Pareri a confronto

Lettera aperta agli amici dottori
di GIULIO PIROLO

28 Luglio 2022

Cari storici, apprezzatissimi amici medici, scienziati, studiosi, ma soprattutto innamorati del nostro fare il dottore.

Dopo il torrido in tutti i sensi pomeriggio di ieri che ha visto scatenarsi sulla chat di WA un po’ tutti in una quasi disperazione collettiva della situazione attuale vorrei condividere con voi alcune considerazioni sul passato e alcuni spunti di riflessione che so benissimo essere in controcorrente ma che come vi racconterò non sono del tutto peregrini.

Quando NOI abbiamo iniziato la medicina generale abbiamo fatto carte false per la sola convenzione, partendo a zero scelte:

  1. La cartella clinica era scritta a mano e consultata ricercandola nei nostri raccoglitori metallici
  2. Le ricette erano scritte a mano, possibilmente leggibili, iniziavano a comparire le note e le esenzioni che dovevamo aver bene a mente ed applicare senza alcun tutor, qualche schemino cartaceo, a memoria (solo a Belluno in quegli anni il 50% dei medici fu denunciato per truffa ai danni dello stato per errata applicazione delle esenzioni in gravidanza, ve la ricordate?)
  3. Lo stesso vale per le certificazioni di malattia, scritte a mano e consegnate per una spedizione RR ai pazienti.
  4. Con questi mezzi, fare una domanda per l’invalidità richiedeva almeno un’ora di tempo ricavata nel fine settimana o la notte.
  5. POI ARRIVO’ L’INFORMATICA … SUBITO ODIATA DAI PIU’, MA DA NOI PRATICATA CON ENTUSIASMO TANTO DA PROPORCI DI ESSERNE I DIFFUSORI, GLI INSEGNANTI, GLI INTERPRETI MA ANCHE I SUGGERITORI DEI GRANDI SUCCESSIVI SVILUPPI.
  6. Ma l’informatica iniziale non era certo lo strumento formidabile che abbiamo adesso: le ricette dematerializzate sono cosa abbastanza recente, i certificati telematici anche, lo scarico dei referti una conquista partita da lontano ma di grandissima utilità. Ed ognuno di questi passaggi trovava ondate di critiche.
  7. L’evoluzione del programma sempre in linea con le idee di noi utilizzatori, l’arrivo del DSS, il formidabile strumento rappresentato dal GPG e tutto ciò che voi ben conoscete perché è stata la vostra e nostra vita professionale

Poi sono arrivate le forme aggregative, le UTAP poi abbandonate, le medicine in rete, di gruppo, di gruppo integrate le forme che ben conoscete e che in parte avete sviluppato. Certo hanno permesso al MMG di avere strutture più performanti, personale di studio, infermiere ma da quello che vedo,  pur sempre aggregazioni formali dove ciascuno continua il suo mestiere di singolo meglio supportato dal punto di vista organizzativo: ecco arrivata l’attività “tutta” su appuntamento che permetterebbe un lavoro più accurato, selezionato, tranquillo ma che genera tempi di attesa a volte lunghi non sempre compatibili con le esigenze dei pazienti (vedi certificato di  malattie, quanti ne abbiamo in questi tempi!)

Le sostituzioni stesse che troverebbero la naturale risposta nello scambio con i colleghi facilitati anche dal disporre delle cartelle cliniche condivise, ogni estate diventa fonte di guerre intestine.

La tempistica di risposta di fatto allungata dalla modalità dell’appuntamento ha scatenato la fantasia dei pazienti che hanno imparato ad usare qualsiasi modalità di accesso al medico (complice sicuramente anche la pandemia) che ora viene tempestato di mail, sms, WA, Facebook, richieste di richiamo telefonico lasciato alle segretarie: cose che mi sembrano alla base del malcontento dei colleghi tutti. Peraltro anche degli assistiti che hanno cominciato ad essere “violenti” e perdonate il termine ma questo è quello che accade nei confronti del loro MMG un tempo amato.

“Tutto su appuntamento” ha determinato anche un assalto alle linee telefoniche che a detta dei pazienti sono sempre occupate nonostante tutto il personale impegnato.

QUESTA LUNGA PREMESSA PER RACCONTARVI COME MIA FIGLIA HA EVOLUTO IL SUO FARE MEDICINA GENERALE.

  1. Aveva iniziato in una medicina di gruppo con altri 6 colleghi, una segreteria 9 ore e infermiera al mattino: visite tutte su appuntamento e anche le urgenze non differibili dei colleghi i quali non erano così solerti nel ricambiare il favore, anzi. “io non sono disponibile a fare piaceri ai pazienti, figuratevi se li farò mai ai colleghi o alle segretarie” commento sentito personalmente
  2. Al mio pensionamento, stanca di una situazione che aveva poco del “gruppo” peraltro molto onerosa, ben più dei rimborsi previsti dalla convenzione ad hoc, ha deciso di venire a lavorare nel mio studio singolo e privato.
  3. Si è assunta un collaboratore di studio (3h e1\2 tutte le mattine) ed ha continuato la modalità su appuntamento grazie alla disponibilità del collaboratore.
  4. Il problema degli accessi su appuntamento è che il telefono risulta sempre occupato per fissarli e questo ha ingenerato anche per lei l’assalto con mail, WA, SMS, Facebook, telefonate al cellulare senza tregua che poi è il problema lamentato da tutti.

DOPO UN BREVE PERIODO DI PROVA PER VEDERNE L’EFFICACIA, HA CAMBIATO: ad oggi sono rimasti un pomeriggio (lunedì) ed una mattina (giovedì) su appuntamento, due mattine (martedì e venerdì) ed un pomeriggio (mercoledì) ad accesso libero, sempre regolato dal collaboratore di studio, Paolo. Nell’agenda Paolo raccoglie le richieste di contatto telefonico che vengono evase in giornata; prepara inoltre la lista delle cose burocratiche che non è riuscito ad elaborare lui e stampa le mail dei pazienti, escluse quelle con richieste di farmaci e appuntamenti che elabora lui. Fornisce le informazioni richieste, raccoglie le prenotazioni.

RISULTATI:

Il telefono è ovviamente molto più accessibile mancando le chiamate per fissare appuntamenti.

Le urgenze non differibili (che molto spesso tanto urgenze non sono) trovano soluzione nell’accesso libero entro 24 h.

I pazienti sono tornati a sorridere contenti della soluzione prospettata.

Si riesce a sviluppare tutto il lavoro nelle ore di studio senza doversi trascinare gli straordinari a casa.

Le giornate ad accesso libero non sono soffocanti (l’ho sostituita per due settimane e posso testimoniarlo) le persone se non hanno proprio necessità immediata si autolimitano, ad accesso libero arrivano quasi sempre per problemi risolvibili in breve mentre l’appuntamento viene preferito per problematiche complesse. Nessuno si lamenta per il tempo d’attesa degli appuntamenti perché è una loro libera scelta.

SO CHE SONO STATO LUNGO, MA PER COMPREDERE QUESTA EVOLUZIONE LE PREMESSE ERANO INDISPENSABILI. NATURALMENTE QUESTA MODALITÀ NON ESCLUDE CHE POSSA ESSERE SVOLTA IN NUCLEI AGGREGATI COME PARE INDIRIZZARSI LA MEDICINA GENERALE PROSSIMA.

Cari saluti e buona estate!
Giulio Pirolo