La possibilità di interscambio culturale, di acquisizione di competenze comuni, di organizzazione di eventi riproducibili in setting tra loro anche diversi permette di costituire un nuovo modo di pensare in maniera organizzata, efficiente ed efficace per la salute di tutti coloro che necessitano di cure, sia in ambito territoriale che ospedaliero.

So che ha apprezzato il servizio Punto Biblio in Ospedale messo a disposizione dall’Associazione Club Medici, pensa che l’Ospedale dove lavora vorrà aderire?

L’iniziativa è al vaglio della direzione ospedaliera e credo che si potrà realizzare in tempi brevi. La possibilità di accesso a biblioteche virtuali e fruibili dall’utenza è un modo ulteriore per permettere lo svago della mente durante il ricovero. Sarà mia cura provvedere alla donazione di un libro per ogni mamma che partorirà nella struttura di Ivrea su cui verrà riportato il nome del bambino. Ciò si colloca nel Progetto “Nati per Leggere” e vuole essere un modo per far ricordare come già alla nascita la lettura sia importantissima per lo sviluppo dell’individuo.