Cultura è Salute

La fotografia, una medicina per l’anima
di MAURIZIO IAZEOLLA

Intervista a Maurizio Iazeolla, Presidente AMFI, Associazione Medici Fotografi Italiani

Tra le tante associazioni intervistate finora, è la prima volta che ci troviamo di fronte a dei “medici fotografi” pertanto la prima curiosità sorge spontanea: come s’intreccia la fotografia alla medicina e come riesce a raccontarla?

La Fotografia è ormai riconosciuta come Arte visiva a tutti gli effetti. Ma la Fotografia è un diamante con molte sfaccettature. Per lungo tempo la si è ritenuta una riproduzione fedele della realtà, anche se già nel XIX secolo si cominciarono a sperimentare le prime “manipolazioni”. La presunta fedeltà alla realtà oggettiva ha fatto sì che, come nel giornalismo, l’immagine sia stata usata a scopo documentaristico. Da questo punto di vista la Medicina ha fatto, fin dall’esordio delle tecniche di riproduzione dell’immagine, uno strumento indispensabile nella editoria, nella ricerca e nella didattica medica. Ma la Fotografia, nel corso degli ultimi decenni, e soprattutto con l’avvento dell’elaborazione digitale, ha cominciato ad integrare la funzione documentale per avvicinarsi sempre più alla dimensione pittorica dell’Arte, sfruttando sapientemente la composizione, il chiaroscuro, il colore, in definitiva la “luce” che denota l’etimologia del termine stesso “fotografia”. Dunque, nella Medicina, o più propriamente nel Medico, essa è diventata anche una forma di sublimazione dell’anima di chi cura e, per suo tramite, di chi viene curato.

L’AMFI ha una tradizione lunga ben 25 anni: di cosa vi occupate e chi fa parte dell’Associazione? Qual è la vostra finalità?

Nel 2024 festeggeremo i 30 anni di vita. Come riportato nel nostro Statuto: “L’Associazione si organizza strutturalmente come associazione di promozione sociale, culturale e di formazione extrascolastica. L’Associazione è costituita per il perseguimento senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale di attività di interesse generale a favore di associati, loro familiari o di terzi senza finalità di lucro e nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati. L’Associazione ha per scopi: Favorire l’associazionismo; Promuovere e divulgare la diffusione e la conoscenza tra i medici della fotografia in tutti i suoi aspetti, tecnici e culturali; Promuovere l’immagine fotografica come mezzo di comunicazione anche in ambito sanitario; Promuovere e realizzare progetti artistici per documentare il territorio locale e i suoi aspetti sociali, ambientali, culturali organizzando concorsi per medici fotografi, mostre personali e collettive, proiezioni, edizioni di libri e cataloghi fotografici”. Coerentemente a tali finalità, l’Associazione si configura come APS (Associazione di Promozione Sociale) ed è iscritta nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS). Dell’Associazione fanno parte iscritti Medici ed Odontoiatri, anche se non più in servizio attivo, di tutta Italia.

La fotografia per il settore medico deve essere informativa ed educativa, ma anche empatica ed umana. Come si coniugano questi diversi aspetti? In che modo la fotografia si conferma un importante strumento di narrazione?

La recente ondata pandemica degli ultimi tre anni è stata davvero una circostanza particolare per chi, come noi, è appassionato di fotografia. In quelle circostanze, nei reparti ospedalieri, sul territorio ed in tutti i luoghi di cura, parallelamente al terribile sforzo sanitario ed al dolore di vivere l’emergenza confusa che si era venuta a creare, abbiamo avuto modo di documentare quanto ci accedeva intorno e soprattutto di interpretare i sentimenti dei pazienti e degli operatori. Direi anzi che la nostra rappresenta una posizione doppiamente privilegiata: quella di essere Medici impegnati in prima linea contro la malattia, e quindi portatori dei valori professionali, etici ed umani dell’essere Medico, e quella di essere Artisti della Fotografia e pertanto dotati di bagaglio di sensibilità all’immagine che ci porta ad “interpretare” la realtà piuttosto che a registrarla in maniera pedissequa. Così è nata, nel 2021, una mostra di opere prodotte dai nostri Soci che abbiamo intitolato “Centesimi di secondo tra dolore e speranza”, evento che nel giro di un anno si è svolto a Benevento, a Desio, a Rio de Janeiro (Brasile), a Czestochowa (Polonia), e prossimamente a Lublino (Polonia) ed a Palazzolo Acreide.

La fotografia medica non vuole essere un freddo e diretto reportage: possiamo definirla “arte” come medicina dell’anima?

Tutte le forme di Arte possono essere considerate “medicina dell’Anima”. L’anima umana ha bisogno di cure così come il corpo e la posizione dell’essere umano nell’evoluzione della vita, che ci permette un pensiero astratto, una proiezione nel futuro, un guardare oltre l’esistenza individuale fa sì che per tali istanze dell’Io esista una sola forma di nutrimento, ovvero l’Arte in tutte le sue molteplici espressioni.

Infine, cosa vi ha convinto del network di “Cultura è Salute” e perché avete deciso di aderire?

Fin dalla sua nascita, il fondatore Danilo Susi ed io, che gli sono subentrato all’inizio del 2020, abbiamo avuto l’esigenza di far conoscere questa nostra Associazione al mondo medico ed al pubblico in generale, forse anche più al secondo che al primo. Fin dalla sua costituzione collaboriamo con l’ENPAM, il nostro Ente pensionistico, con una partecipazione costante ai suoi organi di diffusione. Il sito web (www.amfi-italia.net) ha enormemente diffuso il nostro messaggio ed il nostro operato così come hanno fatto gli ormai onnipresenti social networks. Il poter tuttavia non sentirci una “monade”, ma entrare in un network di Associazioni culturali mediche che spaziano dalla letteratura, alla musica, alle arti visive rappresenta per noi una ulteriore opportunità per farci conoscere e di diffondere la nostra passione per la Fotografia tra i tanti Colleghi che la praticano. Inoltre, sarà un arricchimento anche per noi interagire con professionisti che condividono con noi la passione per l’Arte e la Cultura.