Medico-Paziente

L’utilità della tracheotomia in rianimazione ed in terapia intensiva
di GIANPIERO SBARAGLIA

9 Marzo 2022

Una scelta valida nelle sindromi da insufficienza respiratoria acuta

Proprio in era COVID-19 vogliamo riproporre, soprattutto a coloro che attendono pazienti in Rianimazione affetti dalla SARS o comunque da gravi patologie da Insufficienza Respiratoria Acuta, un’importante nostra esperienza (non nuova per la verità) ed adottata in molti reparti di Rianimazione (v. Giorgio Torri: “Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva”-15:287-349,1994; Berlauk JF: Prolonged endotracheal intubation vs tracheostomy-Crit Care Med 1986; 14: 742-5; Sbaraglia G.P. e coll.:L’utilità della Tracheotomia in Rianimazione e Terapia Intensiva,Rassegna Internazionale di Clinica e Terapia – Napoli 1996).

Era stata già segnalata nel nostro contributo pubblicato da questa sede ad Aprile 2021, ma che come riportato nei riferimenti bibliografici, risale a studi ed esperienze tra il 1994 e il 1995, anche e soprattutto nella Rianimazione Cardiochirurgica del S. Camillo di Roma, in quegli anni dove, a motivo degli interventi invasivi sul cuore, i cardio – pazienti venivano tenuti sedati con una prolungata intubazione (10-20 gg) oro – tracheale, che non raramente determinava lesioni da “decubito” sulla mucosa oro – faringo – laringea, con compromissione respiratoria e fonatoria, oltre ad un conseguente edema della mucosa delle corde vocali, edema che non raramente impediva agli anestesisti di rimuovere il tubo oro tracheale, chiedendo alla circostanza sempre l’aiuto di un otorinolaringoiatra.

La scelta della Tracheotomia si rivelò provvidenziale, tanto da essere ricompresa nelle Linee guida dei cardiopazienti di quell’Ospedale, esemplificando il nursing di questi malati e dando risultati assai positivi in termini di più rapida guarigione. Non è un caso che l’argomento, in era COVID-19, è stato oggetto di un lavoro scientifico dell’équipe di Otorinolaringoiatria di Mestre – Venezia e pubblicato sul “European Archives of Oto-rhino-laryingology”, a dicembre 2020.

Da ricordare, quale dato storico-culturale, che la Tracheotomia – quale atto chirurgico – si fa risalire alla testimonianza di Galeno. Dalle sue opere ricaviamo la notizia che Asclepiade di Bitinia, il celebre medico vissuto a Roma tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C., eseguiva con successo questo tipo di intervento (“Asclepiades ultimum auxilium potuit in iis qui maxime suffocantur laryngem incidere”). Lo stesso Dante nell’Inferno – canto XXVIII (vv.64-69), “il canto della IX Bolgia”, dove sono condannati i Fraudolenti e i Seminatori di Discordia, descrive i condannati che incontra e le loro torture mutilanti i loro fisici. Tra questi “Un altro, che forata avea la gola…“, dandoci dimostrazione di conoscere la pratica della Tracheotomia.

Noi riproponiamo in questa sede  la nostra esperienza, seppure risalente a qualche anno fa, convinti che sia una soluzione soprattutto in questo periodo di Pandemia, utile per i pazienti colpiti da Sars-cov-2, soprattutto, come più volte detto, nel nursing di questi malati, i quali non si troverebbero a sopportare l’ Intubazione Oro – Faringo – Laringo – Tracheale, arrecante non poche volte lesioni mucose, di quelle vie aeree, da decubito, soprattutto sulla mucosa delle Corde Vocali, che non raramente vanno soggette ad edema reattivo, con conseguente disfonia ,se non addirittura, dispnea post – intubazione prolungata. 

Altro motivo di scelta della Tracheotomia in questi casi è il facile controllo delle vie aeree inferiori con la possibilità di facili Lavaggi Bronchiali, Broncoscopie (direttoscopie!) con possibilità di Biopsie. Tutto ciò è quanto ci è stato dato dalla nostra diretta esperienza, con risultati più che positivi, soprattutto nell’accorciamento dei tempi di degenza e guarigione.  

Del Dott. Gian Piero Sbaraglia
MEDICO CHIRURGO
Spec. In Otorinolaringoiatria
Primario Otorinolaringoiatra
C.T.U. del Tribunale Civ. e Pen. di Roma
Direttore Sanitario e Scientifico Centro di Formazione
Misericordia di Roma Centro – ROMA