Medico-Paziente

Gli acufeni: fastidiosi, frequenti e da non sottovalutare
di GIAN PIERO SBARAGLIA

Si definisce ACUFENE (Tinnitus, latino) qualunque sensazione uditiva non proveniente dall’esterno, ma legata a disordini somatici, che vanno da patologie le più varie del labirinto: otiti, vestiboliti (in questi casi detti Acufeni audiogeni o endogeni), fino a problematiche circolatorie, neurologiche, metaboliche e traumatiche loco-regionali (detti Acufeni non Audiogeni o Esogeni). Il termine Acufene venne usato per la prima volta da Gellé nel 1882. Il disturbo è definito, dai pazienti portatori, come “insopportabile”, “fastidioso”, “da farti impazzire”. Negli ultimi tempi, probabilmente anche in relazione al post-Covid, sempre più numerosi sono i casi delle persone che vengono alla nostra osservazione, lamentando questo sintomo.

Cominciamo col dire che gli ACUFENI, quando compaiono e quando il paziente li riferisce al medico, hanno bisogno di essere indagati con una esaustiva anamnesi che spazia da patologie pregresse o concomitanti, o alla repentina ed improvvisa comparsa senza alcuna causa apparente (definiti acufeni idiopatici), o anche quale complicanza legata ad episodi labirintici, sia cocleari che vestibolari. In questa odierna trattazione omettiamo di proposito di parlare di quegli Acufeni – pur essi importanti – che trovano la loro etiopatogenesi in quelle che vengono chiamate “ACUSMIE”, o meglio Allucinazioni Uditive di origine Psichica.

Gli Acufeni sono classicamente descritti, da chi ne è affetto, come “ronzii” continui o intermittenti a tonalità medio-grave; o come degli schiocchi di durata breve, privi di carattere tonale definito; o come dei fischi a tonalità acuta, continui o ad intervalli, o ad andamento “oscillante”, con picchi elevati ed altri meno acuti, ma comunque sempre presenti; non ultimi come quelli con la caratteristica dei tintinnii, anche questi oscillanti in più acuti e meno acuti.

La loro etiopatogenesi è assai variabile. Possiamo distinguerli in:

  • Acufeni prodotti da “rumori” vascolari, arteriosi o venosi, e artero-venosi;
  • Acufeni dati da movimenti anomali (anche a motivo di flogosi) della catena timpano- ossiculare: in particolare le mioclonie del muscolo “tensor tympani” e del suo antagonista “muscolo dello stapedio”, che spesso generano una particolare Sindrome detta “Sindrome distonica del muscolo Tensore del Timpano”(Tensor Tympani Tensive Syndrome = TTTS), condizione in cui il Muscolo Tensore del Timpano (MTT), che è dedicato alla modulazione della sensibilità alle vibrazioni acustiche, mostra delle anomalie di contrazione, che causano la percezione di disturbi uditivi, e cioè gli Acufeni. 
  • Acufeni originati da patologia cocleo-vestibolare (S. di Ménière) o da patologie dismetaboliche (ipercolesterolemia, diabete, trigliceridi alti, disfunzioni epatiche). A queste si associano le patologie cardio-vascolari (cardiopatie, ipertensione) e del circolo in genere (ad es. arteriosclerosi e aterosclerosi).
  • Acufeni di origine artrosica, come quelli derivanti da artrosi del tratto Cervicale e dalla Artrosi temporo-mandibolare (Sindrome di Costen, già trattata in altro nostro articolo).

Una nostra osservazione di qualche decennio fa, rilevata nel corso degli anni, quando  

prestavamo la nostra opera da giovane assistente di Otorinolaringoiatria nell’ospedale di Rieti, – e pubblicata nel n. 3 della rivista “ARTIS MEDICAE SABINAE ACTA- 1979”, ci fece rilevare una singolare causa responsabile in alcuni pazienti (per la precisione sei e di età tra i 55 e 70anni), ricoverati nel nostro reparto con diagnosi di “acufeni monolaterali e cocleopatia (in 4 casi) e vestibolopatia (in due casi). La richiesta del ricovero in quelle circostanze, come già detto, era motivata dalla comparsa, da qualche giorno, di un insopportabile continuo acufene, descritto come “suono a tonalità media ma ininterrotto e costante”, paragonabile al rumore di un rotore elettrico, o a dx o a sx, accompagnato da perdita dell’udito in quattro casi su sei, mentre negli altri due da episodi vertiginosi.  

Espletati gli esami propri di questa sintomatologia, si osservò che in questi pazienti era presente, come da TAC rocche e mastoidi con m.d.c., una curiosaECTASIA DEL GOLFO DELLA GIUGULARE INTERNA, omolaterale alla regione auricolare dove era insorto l’acufene, quest’ultimo accompagnato –lo ripetiamo – in quattro casi da Ipoacusia, mentre negli altri due casi, da Sindrome Vertiginosa.

– Acufeni di origine traumatica, legati a traumi acustici improvvisi: da scoppio, da sparo, da patologia “otobarotraumatica”, da trauma esterno sull’orecchio come uno schiaffo a mano aperta sulla regione auricolare; dal cronico essere esposti e per lungo tempo a fonti sonore (musica ad alto volume e per lungo tempo); uso di cuffiette auricolari; lavori rumorosi non adeguatamente resi tollerabili per i lavoratori, con l’uso, come da legge, di giusti DPI.

Vediamo ora più da vicino le cause più frequenti, anche se già accennate sopra.

CAUSE NON AUDIOGENE (o ESOGENE)

Gli Acufeni vengono prodotti da vibrazioni date o dal passaggio turbolento del sangue nel circolo interessante il labirinto, come anche da battiti arteriosi ipercinetici vicino allo stesso. Questo giustifica spesso la definizione di Acufene Pulsante (come i battiti del cuore), in certi pazienti. A favorirli possono anche essere patologie vascolari loco-regionali quali l’origine di fistole artero-venose, di stenosi vasali di quei distretti da possibili tromboangioiti o da patologia neoplastica. La metodica esplorativa strumentale può mettere in evidenza queste alterazioni vascolari, quali stenosi, plicature o fistole artero-venose; evenienze che possono produrre Acufeni e che si servono di una facile e manuale metodica per verificarne la causa. La manovra infatti consiste nel comprimere manualmente il circolo dei vasi epiaortici del collo, per ridurre il flusso ematico arterioso e venoso, verificando, quindi, se con tale manovra si ha la scomparsa dell’acufene. Altra causa dell’Acufene vascolare può essere attribuita, come già detto sopra circa una nostra segnalazione, dall’ectasia del Golfo di una Giugulare Interna, il cui tragitto coinvolge la rocca petrosa, e senza che questa anomalia possa essere dimostrata agiograficamente. Probabilmente l’Acufene viene prodotto, in virtù del tragitto a baionetta del vaso a questo livello, determinando in molti casi delle turbolenze o anche per la presenza di un lembo fibrinoso invisibile.

CAUSE AUDIOGENE (o ENDOGENE)

Numerose sono le cause propriamente otologiche degli Acufeni. Queste vanno da tutta la patologia infiammatoria otologica, ai deficit funzionali della circolazione endolinfatica cocleo-vestibolare, come ad esempio nella Sindrome di Ménière. A queste cause vanno aggiunte quelle dipendenti dalla disfunzionalità Tubarica, che in rapporto ai deficit di compensazione tra pressione interna ed esterna della Cassa – ricordiamo le otiti barotraumatiche già citate in precedenza e già oggetto di altro lavoro in questa sede – possono arrecare alterazioni nell’equilibrio delle strutture della Cassa stessa (mioclonie del m. stapedio e tensor tympani) con la genesi degli Acufeni.

Da ricordare l’Otosclerosi, oggi ben operabile, patologia più appannaggio del sesso femminile ed ereditaria e familiare, e legata all’andamento ormonale della donna, che tra i suoi sintomi, oltre l’ipoacusia trasmissiva, contempla proprio gli Acufeni.  Da segnalare inoltre la genesi degli acufeni in rapporto a cause neurologiche e psichiatriche, soprattutto negli stati ansiosi o di stress, o a disturbi psichici come nel caso delle Acusmie (allucinazioni uditive).

Si aggiungano a questo riguardo le Neuriti del N. Acustico (VIII Paio dei nervi cranici), non infrequenti in caso di epidemie influenzali, anch’esse responsabili nella genesi degli Acufeni. In tutto ciò difficile è trovare un rimedio a questo disturbo così fastidioso, salvo il ricorrere a farmaci sedativi e neurotonici, o in caso di una evidente causa, come ad esempio nelle flogosi timpaniche, con il ricorrere agli antinfiammatori o antibiotici. Mai potremmo dimenticare la definizione di “Acufene” citataci da un allievo del grande luminare dell’Otorinolaringoiatria spagnola, Prof. Antonio Tapia (m.1952), quando ancora specializzandi, ci recammo a Barcellona, presso l’Ospedale della Cruz Roja: “Querido Juan Pedro, los acùfenos son los amigos de toda la vida! = Caro Gian Piero, gli acufeni sono gli amici di tutta la vita!”

Dr. Gian Piero Sbaraglia,
già Primario di Otorinolaringoiatria,
Consulente Tecnico d’Ufficio Tribunale di Roma,
Direttore Sanitario e Scientifico
Centro di Formazione BLS-D, PBLSD,
accreditato ARES-118 e IRC, Misericordia di Roma Centro.