Cultura è Salute

“Com’è profondo il mare” in mostra a settembre a Roma
di GABRIELLA ALBIERI e SALVATORE COSMA

12 Aprile 2023

Prima l’incontro durante il master “Poetica” di “Cultura è Salute”, poi l’idea di sviluppare una mostra dalla passione comune per l’arte. Nasce così la collaborazione tra la psichiatra Gabriella Albieri e l’odontoiatra Salvatore Cosma, che dal 9 al 20 settembre 2023 a Roma presso la galleria Arte Borgo porteranno “Com’è profondo il mare… Gio Montecavalli, un pescatore di sogni”, un'esperienza immersiva dove le immagini, i quadri, si alternano a citazioni da tre libri di Conrad, Destino, Linea d'ombra e lo Specchio del mare, e dal romanzo Oceano Mare di Baricco. 
Intervista di Eleonora Marini
Da un master “Club Medici” per la prima volta nasce un progetto come questo, in cui sono DUE MEDICI ad organizzare una mostra d’arte e di pittura. Partiamo dalla genesi di questa iniziativa? Cosa vi ha mosso e con quale finalità?

Gabriella Albieri: Nella ricerca e catalogazione dei dipinti di Giovanni Montecavalli ho scoperto che oltre al tema delle Iperboli[1],  nella sua produzione il mare è un protagonista centrale. Montecavalli, che era un marinaio e un pescatore sportivo, subiva il fascino irresistibile del mare. Diceva: “Il mare è mio fratello, mai monotono, mai ripetitivo, mai uguale”. Oppure citava Conrad: “Il mare complice dell’irrequietezza dell’uomo… della mia irrequietezza. Catalogando i suoi quadri, dove il mare è ora grande personaggio ora scenario, ho scoperto tre dipinti astratti, monotipi su carta Washi realizzati nel 2012, l’anno della morte di Lucio Dalla, tutti intitolati “Com’è profondo il mare”, numerati: 1, 2 e 3.
Ho pensato ad una citazione ripetuta del capolavoro del cantautore bolognese, forse una ricerca dialogante e interpretativa; forse una citazione per immagini, come quelle letterarie di Conrad. Così ho ascoltato più e più volte la canzone, come si fa con le poesie, e riletto, con uno “sguardo” diverso, sia il testo di Dalla che alcune opere di Conrad e Baricco.
In occasione di un momento conviviale, durante una pausa in una giornata del master “Poetica” di “Cultura è Salute”, con Salvatore ci siamo trovati a commentare quanto stavamo vivendo, le emozioni evocate, le scoperte che stavamo facendo. Così, per associazione, gli ho raccontato dell’inaspettato ritrovamento del trittico e del successivo lavoro di ricerca a cui mi aveva indotto, la lettura di alcune pagine letterarie e l’ascolto analitico di alcuni brani musicali. In definitiva gli ho raccontato della scoperta che diversi linguaggi artistici potevano dialogare fra loro sul medesimo tema, in una coralità capace di evocare emozioni intense e pensieri profondi. Ho trovato in Salvatore un interlocutore attento e interessato, un ascolto partecipe e sincera condivisione. Il mio racconto l’aveva emozionato. La sua emozione ha dato forma e corpo a un progetto. È nata così, in quello scambio, sensibilizzati dalle potenti esperienze emozionali delle giornate d’aula del master, l’idea di una mostra dove la pittura dialogasse con la letteratura e con la musica per evocare esperienze emozionali estetiche, capaci di suscitare domande e pensieri.  Nell’esperienza che stavamo facendo, abbiamo toccato con mano che “Il pensiero è un’emozione che prende la forma di un’idea”, come sosteneva S. Resnik.

Salvatore Cosma: Dal master “Poetica”, prima ancora del progetto, è nata un’amicizia…. poetica! Sensibilità, empatia, ma soprattutto le competenze di Gabriella, hanno fatto il resto. Naturalmente il corso, con i suoi obiettivi ed i suoi speciali relatori, è stato ed è un forte elemento catalizzatore, capace anche di stimolare ed infondere il coraggio necessario per dare forma ad un sogno, un’elaborazione mentale forse già esistente. Credo che il fine sia quello che ha sempre mosso gli umani a comunicare e ad esprimere, che non equivale alla mera consumazione di un atto biologico con valenza sociologica: è la sublimazione di esso.  La nostra forza, la nostra unicità, risiede nella capacità di trasformare le nostre principali necessità in vere e proprie opere d’arte. Lo facciamo spesso attraverso le attività più semplici e naturali come la nutrizione, la sessualità e, nel nostro caso, la comunicazione e l’espressione. L’arte, la produzione artistica, è l’espressione del non necessario, del non soggetto a Leggi naturali, per questo libera e universale. Una ridondanza creativa che travalica la necessità. È quindi gratuita, un dono a noi stessi e all’Umanità.

“Com’è profondo il mare” non è solo il titolo dell’esposizione, che vedremo a Roma dal 9 al 20 settembre presso la Galleria “Arte Borgo”, ma anche un omaggio a tanti diversi artisti. Com’è nato questo intreccio e chi sono i protagonisti? Inoltre la parte visual sarà accompagnata anche da un contributo musicale: come dialogheranno pittura e suoni?

Gabriella Albieri: In un incontro, se c’è Ascolto ed Empatia, si realizza uno spazio mentale e creativo che produce Benessere per entrambi gli attori dell’incontro.  Così è accaduto a noi. Dalle nostre narrazioni sono spuntate associazioni con altri scritti, altri testi. Salvatore ha competenze ma soprattutto una sensibilità musicale notevole. Ci siamo raccontati e scambiati pensieri e ricordi personali di esperienze significative, esperienze emozionali ed estetiche che, abbiamo scoperto, potevano essere più compiutamente raccontate/ascoltate attraverso rimandi alla musica o alle immagini o alla poesia. Ci siamo resi conto che i diversi linguaggi ci consentivano una reciproca più profonda comprensione dei nostri vissuti, e ci permettevano di realizzare un’importante sintonia.  Abbiamo davvero appreso dall’esperienza i contenuti più volte, e con linguaggi differenti, proposti nelle giornate d’aula e nell’esperienza stessa del master.  Gli artisti che ci sono venuti in mente seguendo il fluire delle nostre emozioni, hanno un elemento in comune. Condividono la medesima esperienza sensoriale del vivere sul mare. I suoni della risacca sono raccontati in alcune pagine straordinarie di Linea d’ombra di Conrad, ma è anche il suono di sottofondo di tutta la canzone di Lucio Dalla che dà il titolo alla mostra. La bocca salata, il buio profondo della notte in mare, lo sciabordio dell’onda sullo scafo, la dimensione sospesa del tempo, è descritto in Conrad, nel testo poetico di Pino Daniele, Chi tène ‘o mare, ed è protagonista centrale del testo di Dalla. Ma il buio della notte in mare e le ansie, le cupezze, l’enigma che evoca, li troviamo anche nelle pagine di Oceano Mare di A. Baricco. Si tratta, in altre parole, dell’esperienza di vivere, anche solo temporaneamente, in un Altrove.  E non ho dubitato un momento che questa dimensione fosse quella da dove Gio Montecavalli proveniva. 

Salvatore Cosma: Vista e udito saranno carezzati sinergicamente in una esperienza immersiva, ultra ed extrasensoriale.  La produzione artistica viene espressa dall’autore attraverso i sensi e consegnata, donata al fruitore che la recepirà attraverso gli stessi sensi, creando un rapporto quasi simbiotico e complice.  Ma il personalissimo vissuto di chi esprime e di chi riceve può distorcere la percezione sensoriale. La musica, in questo caso, può aiutare il dialogo, favorendo l’immersione in quel Mare buono e profondo, tema dell’evento. Sarà una musica tematica, frutto di artisti particolarmente sensibili all’argomento, che traghetterà ognuno verso il proprio Mare, nel ri-conosciuto e familiare brodo primordiale, che lega ontogenesi e filogenesi.  Sarà Casa.

Infine nell’ambito di “Cultura è Salute” in che modo, secondo voi, questo progetto potrebbe essere integrato?

Gabriella Albieri: Abbiamo pensato che la mostra dovesse essere un’esperienza emozionale immersiva perché abbiamo desiderato condividere quanto avevamo vissuto e scoperto nel contesto stimolante delle giornate di master. Abbiamo desiderato pubblicare, con una narrazione onirica, la nostra personale esperienza di esserci ascoltati e in questo ascolto rispecchiati. Ci siamo sentiti incoraggiati a utilizzare diversi linguaggi dimostrando che ciascuno di essi può raccontare un aspetto dello stesso tema. E siamo certi che oggi l’esigenza di ibridare diversi linguaggi per conoscere l’Uomo, va crescendo al crescere della turbolenza che caratterizza in questo momento il nostro divenire. La medicina oltre che delle sue rigorose basi scientifiche, oggi ha necessità delle discipline umanistiche, perché sono queste che meglio consentono di approcciare la complessità dell’essere umano. Il verso shakespeariano “Siamo fatti della stessa materia dei sogni” ben si presta a rappresentare la complessità come avvicinabile solo con strumentazione poetica. Attraverso i linguaggi propri delle Arti, possiamo sperare di organizzare una Gestalt poetica che ci avvicini all’Enigma dell’Uomo.  Abbiamo bisogno come clinici di accrescere la nostra capacità di ascolto ed empatia. Le Arti sono, per questo obiettivo, strumenti potenti. Recenti studi di neuro scienze evidenziano che l’Emozione estetica ha un ruolo importante nella nascita e nello sviluppo della mente umana e che l’esperienza emozionale della Bellezza si connette con i processi trasformativi. Il tema del mare, dell’acqua, suggerisce che abbiamo bisogno di ascoltare le emozioni per entrare in contatto col Profondo, perché ci sia il cambiamento, perché la Vita scorra. Il testo di L. Dalla parla di ostacoli, delusioni, distruzione, paura, fatica, “…ma nel silenzio i pesci pensano e il pensiero non lo puoi bloccare, è protetto dal mare”. Ci piacerebbe che questa mostra, pensata come esperienza emozionale immersiva, possa diventare uno spunto per aprire un varco, rompere schemi, corazze e stereotipi, per ascoltarci, raccontarci di quell’ “Altrove della vita emotiva”, che è nel profondo di ogni essere umano, medico o paziente che sia.

Salvatore Cosma: Sappiamo ormai bene che la Salute non è semplicemente assenza di malattia. E la cultura, ovvero la capacità di comunicare e apprendere attraverso qualsiasi mezzo espressivo ciò che i nostri geni non garantiscono nell’immediato, promuove Salute e Benessere. E aggiungerei “Buonessere”. Quando è poi lo stesso medico a promuovere cultura, il cerchio si chiude in un armonico equilibrio.  Perché la Medicina stessa è un’espressione “artistica”. Poiché essa non produce direttamente, ma presta aiuto, facilita l’essere vivente al ritorno in Salute e al rientro nella Vita. In quest’ottica l’atto medico non si traduce nell’asettica ricerca di una perfezione fine a sé stessa, ma nella ricostruzione di un equilibrio naturale e personalissimo. L'”arte” medica, che ripristina le funzioni compromesse, ambisce anche alla produzione del Bello.  E l’aspirazione al Bello, e necessariamente al Bene essendo unica l’Idea, si configura come tratto essenziale della Vita umana. Affidandoci quindi alla lungimirante e coerente asserzione “Cultura è Salute”, ci prepariamo all’immersione. 


[1] Le iperboli come tentativo di rappresentare l’esperienza emozionale del morire cfr: https://www.lavocedeimedici.it/2022/01/25/gio-liperbolico-limmenso-enigma-della-vita-e-della-morte-di-gabriella-albieri/