Cultura è Salute

Caro Giovane Collega, sii comprensivo
di DANTE PEDRONI

3 Novembre 2022

Ci invia un articolo il Dottor Dante Pedroni, derivato dalla postfazione di un suo libro da titolo “Non tanto tempo fa” edito da Albatros. Lo condividiamo con i lettori de “La voce dei medici”.

Qualcuno sostiene che la intelligenza artificiale supererà la capacità dell’Homo Sapiens in moltissimi campi. Anzi in molti ambiti questo sarebbe già avvenuto. L’utilizzo dei Big Data e la funzione di algoritmi non solo non hanno limiti nella quantità delle informazioni che utilizzano, ma sono in grado di imparare continuamente dalla propria attività e da quella degli infiniti strumenti informatici con cui sono in rete. Gli strumenti tecnologici avrebbero così, già ora, ampiamente surclassato le possibilità conoscitive e operative dell’Homo Sapiens.

Qualcuno sostiene che il Computer è in grado di superare brillantemente tutti gli esami della facoltà di medicina. Molto meglio del miglior studente. E che a fianco alla produzione, l’assistenza alle persone sarà a breve il campo della applicazione della Robotica.

In effetti già ora chi è affetto da una neoplasia prostatica, e non solo, da anni ricerca per l’intervento non il Chirurgo luminare più accreditato, ma il centro dotato del Robot di ultima generazione. E c’è chi dice che la rimozione del male può essere realizzato da un chirurgo di Modena a Los Angeles senza spostarsi.

Qualcuno sostiene che la Genomica è già in grado di determinare la sequenza del DNA di ognuno di noi, fornendoci dati certi sulle nostre predisposizioni genetiche. Notizie sproporzionatamente più affidabili rispetto a quelle raccolte dal Clinico più scrupoloso con un’anamnesi familiare e patologica remota accurata. La raccolta delle notizie cliniche del paziente e della sua famiglia verrebbe presto considerata alla stregua solo di una consuetudine letteraria e relazionale.

D’altra parte, la Genomica ha riscritto già ora intere pagine di Storia, individuando la effettiva realtà di fenomeni ed episodi che avevamo conosciuto solo attraverso antichi testi letterari. Ha permesso di stabilire la effettiva durata, diffusione e natura di antiche Pandemie, definite genericamente come “Peste” essendo in realtà, sostengono queste evidenze, Vaiolo o altre malattie infettive. Ha permesso di datare rivolgimenti climatici, descrivere carestie e i loro effetti, individuare caratteristiche ambientali che hanno reso possibile la comparsa di antiche civiltà o determinato il loro declino.

Qualcuno sostiene che le prossime malattie che colpiranno l’Homo Sapiens e molte delle attuali potranno essere curate solo con farmaci personalizzati realizzati in base alla sequenza del DNA di ognuno di noi. L’esame della sequenza del DNA di un Homo Sapiens che costava all’inizio del millennio milioni di dollari, oggi costa circa mille dollari. Addirittura il mercato speculativo offre in Internet l’esame, molto probabilmente del tutto inaffidabile, per poche centinaia di euro.

Qualcuno sostiene che il miglior controllo del contagio del Covid in alcune realtà Asiatiche, sia stato realizzato proprio attraverso il monitoraggio di quei cittadini attraverso le telecamere a riconoscimento facciale. Queste non solo ti riconoscono, ti misurano la temperatura, ma attraverso le tue espressioni, i tuoi comportamenti, i tuoi atteggiamenti, le tue frequentazioni, le tue abitudini sarebbero in grado di identificare i tuoi contatti, il tono del tuo umore, le patologie a cui andrai più facilmente incontro a seguito dei tuoi comportamenti disfunzionali e addirittura la tua propensione a delinquere. Questi strumenti sono diffusissimi lì e sembra che siano venduti a bassissimo prezzo anche da noi. Sembrerebbe che inviassero dati anche dall’Occidente verso quel cumulo di Big Data che assicurerebbe, a chi ne dispone, il vero potere.

Qualcuno sostiene che chi non fa nulla di male non ha nulla da temere da questi strumenti tecnologici. Anzi si dovrebbe sentire più sicuro, con migliori possibilità di cura e di sopravvivenza, con possibilità operative sempre più ampie, con l’anelito inconsapevole di avvicinarsi alla immortalità e alla onnipotenza. O dovremmo invece lasciare a casa il cellulare per non essere tracciati e, privi del supporto del navigatore, nostra unica guida negli ultimi anni, ricominciare a sbagliare strada e a chiedere informazioni ad attoniti passanti ormai dimentichi di questa loro antica funzione?

Qualcuno sostiene che non ha senso che la carta che oggi permette di accedere ai nostri dati finanziari, non contenga anche la nostra storia sanitaria, la sequenza del nostro DNA con la possibilità di esplorare le eredità lasciateci dai nostri avi e i rischi connessi alla nostra configurazione, la storia della nostra vita, dei nostri rapporti con lo stato e la comunità, dei nostri affetti e dei nostri comportamenti sessuali. Tutto chiaro e completo, in ordine, pronto a essere messo a disposizione, se lo vorremo, di chiunque ci voglia curare, proteggere, assistere, guidare.

Qualcuno sostiene che chi risiede a Singapore e in gran parte dell’Asia non può pensarla diversamente. In questo scenario, se occidentale, è anzi portato a rivalutare in modo laico e critico quella presunta “libertà” che qui da noi è sulla bocca di tutti, ma che in realtà non è forse stata condizionata, o addirittura costruita da morale, religione, storia, ambiente? Il risultato, se da un lato ci identifica, dall’altro può forse essere valutato come univoco e unico auspicabile?

Insomma, più o meno in buona fede, chi vive in queste realtà se le fa piacere.

Qualcuno sostiene che ci aspetta un mondo nuovo che non riusciamo a immaginare, ignoto. Un mondo che nel pensiero sarà lontano dal nostro, come lo fu quello della Scolastica dal Paganesimo.

Qualcuno sostiene che le mie caratteristiche sanitarie, psichiche, comportamentali, finanziarie faranno parte, e in qualche misura già fanno parte, di quelle banche dati che permetteranno di effettuare le scelte più idonee per me e per il resto della umanità che vi contribuisce.

In un mondo in cui, infine, Io non sarò Mio, ha senso che io abbia ancora il Mio Dottore?

Ha qualche importanza che il rapporto personale e il rapporto di fiducia, che hanno caratterizzato secoli di Medicina, stia evaporando come neve al sole?

Un Medico che inizi oggi la sua Professione è giustamente proiettato verso le attuali applicazioni tecnologiche e affascinato da quelle che la continua ricerca promette a breve di realizzare.

Nei quarant’anni di professione curerà molte persone che vivranno anche dopo la sua andata in pensione. Queste hanno già oggi cinquanta o sessanta anni. Ne curerà, per alcuni decenni, anche altre oggi più anziane.

Tutte costoro hanno vissuto gran parte della loro vita e tutta la loro maturità in un mondo in cui il rapporto personale, la fiducia, la conoscenza reciproca, la continuità terapeutica hanno rappresentato funzioni irrinunciabili. Saranno disorientate dalle nuove forme assistenziali. In effetti, poi, spesso non avranno più il vecchio sistema e non avranno ancora quello nuovo. E quando questo arriverà compatibilmente con le difficoltà organizzative, la gestione delle risorse, gli inevitabili ripensamenti saranno spesso in difficoltà nell’usufruirne.

Caro Giovane Collega sii comprensivo.

Dalla postfazione di “Non tanto tempo fa” - ed. Albatros