Pareri a confronto

Alzheimer: sfatiamo il mito che sia una malattia incurabile!
di FEDERICO LICASTRO

24 Marzo 2022

Sfatiamo il pregiudizio che la demenza di tipo Alzheimer sia una malattia incurabile!
Oggi si può prevenire e in alcuni casi attuare terapie precoci mirate. Il mio contributo personale e professionale ad una nuova visione della demenza.

Ho scritto il libro sulla malattia di Alzheimer a conclusione di una proficua carriera accademica dedicata alla ricerca biomedica, avendo avuto la fortuna e il piacere di coordinare un gruppo di ricerca a Bologna. Il libro, la cui copertina riporto in questo scritto, presenta i principali aspetti epidemiologici e clinici della malattia di Alzheimer e dà anche una risposta al perché nonostante decine di anni di intensa ricerca clinica non sia disponibile una terapia standard efficace. Sfortunatamente la percezione generale che circonda la malattia è ancora negativa e la nozione che la demenza Alzheimer sia una malattia incurabile domina non solo fra il pubblico, ma anche in ambiente medico.

Oggi però la situazione è sostanzialmente cambiata. La situazione sta rapidamente evolvendo e stiamo raggiungendo la comprensione delle molteplici cause della malattia. Grazie anche ai nostri studi, presentati in questo libro, si è contribuito a identificare alcune cause della malattia di Alzheimer; quindi, ho elaborato una strategia di prevenzione e di terapia personalizzata per la malattia basata sugli studi fatti presso l’Università di Bologna. Descrivo i risultati e la bibliografia internazionale a sostegno di una delle cause dalla malattia: l’origine infettiva della malattia.

Ma vi sono anche altri fattori di rischio per la demenza che si possono modificare e quindi attuare la prevenzione della malattia. Presento e commento i principali studi internazionali focalizzati sulla prevenzione della malattia e che rafforzano la proposta di prevenzione personalizzata attuabile con la carta del rischio per il decadimento cognitivo messa a punto a Bologna e presentata nel libro. Oggi è possibile prevenire la malattia in modo scientificamente corretto, basandosi sulla personalizzazione degli interventi preventivi. E’ possibile anche applicare terapie mirate nei pazienti con la malattia negli stadi iniziali con lo scopo di rallentare il decadimento cognitivo e ritardare la comparsa degli aspetti più deleteri della malattia.

Con questo mio contributo vorrei trasmettere una nota di ottimismo pragmatico che spero contagi il lettore sia esso profano che medico. Protagonisti di questa rivoluzione copernicana fondata sulla prevenzione personalizzata potranno essere tutte le persone interessate a conservare il proprio stato di salute e i medici di medicina generale che potranno impadronirsi degli strumenti della medicina personalizzata per attuare una innovativa medicina territoriale.

Federico Licastro, dopo la laurea in Medicina presso l’Università di Bologna, si è impegnato nella ricerca biomedica dedicata allo studio dell’invecchiamento e poi alla malattia di Alzheimer. Assistente ordinario di Patologia Generale e poi Professore Associato di Immunologia presso l’Università di Bologna, ha diretto un’unità di ricerca dedicata all’invecchiamento cerebrale e alla demenza di Alzheimer presso il dipartimento di Patologia Sperimentale e poi presso quello di Medicina Specialistica Diagnostica e Sperimentale.
Ha frequentato Istituti di ricerca presso l’Università della California a Los Angeles e a San Diego. È stato fra i fondatori dell’A.R.A.D. (Associazione Italiana per la Ricerca e l’Assistenza ai Dementi). È stato responsabile di numerosi progetti scientifici nazionali ed internazionali. È autore di diversi testi universitari di Patologia Generale, Immunologia e Fisiopatologia e di 200 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Attualmente si occupa di medicina predittiva e prevenzione delle principali malattie cronico-degenerative, quali la demenza e le malattie cardiovascolari, applicando carte del rischio specifiche sviluppate durante gli anni di ricerca biomedica presso l’Ateneo bolognese.