Medico-Paziente

L’Otopatia barotraumatica decompressiva
di GIAN PIERO SBARAGLIA

13 Maggio 2022

SE NE PARLA POCO EPPURE È ALLA BASE DI SPIACEVOLI EPISODI LABIRINTICI, A VOLTE IMPUTATI AD ALTRE CAUSE!

Abbiamo sempre pensato che il nome dato al complesso Cocleo -Vestibolare = LABIRINTO (sia Osseo che Membranoso), fosse stato dato da quei saggi medici dell’era Moderna ( tra questi Domenico Cotugno, nel suo “De aquaeductibus auris humanae anatomica dissertatio – Napoli 1761)”,dal momento che lo studio di questo Organo, mettendo in evidenza polimorfe sue funzioni, a tutt’oggi ancora non del tutto chiarite, meritasse tale nome “LABIRINTO”, perché in esso ti “perdi” o, peggio ancora, ti accorgi che se cerchi di conoscerlo, la sua conoscenza ti sfugge come in un labirinto: non ne esci fuori se non con difficoltà.

Fatta questa premessa dal sapore di una riflessione “goliardica”,o se si vuole di una  “licenza poetica” – l’Otopatia Barotraumatica definisce una patologia dell’orecchio alquanto particolare e data da variazioni atipiche tra pressione interna della Cassa e pressione esterna atmosferica, o meglio quando nell’Orecchio Medio (Cassa) – cavità che contiene aria – si verificano modificazioni in più o in meno, della quantità di aria in essa contenuta, tali da alterare la funzionalità dell’organo stesso, dove coesistono due importanti funzioni, quella dell’ “Udire” (Coclea), e quella dell’ “Equilibrio” (Vestibolo), tutt’e due ricomprese nell’osso temporale, meglio nella Rocca Petrosa.

Ora dall’Anatomia (v. Fig.1) sappiamo che l’Orecchio, nel suo complesso, è distinto in:
Orecchio Esterno (Padiglione auricolare + Condotto Uditivo Esterno); Orecchio Medio o Cassa Timpanica (Membrana Timpanica, Catena degli Ossicini, Ostio Tubarico Interno, che dà inizio alla Tuba di Eustachio la quale andrà a finire lateralmente nel rinofaringe di dx e sn); Orecchio Interno, costituito dalla Coclea (organo dell’Udito) e dal Vestibolo ( organo che sovraintende alla stabilità dell’equilibrio del corpo umano, oltre a darci informazioni sulla sua posizione nello spazio).

Non ci soffermiamo a descrivere nei dettagli le varie parti dell’organo – non è questa la sede – ma in riferimento alla sua patologia, sopra accennata, dobbiamo invece soffermarci sul sistema di aereazione dell’Orecchio Medio – la Cassa Timpanica – sistema necessario a tenere in equilibrio pressorio proprio questa cavità, con la pressione esterna. La Tuba di Eustachio, infatti, provvede a questa importante funzione, facendo in modo che aria passi nella Cassa in virtù del fatto che essa funge da canale aereo adibito a far passare aria dal rinofaringe nella Cassa, mantenendo così costante ed in equilibrio la pressione aerea interna con quella esterna. Funzione questa, aiutata dalla elasticità della Membrana Timpanica, che oltre a recepire le onde sonore da trasmettere poi, attraverso la catena degli Ossicini, – formando il Sistema Timpano – Ossiculare –, alla Coclea, proprio con questa sua elasticità, contiene e mantiene in equilibrio, le fisiologiche variazioni pressorie della Cassa stessa.

Infatti la Cassa Timpanica (o Timpano) è una “stanza” a contenuto aereo, e per questo, è rivestita da Mucosa “Respiratoria”, come tutte le vie aeree respiratorie. Ciò giustifica le frequenti insorgenze di Flogosi catarrali nella Cassa (Otiti catarrali) che facilmente si propagano dalle altre vie aeree respiratorie, quando vengono colpite da infezioni virali e batteriche. Tra queste flogosi, da ricordare le “Rino – Tubo – Timpaniti Catarrali”, che non raramente – specie nei bambini –  possono complicarsi con la perforazione del timpano e conseguente produzione di secrezione ematico – catarrale nella Cassa, ben visibile nel condotto uditivo esterno,allorquando fuoriesce attraverso la perforazione timpanica (Otite Effusiva) e accompagnata, talora da intensa otalgia o da episodi vertiginosi, ma  diagnosticabile quando all’Otoscopia si evidenzia una Membrana Timpanica “Iperemica o con i suoi punti di repere “alterati”:

  • 1) perdita della sua lucentezza con l’assenza del Triangolo Luminoso del Politzer;
  • 2) aspetto “bombato” o “forte retrazione” della Membrana;
  • 3) perdita della evidenza della testa e manico del martello o esagerata prominenza degli stessi se coesiste una “retrazione”. (vedi Fig. 2)

Ma veniamo ora alla OTOPATIA BAROTRAUMATICA.

Chi non ha mai provato quella fastidiosa sensazione di “Orecchio Ovattato”, specie quando si passa rapidamente da un’altezza all’altra, o quando si va in aereo, o si fanno immersioni, o comunque quando si creano per vari motivi, improvvise e forti compressioni sul Condotto Uditivo Esterno, non attutite subito da fenomeni di compenso rapido e accompagnate, ma non sempre, da otalgia, fastidiosi acufeni, talora da crisi vertiginose?  

Ed è questa proprietà di compenso tra pressione interna della cassa timpanica e quella esterna atmosferica che, se alterata, favorisce l’insorgenza della patologia Oto – Barotraumatica, in certi casi favorita anche dall’insorgenza di episodi di flogosi per lo più catarrali locoregionali. Infatti, quando certe condizioni di flogosi, sia del cavo rino faringeo che della cassa timpanica, determinano una stenosi tubarica o un deficit di ventilazione da parte della Tuba, quale via per l’entrata dell’aria nella cassa stessa, si genera un’alterazione della pressione endotimpanica non in equilibrio con la pressione atmosferica esterna, dando subito il “fenomeno dell’Ovattamento auricolare”, con annessa diminuzione della sensazione uditiva, accompagnata talvolta da otalgia e da acufeni.

Questa situazione determina che mentre l’aumento della pressione ambientale favorisce una elevazione della Tensione Parziale dell’Azoto del sangue con maggiore soluzione di tale gas nella massa sanguigna, la diminuzione della Pressione Ambientale, – quale si verifica, ad esempio, durante la risalita in superficie marina, o durante l’ascesa del volo, specialmente nel caso di rapido spostamento dai due livelli, cioè per un tempo insufficiente a che l’aliquota di Azoto supplementare si liberi attraverso i polmoni – determina la brusca liberazione del gas (Azoto) nei vasi sanguigni di quella regione, sottoforma di bolle. Queste, come emboli, occludono le arteriole e determinano infarti o anche al di sopra dell’ostacolo, Stasi Ematica, Plasmorragia e spesso anche rottura della parete vasale con emorragia e secondaria grave compromissione del Sistema Labirintico.

Secondo le conclusioni di uno studio clinico, riferito al nuoto subacqueo, E. Bozzi (Min. Oto. ,7: 376, 1957) metteva in evidenza che il danno labirintico, cocleare (con sordità, acufeni) e vestibolare (con s. vertiginosa) o associato (sordità + vertigine), poteva essere causato anche dalla pressione idrostatica della massa liquida, che attraverso la spremitura del letto vascolare periferico e l’anormale replezione dell’arteria uditiva interna, avrebbe provocato un aumento di tensione dei liquidi auricolari. Questa circostanza può insorgere anche attraverso il trauma termico sul labirinto, determinato dalle brusche variazioni di temperatura, in questo caso, dell’acqua marina alle varie profondità, sul corpo di un soggetto che si è immerso.

A favorire di più queste patologiche evenienze, ci sono – come già accennato, ma lo ripetiamo- il semplice “raffreddore” con flogosi delle alte vie aeree, le condizioni di Allergia Nasale stagionale, l’ipertrofia Adenoidea, che spesso fa da “tappo” all’ostio tubarico nel cavo rinofaringeo, ostacolando lo scambio di aria nella Cassa, la poliposi nasale, i deficit di respirazione nasale a causa di severe deviazioni del setto nasale, fino ad arrivare ai cambiamenti, lo ripetiamo, della temperatura corporea – passaggio dal caldo al freddo, specialmente durante lo sport in piscina (nuoto) o in mare, o addirittura dal cambiamento di pressione ambientale ,come può avvenire per chi pratica determinati sport o lavori come i sub, i palombari, i tuffatori, gli stessi atleti del nuoto, ai quali si aggiungono i lavoratori dell’aria (piloti, assistenti di volo). A ciò si aggiunga anche la S. di Costen o dell’Artrosi Temporo-Mandibolare, come riferimmo tempo addietro, in altro lavoro, sempre da questa sede. Quanto sopra detto, è responsabile della alterazione funzionale del sistema aerante della Cassa timpanica, talora con gravi e patologiche ripercussioni sul sistema audio-vestibolare. Da qui la prevenzione che nella maggior parte dei casi impedisce il verificarsi di lesioni permanenti all’apparato in questione: ipoacusia, sordità, acufeni e sindromi vertiginose. Di certo l’informazione, la conoscenza anatomo – funzionale di questo apparato, è alla base della prevenzione. E a questa si ricollega la possibilità di verificare il buon funzionamento del sistema tubo-timpanico attraverso una visita ORL che preveda l’Esame IMPEDENZOMENTRICO, esame che aiuta lo specialista a capire se il soggetto ha un buon compenso pressorio endotimpanico, al di là delle possibili flogosi locali, o è portatore di suo, di non perfette condizioni loco-regionali, date da deviazioni severe del setto nasale, da naturali restrizioni della tuba di Eustachio: tutto ciò, comporterebbe una sorta di prevenzione per il paziente, consigliandogli di stare attento a fare certi sport, o certi lavori, comunque a rispettare certi stili di vita.

FIGURA 3

Quando il Grafico descrive una “Curva” di tipo “B” siamo in zona “Rischio”, meno per la curva di tipo “C”, per l’instaurarsi dell’Oto-barotrauma, anche detto “Ossi-aerotite di Behnke” (Behnke A.R.: Acta Otolaryng., 42:110,1945), che per primo lo studiò. È evidente che il trauma deve agire per un tempo prolungato ed in assenza dei riflessi di compenso, riflessi condizionati o addirittura sopiti il più delle volte, da patologie infiammatorie della cassa e della Tuba o comunque da flogosi delle alte vie aeree.

Alla luce di quanto detto, come possiamo affrontare il problema?

Intanto quando si avvertono questi sintomi si deve consultare uno specialista ORL.
Nell’attesa seguire qualche piccolo suggerimento, quando si avverta la sensazione di orecchio ovattato: aprire e chiudere la bocca, come nell’atto della masticazione, meglio se con una “gomma americana” in bocca; deglutire con frequenza; astenersi dal fare sport in acqua, soprattutto le immersioni o i tuffi, quando si è raffreddati.                               

Una raccomandazione: ci sono molti che consigliano di chiudersi naso e bocca e poi fare l’atto di spremersi per forzare aria nella Cassa (detta Manovra del Valsalva). Noi la sconsigliamo, perché l’improvvisa e violenta entrata dell’aria nella Cassa, potrebbe arrecare danni soprattutto alla Membrana Timpanica che, la repentina entrata e il conseguente aumento dell’aria nella cavità (come quando si gonfia un palloncino fino a farlo scoppiare), le può causare slabbramenti se non addirittura una perforazione da “scoppio”!

E soprattutto questa seria evenienza, quando si verifica, può portare l’individuo ad avvertire una violenta crisi vertiginosa, talora con relativa perdita della spazialità, oltre alla perdita di udito.

Dr. Gian Piero Sbaraglia,
già Primario di Otorinolaringoiatria,
Consulente Tecnico d’Ufficio Tribunale di Roma,

Direttore Sanitario e Scientifico
Centro di Formazione BLS-D, PBLSD, accreditato ARES-118 e IRC,

Associazione di Misericordia di Roma Centro.