Cultura è Salute

Corso ECM “Empatia degli operatori sanitari e COVID-19”
Intervista a FRANCESCA FAVA

21 Aprile 2021

Segnaliamo un corso online tratto dal catalogo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, che si propone di fornire gli strumenti per affrontare l’esitanza dei pazienti nei confronti dei vaccini per il COVID-19. Ne parliamo con la Dottoressa Francesca Fava, responsabile Teatro del Campus Life e docente di pedagogia teatrale, che il prossimo 28 maggio sarà tra i protagonisti del secondo evento live di Club Medici “Cultura è Salute?”.

Come nasce il corso ECM ed a chi è rivolto? 

Questo corso ECM nasce per rispondere all’esigenza dei medici, degli infermieri, degli operatori socio sanitari, dei farmacisti rispetto all’acquisizione di strumenti comunicativi efficaci per affrontare il problema dell’esitanza verso i vaccini anti Sars-Cov-2. L’idea del corso è quella di riunire formatori con professionalità e ambiti di studio differenti (epidemiologia, medicina, storia della medicina, pedagogia teatrale) al fine di fornire un solido bagaglio di conoscenze specifiche di tipo tecnico-scientifico accanto ad una serie di suggerimenti e pratiche relative al colloquio motivazionale, all’ascolto attivo, alla creazione dell’empatia attraverso le tecniche della discussione, della simulazione, dell’improvvisazione guidata.  

Che ruolo svolge “l’empatia” nel rapporto medico-paziente, soprattutto in tempo di pandemia? 

Fondamentale. È la base sulla quale si costruisce l’alleanza terapeutica con il paziente, e in tempo di pandemia l’empatia diventa letteralmente vitale: si pensi solo ai protocolli di cura domiciliari per il COVID-19, nei quali il medico affianca, supporta e accompagna passo a passo il suo paziente ed è consapevole della sua paura avendola provata lui stesso nella prima fase della pandemia, quando si sapeva poco su COVID-19. In quel momento tutti si sono sentiti impotenti di fronte al virus e i professionisti, proprio come fossero ‘nei panni dei propri pazienti’ temevano per sé e per i propri cari. Gli ultimi dati, infine, ci dicono che l’esitanza vaccinale diminuisce notevolmente se il medico e il paziente hanno instaurato un rapporto di fiducia.

Un rapporto maggiormente empatico facilita il processo di cura? O comunque il paziente può trovarne giovamento? 

Un rapporto empatico assicura l’aderenza alle cure e aiuta a guarire, come insegnano gli studi di Fabrizio Benedetti sull’effetto placebo. Le parole dei medici, se rassicuranti, empatiche, accoglienti sono veri e propri farmaci! 

In che modo s’interviene dunque riguardo l’esitanza dei pazienti nei confronti dei vaccini per il COVID-19? 

Si interviene sulla comunicazione interpersonale attraverso l’ascolto, il dialogo, la relazione e l’utilizzo del linguaggio non verbale e para- verbale. L’operatore socio-sanitario per convincere gli esitanti deve innanzitutto saper leggere il tipo e il grado di esitanza che ha di fronte, la quale naturalmente differisce da paziente a paziente. Un buon training di ascolto attivo aiuta a interpretare il paziente e i suoi bisogni, spesso inespressi, cui seguirà un dialogo motivazionale che ha come obbiettivo l’accettazione nei confronti dei vaccini per il COVID-19.  

Il prossimo 28 maggio lei parteciperà alla seconda edizione dell’evento Club Medici “Cultura è Salute?”: quanto è virtuoso questo binomio? 

Oltremodo virtuoso, direi, il binomio Cultura e Salute! E oggi più che mai attuale grazie all’adozione, ormai data per scontata in ambito accademico, delle serie di discipline che si annoverano sotto l’etichetta di Medical Humanities, tra le quali compaiono le arti, la musica, la narrativa e naturalmente il teatro per formare i futuri medici alla creazione della relazione empatica con i loro pazienti.