Cultura è Salute

Vacanze inaccessibili per i disabili: solo 45 comuni su 8mila sono bandiera lilla

4 Agosto 2022

Estate, tempo di relax e svago anche per gli oltre 3 milioni e 150mila italiani con disabilità che vivono nel Belpaese. L'Istat stima un aumento del numero di viaggiatori con disabilità del 70% entro il 2035, a patto che le esperienze di turismo e tempo libero diventino sempre più accessibili e inclusive: la mancanza di strutture e servizi adeguati fa sì che l'economia globale del turismo perda, ogni anno, circa 142 miliardi di euro e 3,4 milioni di posti di lavoro. "La disabilità non deve essere vissuta come una privazione alla propria libertà personale" dichiara Antonella Celano, presidente APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare

Vacanze inaccessibili per gli oltre 3 milioni e 150mila italiani che convivono con una qualche forma di disabilità. Sono infatti solo 45 su 7.904 (lo 0,57%) i Comuni della nostra penisola (qui la lista completa), in rappresentanza di 15 Regioni, che si possono fregiare del titolo di Bandiera Lilla, assegnato ogni anno dalla Società Cooperativa Sociale BANDIERA LILLA con il supporto della Consulta Regionale per la tutela dei diritti della persona handicappata della Regione Liguria, a quelle realtà comunali che lavorano, giorno dopo giorno, anno dopo anno per migliorare la propria accessibilità turistica. Quest’ultima è una delle variabili strutturali più importanti per determinare i criteri qualitativi dell’offerta turistica: un maggiore livello di accessibilità ha un’influenza diretta sull’afflusso di turisti, sulla qualità complessiva del turismo e sui benefici economici generati da questo settore.

Secondo le recenti stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 10-15% della popolazione mondiale ha un qualche tipo di bisogno di assistenza e il numero di persone che necessitano di dispositivi di assistenza (sedia a rotelle, tecnologie della comunicazione) raddoppierà, entro il 2050, da 1 miliardo a 2 miliardi di persone. L’Istat invece stima un aumento del 70% entro il 2035 dei viaggiatori con disabilità, a patto che le esperienze di turismo e tempo libero diventino sempre più accessibili e inclusive. Sulla base di uno studio dell’Università del Surrey, il potenziale del mercato europeo dell’accessibilità per il turismo è stimato in oltre 133 milioni di turisti, tenendo conto di tutte le persone con disabilità e patologie croniche, insieme ai loro compagni di viaggio con entrate potenziali superiori agli 80 miliardi di euro.

“L’accessibilità nel turismo può e deve essere un motore per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità nei Paesi a forte vocazione turistica, dato che gli sforzi vanno a beneficio della società nel suo complesso – afferma Antonella Celano, presidente di APMARR, Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, un’associazione pazienti che difende i diritti degli oltre 5,5 milioni di persone affette da una delle oltre 150 patologie reumatologiche  Per riuscire a migliorare le pratiche di accessibilità, eliminando le principali barriere strutturali (servizi di prenotazione e trasporto, strutture ricettive, comunicazione) e sociali (mancanza di formazione delle imprese e degli operatori del settore turistico e di consapevolezza circa le tematiche dell’accessibilità) occorre pensare a una partecipazione attiva e diretta delle persone con disabilità nella stesura di protocolli internazionali standard che siano in grado di garantire lo stesso livello di accessibilità e qualità del servizio. Penso che anche la pandemia abbia fatto capire qualcosa in più e abbia portato un’attenzione diversa al tema dell’accessibilità, una maggiore attenzione al tema delle persone e delle loro esigenze: il turismo accessibile non è solo riadattare un bagno a norma di legge. Il mondo dell’ospitalità è molto di più e significa accogliere le persone, farle sentire a loro agio e farle stare bene”.