Pareri a confronto

COVID-19: come e perché valutare lo stato immunitario
di CORRADO e FABIO PERRICONE

Alla luce del fallimento, dal nostro punto di vista, di queste vaccinazioni periodiche nasce il dubbio di essere almeno informati adeguatamente sullo stato di salute del vaccinando per poterne testare la normo funzionalità del sistema immunitario.

Purtroppo ancora oggi ci troviamo di fronte al dilemma su come procedere al fine di contrastare questa disastrosa pandemia.

Di fronte ai discutibili risultati della vaccinazione di massa, si continua ad ipotizzare l’utilizzo di vaccini i cui risultati hanno evidenziato anche effetti negativi perché fino ad ora sono stati messi in evidenza solo parzialmente gli effetti e con l’ausilio anche del mondo sanitario in Italia, si ha la sensazione che purtroppo tutto ciò che viene alla luce si cerca di evitare di diffonderlo. Soltanto ultimamente si è venuti a conoscenza delle conseguenti complicanze ed effetti collaterali. I tentativi finalizzati a quantizzare quanta proteina Spike vengono prodotti dopo il vaccino non ci hanno dato risultati perché sono purtroppo legati a troppe variabili del vaccinando.

Pertanto l’iperstimolazione legata a dosi ravvicinate di vaccino ha troppe incognite per essere incoraggiata, addirittura, è ipotizzabile che possa essere responsabile di patologie autoimmunitarie.

Premesso che i vaccini si fondano sulla attività del sistema immunitario, si dovrebbe perlomeno essere in grado di avere un maggiore approfondimento del sistema immunitario del vaccinando essendo perlomeno a conoscenza dei vari fattori protettivi immunitari, tramite la protezione sierologica e citologica.

Oltre alla difesa immunitaria legata alla produzione di anticorpi (immunoglobuline) di pertinenza sierologica, esiste però anche una seconda difesa immunitaria legata invece alla presenza dei linfociti T (citologica). In Italia si valutano solo gli anticorpi tramite i test sierologici delle immunoglobuline (IgG ed IgM). Per quanto riguarda la protezione citologica, di cui fanno parte i linfociti, di particolare importanza è un esame identificato anche come “studio delle popolazioni linfocitarie” che tramite strumenti altamente tecnologici e metodiche avanzate riesce ad individuare e quantificare i diversi tipi di linfociti partendo da un prelievo di sangue venoso.

I linfociti sono globuli bianchi che svolgono un importante ruolo nell’omeostasi immunitaria e si dividono in: Linfociti T responsabili della risposta immunitaria cellula-linfociti mediata. A loro volta si dividono in Linfociti T helper e Linfociti T citotossici; Linfociti B: responsabili della risposta immunitaria umorale. Producono gli anticorpi (immunoglobuline); Cellule NK un particolare tipo di linfociti ad attività antitumorale ed antivirale. Da mettere in evidenza l’azione fondamentale svolta dalle cellule T attivate (CD8 attivate) perché verosimilmente l’eliminazione del virus in primo contatto viene fatta non dagli anticorpi ma da queste cellule.

Le cellule T inoltre riconoscono pezzi diversi del virus rispetto agli anticorpi e sono fondamentali per la memoria dell’infezione.  La valutazione della quota attivata dai linfociti T ci permette concretamente di avere certezza dell’avvenuta reazione immunitaria protettiva.

Sin dall’inizio della pandemia la Fondazione Mediterraneo ha messo in evidenza l’importanza di questi studi preventivi; purtroppo l’evoluzione della pandemia ci è sfuggita completamente e non si ha la sensazione che in futuro, continuando così, si possa avere una risoluzione. Questo vaccino, che era nato in uno stato emergenziale, non ha avuto i risultati auspicati perché è nato come farmaco sperimentale ed è rimasto ancora tale, senza miglioramenti sperati, anzi con l’evidenziazione che gli effetti collaterali e le complicanze aumentano sempre di più.

Del Prof. Corrado Perricone – Ematologo e già responsabile del Centro di Immunoematologia dell’AORN Santobono Pausilipon, già componente del Consiglio Superiore della Sanità. Responsabile del comitato scientifico della fondazione Mediterraneo.

Di Fabio Perricone – Ginecologo, esperto di Medicina della Riproduzione ed Endocrinologia Andrologica - Medicina Clinica e Sperimentale. Membro del comitato scientifico della Fondazione Mediterraneo.