Diritti e Doveri

Benessere dei detenuti: il sovraffollamento penitenziario, quando le carceri diventano prigioni

9 Maggio 2025

Di Alberto Arnaudo e Sandro Libianchi
Coordinamento Nazionale Operatori per la Salute nelle Carceri Italiane – aps (Co.N.O.SC.I.) www.conosci.org

Non sappiamo cosa pensasse dentro di sé l’ex- sindaco di Roma Gianni Alemanno della situazione carceraria italiana quando era libero di fare politica; sappiamo però cosa ne pensa oggi, che in carcere ci si trova rinchiuso da qualche mese per la revoca delle misure alternative causata da sue inadempienze di cui, immaginiamo, ora si sia amaramente pentito.

Dopo aver  inviato una lettera al direttore de “Il Tempo”, Tommaso Cerno, a nome dei  “detenuti che vivono quotidianamente il dramma di un sistema carcerario al collasso”, nella quale lamentava tra le altre cose  che “oggi il populismo penale impone lo slogan ‘buttiamo via la chiave’, mentre l’indifferenza politica lo raccoglie con un altro: ‘chiudiamoli in cella e dimentichiamoci di loro’ (confondendo) la necessità di tutelare la sicurezza pubblica con l’inasprimento della condizione carceraria, senza considerare che un sistema sovraffollato e inumano favorisce la recidiva invece di prevenirla”, ha preso poi a narrare la propria triste esperienza dalle pagine di Facebook (ma è lecita la cosa per un detenuto?…).

In una situazione penitenziaria italiana (v. Tab. I) in cui non si fermano i suicidi (almeno 22 a tutto marzo di quest’anno, di cui il 50% stranieri), e dove, come ha sottolineato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, “il sovraffollamento è sempre più grave nelle carceri per adulti” (oltre il 130%) “con circa 16.000 persone che non hanno un posto regolamentare, ed è diventato ormai strutturale anche negli Istituti Penali per Minorenni, dove non si era mai registrato”, Alemanno sui social scrive: “C’è un continuo lavoro artigianale di ogni detenuto per migliorare le condizioni di vita  a fronte di celle fatiscenti, ognuna con sei brande a castello, di un cesso che sta nella stessa stanza dove si cucina e di un lavandino senza acqua calda, della mancanza di apparati di condizionamento quando fa caldo”.

Tutte cose facilmente constatabili con una visita dall’esterno da parte di un politico, ma che assumono evidentemente ben altra rilevanza se viste… dall’interno!

Sul fronte della resilienza l’ex sindaco di Roma nota come “ogni attività del carcere è molto frequentata dalle persone detenute, certamente in cerca di modi per passare la giornata, ma anche molto attente a tutto quanto li può far sperare di avere una vita migliore durante e dopo la carcerazione. C’è voglia di partecipare, non di tutti, perché c’è anche chi si lascia andare e diventa un morto vivente. La reclusione è una intensa esperienza comunitaria: ecco perché è stupido sprecarla”.

“Le stiamo scrivendo perché vogliamo sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sull’attuale situazione carceraria, che a noi, e non solo a noi, appare insostenibile e contraria ai dettati costituzionali” ha ribadito in una lettera indirizzata direttamente al Ministro della Giustizia Nordio. “Le persone detenute sono un pezzo della società e sono un pezzo vulnerabile della stessa, come tante volte ci ha ricordato il compianto papa Francesco. Compiere un atto di riconoscimento delle condizioni insostenibili in cui vivono queste persone non vuol dire cedere a una tentazione permissiva contraria al principio della certezza della pena. Significa solo compiere una necessaria conciliazione tra questo principio e quello della finalità rieducativa della pena previsto dall’art. 27 della nostra Costituzione”.

Fa piacere che un politico si esprima in questi termini sulla condizione carceraria del nostro Paese; fa un po’ meno piacere che arrivi a farlo solo sulla base della propria esperienza diretta, e non sviluppando ragionamenti e strategie di largo respiro quando siede al tavolo delle decisioni di policy. E fa ancora più male pensare che ciò avviene troppo spesso riguardo non soltanto alle carceri, ma a molti dei problemi che affliggono la gente comune, mai pienamente compresi e sposati dalla politica se non in occasione (appunto) di esperienze personali o di fatti eclatanti di cronaca (le cosiddette ‘emergenze’, peraltro continue…).

Durante la seduta straordinaria svoltasi a metà marzo presso la Camera dei Deputati, con la discussione di due mozioni riguardanti iniziative in merito alla situazione nelle carceri, assenti sia il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sia il sottosegretario, Andrea Delmastro, è emersa con forza la voce dei detenuti, i quali riconoscono di aver sbagliato, ma chiedono “dignità”: “Chiediamo di scontare una pena in condizioni umane. E chiediamo di dormire su un letto che non sia pieno di formiche, di scarafaggi, di blatte, di non dormire su materassi marci; chiediamo la possibilità di avere un’alternativa, di avere dei percorsi di rieducazione, di parlare con un educatore, con lo psicologo e, soprattutto, di avere uno spazio”. “Se soffre una parte della comunità carceraria” è stato giustamente notato “soffrono tutti quanti: direttori, poliziotti, educatori, cappellani, personale sanitario, volontari e persone recluse”.

Chissà se il cahier de doléances dell’ex-onorevole Alemanno potrà contribuire, ora che lui ne sta facendo esperienza diretta, a smuovere qualcosa intorno alla paludosa situazione carceraria italiana. Non possiamo che augurarcelo. Il libro di Silvio Pellico si studia ancora oggi, quando l’Impero Austro-Ungarico che lo aveva imprigionato è defunto da tempo. Le parole scritte dal carcere da Alemanno sopravviveranno alla sua pena, e riusciranno a portare qualche buon frutto?  

REGIONEn. istitutiCapienza regolamentareDetenuti presentidi cui stranieriDetenuti in semilibertà
totaledonneTotalistranieri
ABRUZZO81.8302.054964195215
BASILICATA336337584530
CALABRIA122.7112.96160545240
CAMPANIA156.1977.5953389161717
E. ROMAGNA102.9373.8061741.93612648
F.V.G.5494739243493011
LAZIO155.2946.6764672.377556
LIGURIA61.1101.355737254920
LOMBARDIA186.1488.9514504.11113134
MARCHE6840939173044213
MOLISE327037207064
PIEMONTE133.9754.4951441.94112939
PUGLIA112.9434.4172044911487
SARDEGNA102.6142.25656578534
SICILIA236.4387.0602431.0391515
TOSCANA163.1603.3071001.55015068
TRENTINO A.A.25104.9848290104
UMBRIA41.3391.66270537326
VAL D’AOSTA118113807810
VENETO91.9382.7891531.4397228
TOTALE19051.29262.4452.72519.7401.435319

Tab. I: Detenuti presenti e capienza regolamentare degli istituti penitenziari per regione di detenzione al 30 aprile 2025. N.B. la capienza dei posti effettivamente disponibili alla stessa data era pari a 46.610 posti con un totale di ingressi dalla libertà nel corso dell’anno 2024 pari a 43.489 e 156.389 soggetti in carico ai servizi sociali del Ministero della Giustizia – Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE). Fonte dati: Coordinamento Nazionale Operatori per la Salute nelle Carceri Italiane su elaborazione dal Ministero della Giustizia.

NB: per la prima volta nelle statistiche relative alle strutture penitenziarie italiane, tra quelle afferenti alla regione Lazio, viene riportata anche la casa circondariale “LAZIO RM ROMA GJADER-ALBANIA” che conta una capienza di 12 posti e nessuna presenza registrata alla data del 30 aprile 2025.