Pareri a confronto

Piano vaccinale: errare humanum est, perseverare autem diabolicum

10 Ottobre 2024

La nuova circolare del Ministero della Salute n.27825 suggerisce l’anticovid-19 oltre la vaccinazione antinfluenzale eventualmente associata al vaccino contro il vaiolo delle scimmie. Le due vaccinazioni si possono fare anche insieme, abbinamento non ancora sperimentato. Questi vaccini sono raccomandati ai cosiddetti soggetti fragili, pertanto andrebbero vaccinate persone dai 6 mesi ai 59 anni con elevata fragilità, i deboli, i disabili e tutte le categorie a rischio si troverebbero un sistema immunitario compromesso rischiando anche la morte, senza dubbio un crimine contro l’umanità. Anche l’EMA (European Medicine Agency) dichiara l’opportunità di vaccinare i maggiori di 60 anni e le donne in gravidanza. In tal modo non si tiene nessun conto delle affermazioni dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) sulle conseguenze dei vaccini stessi.

Infatti la maggior parte della popolazione, essendo stata vaccinata, ha un sistema immunitario compromesso, come si evince dai numerosi studi pubblicati su riviste scientifiche. Un altro importante fattore da valutare è che con l’aumentare dell’età vi è fisiologicamente una riduzione dell’attività immunitaria. A tal proposito bisogna mettere in evidenza che la Fondazione Mediterraneo, di cui sono Responsabile Scientifico, aveva suggerito la valutazione degli eventuali danni al sistema immunitario tramite la tipizzazione linfocitaria. In realtà la Fondazione aveva ipotizzato uno studio accurato del sistema linfocitario per mettere in evidenza un eventuale deficit immunitario.

La tipizzazione linfocitaria è un’indagine fondamentale per avere un quadro completo dello stato immunitario perché ci dà conoscenza della normo funzionalità tramite lo studio funzionale dei linfociti.  I linfociti sono globuli bianchi (leucociti) che hanno un ruolo essenziale nella risposta immunitaria. La tipizzazione linfocitaria ci permette di approfondire il loro ruolo grazie alla presenza di antigeni di superficie, ognuno dei quali ha una funzione diversa.  I linfociti vengono valutati in relazione alla loro specifica funzionalità: i linfociti T vengono suddivisi in CD3 che rappresentano i linfociti totali, i linfociti CD4 cosiddetti linfociti Helper che aiutano i linfociti B a produrre anticorpi, i linfociti T Suppressor CD8, i linfociti CD16 e CD56 definiti anche Natural Killer responsabili dell’immunità innata, una funzione particolare poi hanno i linfociti B (CD19) che hanno un ruolo chiave nella produzione di anticorpi. Un ruolo a parte è quello del gruppo dei linfociti CD8 attivati, anch’esso può essere valutato con la tipizzazione linfocitaria, attraverso la citofluorimetria, tale gruppo nel meccanismo della protezione ha il ruolo di determinare l’eliminazione del virus già al primo contatto.

Mi assumo la paternità del suggerimento di tale indagine; inoltre avevo inizialmente ipotizzato un eventuale brevetto in seguito ho invece deciso di diffondere la notizia a scopo umanitario. L’indagine non è ancora abbastanza diffusa benché sia effettuata dalla quasi totalità dei laboratori. Ovviamente si spera che questa volta tale studio venga recepito per una più ampia diffusione. Se si fosse prima provveduto in tal senso sicuramente ci sarebbero state migliaia di morti in meno, soprattutto durante la pandemia.

Prof. Corrado Perricone – Ematologo e già responsabile del Centro di Immunoematologia dell’AORN Santobono Pausilipon, già componente del Consiglio Superiore della Sanità. Responsabile del comitato scientifico della “Fondazione Mediterraneo”