Storie

LATTOFERRINA, un alleato contro il Covid?
parla Annalisa Curcio

9 Dicembre 2020

La possibile correlazione tra questa proteina ed il Covid-19 ha aperto un grande dibattito nel mondo scientifico, con pareri difformi. Dopo aver intervistato Elena Campione, direttrice del team dell’università “Tor Vergata” di Roma, che ci ha parlato delle potenzialità di questa proteina, oggi sentiamo anche il parere di chi produce la lattoferrina, intervistando Annalisa Curcio, R&D and Medical Operations Manager di Aqma.

Siete un’azienda farmaceutica, che produce lattoferrina, quindi credete nelle sue potenzialità per contrastare il COVID-19, ce ne può spiegare le ragioni?

Certo, la lattoferrina è dotata di molteplici proprietà che la rendono senz’altro un utile alleato nella lotta al COVID-19. Si tratta di una glicoproteina appartenente alla famiglia delle transferrine, caratterizzata da un’alta capacità di complessazione del ferro, che è presente in elevate quantità nel latte materno, dove contribuisce all’immunità innata, e si trova anche in molti fluidi corporei, come la saliva, le secrezioni nasali, le lacrime. Inoltre, questa glicoproteina è presente nei granulociti neutrofili, cellule del sistema immunitario che esplicano funzioni di difesa da infezioni batteriche e fungine. La lattoferrina è da molto tempo nota per le sue importanti azioni, tra cui quella antivirale e antimicrobica, antinfiammatoria, di regolazione dell’omeostasi del ferro e di protezione delle mucose dall’attacco di agenti patogeni. Su questo razionale sono stati basati numerosi studi che hanno valutato l’effetto benefico della lattoferrina nell’infezione da SARS-CoV-2.

In che modo potrebbe essere d’aiuto?

Fin dalla sua scoperta, la lattoferrina è stata considerata un’importante molecola di difesa dell’organismo ospite, contro una varietà di agenti patogeni, tra cui una serie di virus, compreso il SARS-CoV-1, responsabile della prima epidemia di SARS nel 2003. Un recente studio condotto dall’Università Tor Vergata, ha dimostrato che la lattoferrina può rappresentare un approccio terapeutico sicuro ed efficace per prevenire e trattare anche l’infezione da COVID-19. Lo studio ha arruolato 32 pazienti con infezione da COVID-19, dei quali 22 avevano sintomi da lievi a moderati e 10 erano asintomatici. I pazienti sono stati trattati con 1 grammo (pari a 10 capsule) di lattoferrina al giorno per 30 giorni e sono stati valutati al basale (T0), dopo 15 giorni (T1) e dopo 30 giorni (T2). I risultati hanno mostrato una negativizzazione del tampone naso-orofaringeo in 10 pazienti al tempo T1 e in tutti gli altri pazienti al tempo T2; tutti i pazienti hanno mostrato una clearance virale al tempo T2. Per quanto riguarda la sintomatologia, al tempo T1, 5 pazienti prima sintomatici sono diventati asintomatici, e al tempo T2 altri 6 pazienti sono diventati asintomatici, per un totale di 23 pazienti asintomatici e 9 pazienti sintomatici.

Come agisce contro i microrganismi patogeni?

I meccanismi responsabili dell’attività antivirale della lattoferrina sono molteplici, perché la glicoproteina innanzitutto agisce grazie alla sua elevata capacità di legare ioni ferrici, andandoli a sottrarre dai fluidi e dai siti infiammatori e rendendoli non utilizzabili dagli agenti patogeni che ne necessitano per la loro replicazione. Inoltre, la lattoferrina può legarsi direttamente al virus, impedendo che esso riconosca i recettori di superficie presenti sulla cellula ospite, può legarsi ai proteoglicani eparan-solfato (HSPG) presenti sulla cellula ospite, riducendo l’ingresso del virus nella cellula e può inibire la replicazione virale tramite l’induzione della sintesi di interferone intracellulare. Quindi, la lattoferrina può esercitare attività antivirale sia tramite l’attacco diretto a particelle virali, sia tramite l’oscuramento di recettori cellulari. In particolare, è stato mostrato il riconoscimento diretto tra lattoferrina e glicoproteina virale “Spike S”, responsabile del legame ai recettori ACE2 della cellula ospite e della fusione con la membrana della cellula ospite, che determina l’ingresso del virus all’interno della cellula. In questo modo la lattoferrina impedisce il legame di “Spike S” al recettore ACE2 umano, bloccando di conseguenza l’ingresso del virus nelle cellule.

Poiché la lattoferrina è contenuta nel latte materno, i neonati e i bambini sono le due categorie “maggiormente protette” rispetto alle altre?

I dati epidemiologici globali ci mostrano che nei bambini l’incidenza di COVID-19 è inferiore rispetto agli adulti e si stima che i bambini abbiano una suscettibilità all’infezione pari a circa la metà rispetto a chi ha più di 20 anni. Inoltre, spesso i bambini risultano asintomatici e, in generale, manifestano un andamento clinico più favorevole rispetto all’adulto. È interessante notare che nella maggior parte dei casi di donne in gravidanza affette da COVID-19 non è stata rilevata la trasmissione da madre a feto del virus SARS-CoV-2, e che nel latte materno di diverse madri positive, non era presente il virus. Questa relativa assenza di trasmissione verticale può essere correlata alla presenza di lattoferrina nella placenta, nel liquido amniotico e nel latte materno. La lattoferrina materna rappresenta una delle molecole responsabili dell’immunità innata e, insieme ai cofattori immunitari, modula il rilascio di chemochine e la migrazione dei linfociti e amplifica la difesa dell’ospite durante la gravidanza.

Che mi dice degli integratori alimentari a base di lattoferrina?

Integratori alimentari a base di lattoferrina rappresentano un approccio terapeutico sicuro, data l’elevata sicurezza d’impiego e la mancanza di effetti collaterali, ed efficace, per andare a supportare la gestione dell’infezione da COVID-19, in aggiunta alle terapie standard, in caso di pazienti sintomatici e per accelerare la negativizzazione del tampone nei pazienti asintomatici. Inoltre, l’impiego di integratori alimentari a base di lattoferrina può agire a supporto del rafforzamento delle difese immunitarie dell’organismo e della prevenzione dall’attacco e dalla proliferazione del SARS-CoV-2. La cosa fondamentale è che bisogna scegliere integratori alimentari in cui sia assicurata la qualità delle materie prime, dei prodotti finiti e dei processi di produzione. In particolare, la lattoferrina è una molecola instabile per le sue caratteristiche intrinseche, in quanto essendo una glicoproteina può subire denaturazione e alterazioni funzionali che ne compromettono l’attività, soprattutto quando si utilizzano processi di estrazione e purificazione mediante elevate temperature. È quindi necessario assicurarsi sia la qualità della materia prima, che può essere ottenuta mediante tecnologie innovative che ne lasciano intatta l’integrità strutturale e la funzionalità, sia la qualità dei processi formulativi e produttivi, che devono essere sempre strettamente controllati.