Medico-Paziente

Una dermatite dei condotti uditivi esterni causata da un “particolare” batterio: l’escherichia coli
di GIAN PIERO SBARAGLIA

11 Febbraio 2022

È venuto alla nostra osservazione un paziente di anni 55, professione agricoltore con anamnesi negativa per patologie pregresse acute o croniche, che lamentava da vari mesi un ingravescente prurito alle orecchie con episodi di otalgia. Più volte consultato il suo medico curante, questi ne consigliava a più riprese i soliti rimedi di gocce otologiche a base di cortisone e antibiotici. A detta del paziente, numerose sono state le prescrizioni, ma la soluzione del problema era rimasta insoluta. È così che ha deciso, sua sponte, di consultare uno specialista otorino, nella speranza di accertarne la provenienza e averne un eventuale terapia mirata.                                                

Dalla visita Otorino, con annessa otoscopia, l’E.O. mise in evidenza la presenza di una Dermatite Secretiva dei due condotti Uditivi Esterni, con presenza, nei condotti, di secrezione biancastra, simil – caseosa molto evidente al lavaggio auricolare bilaterale effettuato. In prima ipotesi, si poteva avanzare la diagnosi di una otomicosi, ma diversamente da questa, non si apprezzavano, macroscopicamente, nel liquido di lavaggio, le tipiche immagini a mò di polvere di farina in acqua, come frequentemente si vede nel lavaggio auricolare delle otomicosi, talvolta anche con puntine di nero (spore), tipiche dei funghi del genere Aspergillus Niger o Fumigatus. Inoltre all’E.O. erano assenti segni di desquamazione epiteliale ed iperemia della cute dei condotti stessi.

La cosa sembrava essere di particolare interesse anche perché nell’elenco delle terapie locali suggerite dal medico curante al paziente, c’erano degli antimicotici otologici in gocce.

È così che, non avendo mai fatto a distanza di vari mesi dall’inizio della sintomatologia, nessun accertamento e continuando il fastidioso prurito locale (talora costringente il paziente a “sedute di grattamento” con fuoriuscita anche di sangue per via di lesioni cutanee da abrasione con le unghie) si decise di effettuare un tampone dei condotti uditivi esterni per la coltura del materiale.

Orecchio Sn e Orecchio Dx dello stesso soggetto

Prima di riferire sull’esito del Tampone auricolare facciamo una breve panoramica, a mò di “souvenir” (ricordo) delle otiti esterne.

Che cos’è l’otite esterna?

«L’otite esterna è un’infezione del condotto uditivo esterno che può essere provocata da diversi tipi di batteri o funghi. Si sviluppa per lo più in adolescenti e giovani adulti che sono tra coloro che, maggiormente, espongono le orecchie a situazioni di umidità, dal momento che l’otite esterna si sviluppa particolarmente in presenza di frequenti o prolungate immersioni in acqua».

Quali sono le cause dell’otite esterna?

«La prima causa più frequente e banale è data sono i microorganismi infettivi che sono presenti nell’acqua e che entrano all’interno del condotto uditivo, provocando un’infezione. Ma il nuoto e l’esposizione ad ambienti umidi non sono le uniche condizioni che conducono allo sviluppo dell’otite esterna. Una causa frequente possono essere anche le azioni di pulizia delle orecchie effettuate con troppa energia e che provocano lesioni alla pelledel condotto uditivo, che è molto delicata e sottile. Se si lacera questa pelle – cosa ancor più probabile se per la pulizia si usano dei bastoncini di cotone o oggetti taglienti come fermagli o mollette – si può creare una soluzione di passaggio continuo e diretto di batteri e funghi all’interno dell’orecchio. L’otite esterna può essere poi conseguente a un’infezione dell’orecchio medio – la cosiddetta “otite media acuta” – o di malattie della pelle come le dermatiti eczematose. Possono esserne colpiti, inoltre, i soggetti immunodepressi e gli anziani con malattie croniche come il diabete e le patologie della microcircolazione».

Ma non solo: vi sono altre cause che ne favoriscono l’insorgenza. Ad esempio, chi fa particolari lavori “polverosi” (imbianchini, edili, agricoltori ed altri…) possono contrarre una otite esterna, perché la polvere,depositandosi in quei settori dell’orecchio,può determinare una irritazione,esitante, poi, in dermatite. Per non parlare dei nostri stili di vita, quali le facili e numerose docce, i facili lavaggi dei capelli, soprattutto presso il sesso femminile per via degli accessi dai parrucchieri.

Come si manifesta e quanto dura l’otite esterna?

«L’otite esterna si manifesta con il dolore all’orecchio, che può aumentare qualora il padiglione auricolare venga stirato o schiacciato. Il dolore può essere anticipato da un prurito nel canale uditivoo accompagnato da gonfiore e arrossamento sulla parte esterna e da una piccola perdita di pus verde-giallo. In alcuni casi può esserci anche un abbassamento dell’udito, qualora il passaggio del suono nell’orecchio venga bloccato dal gonfiore o dal pus. L’otite esterna generata dal contatto con l’acqua può svilupparsi qualche ora o anche alcuni giorni dopo l’immersione. Se trattate in modo adeguato – con l’immissione nell’orecchio di idonee gocce medicate – le otiti esterne più leggere possono risolversi in pochi giorni, senza lasciare delle conseguenze. Le infezioni più pesanti possono invece richiedere l’assunzione di medicinali per bocca per almeno 7-10 giorni. Nelle persone più anziane e nei diabetici l’otite esterna può occasionalmente regredire e complicarsi in otite esterna (maligna) necrotizzante, condizione clinica che deve essere tenuta sotto controllo, perché può essere potenzialmente pericolosa per la vita».

Ritornando al nostro caso, il tampone auricolare effettuato, ha dato come risposta la presenza di “ESCHERICHIA COLI”, particolare batterio presente soprattutto nell’intestino, quindi nelle feci.

È inutile dire o pensare come sia arrivato là quel famigerato batterio, ma la cosa destò sicura sorpresa! Di certo la più semplice giustificazione può risiedere in una normale o eccessiva igiene della persona, specie nei siti intimi, e quindi il possibile contatto con le dita ai condotti uditivi ha fatto il resto. E’ ciò che raccomandano, infatti, i ginecologi alle donne quando si fanno le pulizie intime, quelle donne alle quali sono state diagnosticate patologie intestinali da Escherichia Coli, e che potrebbero, se non attente, contaminare le zone dei genitali esterni e far insorgere infezioni.

Nel nostro caso il paziente era proprio una donna che, oltre ad essere trattata con terapie locali, (gocce auricolari) a base di antibiotici, attivi contro l’E. Coli (Trimetropin, Sulfametossazolo, Ciprofloxacina, Nitrofurantoina), è stata sottoposta alla stessa terapia, ma per via generale per una settimana, dopo la quale è stata sottoposta a controllo e con un buon risultato.  

Questo caso ha destato sorpresa allo scrivente per la sua rarissima infezione ai condotti auricolari da E. Coli, cosa che in circa 50 anni di esperienza ambulatoriale e Ospedaliera, non era stata mai osservata. Così come nella bibliografia in proposito, circa i patogeni delle Otiti Esterne, nell’elenco dei batteri chiamati in causa non mi pare di aver visto menzionata l’E. Coli se non quale possibile causa di Dermatiti localizzate in altre parti del corpo, ma non nei Condotti Uditivi Esterni.

Ma in Medicina sappiamo che tutto può accadere: due più due non fa mai quattro!