Diritti e Doveri

La pubblicità medica
di GIAN PIERO SBARAGLIA

21 Gennaio 2022

Basta pubblicizzare cure “fai da te” in tv o in altri mezzi!
Il cittadino va indirizzato prima al suo medico curante che, dopo visita medica, ne consiglierà la terapia adeguata!
Ogni pubblicità, televisiva  e non,  ne è piena: si parla sempre più spessi di “cure fai da te” con spot pubblicitari, senza prima consigliare di andare  a visita  medica: e le istituzioni? Tacciono!
Vero è che il Consiglio di Stato nella sentenza n. 2217 del 12 maggio 2017 ha stabilito che “non esiste un generale divieto di pubblicità dei farmaci sop. che non siano anche otc.”. Nulla questio! Ed il buon senso? va messo da parte.
L’esagerata pubblicità di prodotti medicinali per ogni tipo di malessere sta “scartando” il medico in favore della “cura fai da te”.

Cari cittadini, invece di assumere un medicinale o un presidio sanitario propostovi da spot pubblicitari, consultate prima il vostro medico!

Ma è giusto lanciare spot pubblicitari con consigli terapeutici senza premettere di consultare il proprio medico, anche se i prodotti farmacologici indicati, magari passano per “integratori” o sono prodotti derivati da sostanze naturali? Il brutto della cosa è che molti prodotti propagandati vengono collegati a sintomi o a disturbi che dovrebbero avere di certo prima un riscontro medico, perché magari – se preso in tempo – può essere guarito con cure appropriate. Invece, così facendo, si fa passare il messaggio della “cura fai da te”, che è nemica della CORRETTA PREVENZIONE.   
Non è da poco tempo che in moltissimi spot pubblicitari, sia su carta che nelle TV, si consigliano prodotti farmaceutici da assumere in proprio o peggio ancora si danno suggerimenti medico-terapeutici senza consigliare di passare prima dal medico, per una visita, anche solo per verificare l’adeguatezza della somministrazione o quanto quel medicinale sia adeguato alla patologia. Partiamo ad esempio dall’assunto che molte sono le malattie che esordiscono con gli stessi sintomi: uno per tutti la TOSSE o anche il MAL DI GOLA.
In questi spot invece si dice di rivolgersi direttamente al proprio farmacista o addirittura di chiedere consiglio a lui, o al proprio ottico, o al proprio audio-protesista, e così via.

Non crediamo sia il messaggio giusto da dare all’utenza, che così si sente autorizzata – per quei sintomi citati – a rinunciare ad una visita medica che ne accerti la vera patologia, dirottando invece direttamente  in farmacia o parafarmacia gli stessi utenti per prendere quel prodotto consigliato da persone per giunta “laiche”, non  mediche!
Soffri di reflusso gastrico? Soffri di bruciori post prandiali? Eccoti il rimedio: rivolgiti al tuo Farmacista che ti consiglierà questo o quel prodotto, e starai subito bene”!
E lo spot  fa vedere l’attore che assume quel farmaco e subito si rimette a posto come se avesse preso un miracoloso rimedio.
Ed ancora: “Perché non fare un controllo dell’udito o della vista? Con le protesi auricolari “invisibili” puoi risolvere i tuoi problemi dell’udito o della tua vista” ed anche in questo caso, senza consigliare di fare prima una visita specialistica, onde accertare la causa della menomazione.

Ma stiamo scherzando? Veniamo bombardati da una così fatta pubblicità e noi medici non ci riteniamo offesi dall’ essere “SCARTATI”, dall’essere messi da parte quasi a voler significare che non c’è bisogno più di noi, tanto c’è la pubblicità che ci bypassa e si mette al nostro posto?
Noi riteniamo non essere seria questa forma di divulgazione, fatta a scapito di noi medici: il medico non deve essere messo da parte, quando si danno consigli terapeutici, di qualsivoglia natura ed inerenti al campo della salute. Solo il medico può prescrivere una terapia, consigliare una dieta, un intervento o accertamenti della vista o dell’udito, ma sempre dopo aver sottoposto la persona a visita medica e averne verificato la necessità terapeutica.

Però a tutt’oggi nessuno ha sollevato o segnalato questo problema o ne ha fatto oggetto di attenzione. C’è a nostro avviso quasi un silenzio, o forse “tolleranza” o la battuta “Ma che male si fa?”, da parte di chi dovrebbe controllare e non controlla! Ma come? Si cerca da parte nostra di combattere la crescente “automedicazione” che tanti guai provoca in pazienti sprovveduti, che pur di vedersi subito attenuare un disturbo o un sintomo molesto, tralasciano una visita medica! Quando invece proprio una visita medica potrebbe accendere i fari su una patologia che, se presa in tempo, potrebbe risolvere il caso? Non sarebbe più opportuno invece di assistere al procrastinarsi di un accertamento mirato che molte volte capita in una fase oramai tardiva ed irrecuperabile?

Dove sta la tanto evocata e predicata “prevenzione”?

Non si fa certo stimolando l’utente con spot pubblicitari a prendere quel prodotto per quel sintomo invece di stimolarlo ad andare dal medico!

Qualcuno pensa che così “si fa del terrorismo psicologico”!
E allora chiudiamo gli occhi e gli studi, dichiariamo che tutto va bene e che la medicina dovrà essere a disposizione solo per i casi disperati e non per la prevenzione!
Si prendano, invece, dei provvedimenti atti ad impedire che ciò accada: la figura del medico non deve essere sostituita da surrogati pubblicitari e che nulla hanno a che fare con la onesta medicina!
Istituzioni, difendeteci da queste prevaricazioni, non fateci USURPARE UN NOSTRO SACROSANTO DIRITTO: QUELLO DELLA DIAGNOSI E CURA!

A cura del Dott. Gian Piero Sbaraglia
MEDICO CHIRURGO
Spec. In Otorinolaringoiatria
Primario Otorinolaringoiatra
C.T.U. del Tribunale Civ. e Pen. di Roma
Direttore Sanitario e Scientifico Centro di Formazione
Misericordia di Roma Centro – ROMA