1 Ottobre 2025 ![]()
All’Università di Lund (Svezia) è stato istituito, dal 2008, un corso elettivo in Medical Humanities all’interno del curriculum di medicina – il più longevo corso di questo tipo nei paesi nordici.
Collocato verso la fine del percorso di studi, consente agli studenti di confrontarsi con prospettive umanistiche dopo aver maturato esperienze cliniche. Si svolge in forma intensiva per cinque settimane ed è condotto da un corpo docente interdisciplinare, composto in parti uguali da studiosi delle scienze umane e da medici. I materiali di lavoro includono opere letterarie, testi teorici, film e arti visive per stimolare la riflessione su narrazioni, significati e prospettive differenti. L’esame conclusivo assume la forma di un convegno interno, in cui ciascuno studente presenta un progetto individuale e lo discute con docenti e compagni.
I questionari raccolti in 15 anni (2008-2022) mostrano che il corso ha contribuito allo sviluppo di nuove competenze epistemiche, ha potenziato la capacità di assumere prospettive diverse e ha favorito la crescita personale, rafforzando il senso professionale degli studenti. Alcuni hanno sottolineato che ridurre le humanities a obiettivi misurabili rappresenterebbe un paradosso, perché il valore del corso risiede soprattutto nella possibilità di aprire spazi di pensiero alternativi alla visione strettamente biomedica.
Un sondaggio condotto nel 2023 tra ex studenti conferma che l’impatto del corso si estende nel lungo periodo: l’83% utilizza le prospettive apprese nella pratica clinica, il 76% nella vita personale, e il 24% dichiara che il corso ha influenzato la scelta della specializzazione, in particolare in medicina generale e psichiatria. Molti riferiscono di aver acquisito strumenti utili per gestire emozioni, dilemmi etici e relazioni complesse, e quasi tutti considerano fondamentale continuare a sviluppare conoscenze in Medical Humanities lungo la carriera (96%).
Questo corso non è dunque un semplice complemento culturale, ma un’esperienza formativa capace di incidere sulla pratica clinica, sulle relazioni di cura e sull’equilibrio personale dei futuri medici.
